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Caro bollette, 77% toscani risparmierà con meno riscaldamento

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ll 77% dei toscani ridurrà la temperatura e le ore di utilizzo del riscaldamento in casa per far fronte al caro bollette.

E’ il risultato di un sondaggio online condotto da Coldiretti Toscana sul sito ufficiale in vista dell’inverno più incerto di sempre dal punto di vista energetico.

Sondaggio evidentemente a prescindere da un piano europeo di razionamento energetico.

Dal sondaggio è inoltre emerso che il 13% di coloro che hanno risposto non è intenzionato a rivedere i suoi comportamenti, e quindi non ridurrà temperature ed ore di accensione dei termosifoni, mentre c’è un 10% che non ha ancora deciso quale atteggiamento terrà di fronte ai rincari innescati dall’evolversi del conflitto in Ucraina e dalla minaccia del taglio delle forniture da parte della Russia.

La spesa per luce e gas (ed altri combustibili) è sempre di più un macigno per i bilanci delle famiglie toscane che, snocciola Coldiretti Toscana, hanno visto schizzare i prezzi energetici dell’83,7%, rispetto al 62,4% di un mese prima. Un incremento ben al di sopra della media nazionale (76,4%) secondo l’Istat e soprattutto per quanto riguarda il 97,2% delle famiglie che vivono in un’abitazione con riscaldamento. Una soglia che tutte le province toscane hanno superato abbondantemente con Massa Carrara in cima alla classifica (84,6%) seguita al secondo posto da Lucca (+84,5%) e al terzo da Grosseto (84%). In ordine ci sono poi Lucca (83,9%), Livorno (83,9%), Firenze (83,8%), Arezzo (83,5%), Pisa (83,2%) e Siena (83,1%).

Il salasso dei costi energetici non ha risparmiato nemmeno gli agriturismo nella prima regione italiana per eccellenza dell’accoglienza rurale con 5.400 strutture quasi 90 mila posti letto capace di attrarre in Toscana oltre 4 milioni di presenze ed oltre 1 milione di arrivi nell’anno d’oro pre Covid, il 2019. Le bollette sono raddoppiate se non addirittura triplicate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno gettando nelle sconforto gli imprenditori agrituristici che ancora non hanno smaltito i lunghi mesi di chiusura imposti dalla pandemia. Una struttura su tre, circa 1.500 imprese quindi, secondo un monitoraggio di Terranostra Coldiretti Toscana, sta valutando di anticipare la chiusura stagionale per evitare la stangata del riscaldamento e di riaprire per le festività di Natale e Capodanno se non addirittura la prossima primavera. Un colpo per l’offerta turistica regionale che rischia di perdere una fetta importante della sua proposta più genuina, rustica ed apprezzata soprattutto dai turisti stranieri che porta alla scoperta dei borghi e dei piccoli centri, delle specialità agroalimentari e della biodiversità anche durante la bassa stagione.

Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana: “L’estensione della riduzione dei costi del gasolio per le imprese della pesca e agricole anche a fabbricati e serre fino alla fine dell’anno come avevamo richiesto insieme al credito di imposta per i costi energetici e del gas ai quali accedono anche le imprese agricole rispettivamente per il 30% e il 40% della spesa sostenuta è un primo passo. L’altro è quello di ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”.

© Riproduzione riservata

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