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Parlamento, meno donne. Meloni e Ferrieri Caputi, scusate il ritardo

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Soltanto il 31% degli eletti nel nuovo Parlamento votato il 25 settembre è donna, rispetto al 38% del 2018.

Per la prima volta dal 2001, in cui le parlamentari elette furono il 10,7%, si arresta al 2018 una crescita sempre costante.

Il nuovo Parlamento ha eletto 186 gentili signore e 414 colleghi uomini.

In un 2022 che, pur con colpevole ritardo culturale, scrive pagine di storia con la prima donna arbitro in 110 anni di serie A maschile, la livornese con due lauree Maria Sole Ferrieri Caputi che il 2 ottobre ha diretto Sassuolo – Salernitana.

E con Giorgia Meloni, unica donna segretario di partito in Italia, che si appresta a essere prima donna premier della Repubblica Italiana.

Ferrieri Caputi sulle orme della francese Stéphanie Frappart che ha esordito in Champions League nel 2020 arbitrando Juventus – Dinamo Kiev .

Giorgia Meloni in un’Europa molto, molto avanti rispetto all’Italia in termini di donne premier. E sono avanti anche Asia e Africa. Sarà interessante vedere come la futura prima donna premier Meloni rispetterà la parità di genere nella composizione dei ministri. Record che spetta al toscano Matteo Renzi. Il suo Governo pronti via contò otto donne su dodici ministri

Dunque fa un clamoroso passo indietro il Parlamento italiano 2022 con appena il 31% di elette. Probabilmente meno blindate nei collegi rispetto agli uomini.

Le più rappresentate sono le parlamentari di Italia Viva/Renzi e Azione/Calenda con il 46% e del Movimento 5 Stelle guidato da Conte con il 45%.

Si scende molto con 31% di Pd e di Alleanza Verdi-Sinistra, il 30% di Forza Italia e Fratelli d’Italia e il 29% della Lega.

La Lega è buona ultima, ora alle prese con Bossi che si appresta a sommare altri cinque anni ai già passati 35 a lauto carico degli italiani. Il tempo di essere ripescato dopo essere stato escluso dal Parlamento per fondare una corrente interna Lega.

Il Pd è appena sopra di 2 punti alla Lega rispetto alle donne elette in Parlamento.

E d’altra parte sembra essere un optional per il pisano Letta segretario nazionale Pd essere donna in politica.

Stando a quanto ha dichiarato in campagna elettorale rivolto a Meloni “Non basta essere donna per fare politiche per le donne”.

Però a caldo Letta immediatamente dopo la batosta del ko elettorale la sera del 25 settembre la faccia non ce l’ha messa.

La faccia ce l’ha messa una donna Pd al suo posto, Debora Serracchiani.

Davanti alle decine e decine di microfoni e telecamere, il leader Letta non si è presentato a rilasciare dichiarazioni.

Si è presentata Debora Serracchiani, avvocato, vicepresidente Pd e neoeletta.

E poco conta se nel contesto emotivo di un disastro elettorale Pd Serracchiani non ha trovato niente di meglio da dire “Siamo il primo partito di opposizione”.

La faccia a nome del Pd l’ha messa lei.

Il leader Letta ha parlato il giorno dopo. Per dare la colpa a Conte.

Forse perchè, segretario Letta, non basta essere uomini per essere leader in politica.

 

 

 

© Riproduzione riservata

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