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Tessile e costi energetici in Toscana: “Situazione fuori controllo”

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Tessile e costi energetici, situazione fuori controllo: sono urgentissimi interventi della politica. L’impatto enorme e destabilizzante dell’incremento dei costi energetici viene denunciato dalle imprese della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord fin dagli ultimi mesi del 2021: ma oggi la situazione ha raggiunto e varcato il limite della capacità di sopportazione da parte dei conti aziendali”.

A lanciare l’allarme è Confindustria Toscana Nord.

Francesco Marini, imprenditore tessile e componente Consiglio di presidenza di Confindustria Toscana Nord: “La situazione è estremamente grave e se lasciata a se stessa rischia di portarci al disastro. Già prima di questa crisi le imprese italiane lamentavano il 30% di costi energetici in più rispetto ai concorrenti europei. Ora questo gap è diventato, almeno rispetto ad alcuni Paesi, ancora più ampio e l’Italia ha uno dei costi energetici più alti d’Europa: anzi, fra i Paesi europei manifatturieri è di gran lunga il primo per onerosità. Il nostro settore ne sta facendo le spese in maniera pesantissima e Prato, con le sue imprese di filiera, rischia davvero grosso: chiusure o come minimo una perdita forte di competitività, con effetti economici e sociali molto gravi. Non dimentichiamo che anche la domanda non è certo in fase espansiva, con l’Europa che arranca e gli Stati Uniti in recessione tecnica”.

“In questa situazione ci aspettiamo da parte della politica attenzione massima e immediata. Sia chi siede nel Parlamento uscente sia chi è candidato a entrarvi ci dica cosa intende fare e si faccia portavoce anche delle intenzioni delle rispettive forze politiche. Non è vero che non si può fare nulla. Altre nazioni stanno adottando misure che portano dei benefici: aiuti di Stato diretti alle aziende, prezzi amministrati per parte delle forniture, tetti ai prezzi dell’energia elettrica. Energia elettrica che peraltro è prodotta solo in parte in impianti a gas e non si deve far finta che sia agganciata in maniera diretta ai prezzi del metano. Coloro che Prato ha già mandato in Parlamento e coloro che aspirano ad andarci cosa vogliono fare? Attendiamo risposte subito: risposte verbali e soprattutto atti concreti. C’è la campagna elettorale, appunto: questo deve essere un tema centrale”.

“Nel caso delle oltre 2.500 imprese tessili del distretto pratese ben tre quarti di queste (esattamente il 76%, la quasi totalità delle imprese con consistente utilizzo di macchinari) sono energivore; fra le aree tessili italiane Prato è la prima per consumi di energia elettrica, sfiorando da sola il 15% del totale dei consumi nazionali nel settore (dati Terna 2019)”.

Maurizio Sarti, presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord: “Dopo il durissimo colpo subito durante la fase acuta della pandemia, con le imprese prima chiuse e poi intrappolate in un mercato della moda ai minimi termini, siamo a un’altra sfida non meno difficile . Eravamo ripartiti piuttosto bene e quest’anno si era aperto con buone prospettive, sebbene cominciassero già a farsi sentire gli effetti dei rincari di gas, energia elettrica e materie prime”.

” Fin dall’inizio ho detto che gli oneri aggiuntivi che gravano sulle lavorazioni dovevano essere assorbiti dall’intera filiera, cosa che poi almeno in parte è avvenuta e che continua a mantenere una sua validità. Ma ora non basta nemmeno questo, perché l’entità del problema è eccessiva per limitarsi a ragionare in questi termini: il rischio è di andare fuori mercato e di vedere i clienti rivolgersi altrove”.

© Riproduzione riservata

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