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A oltre due anni dall’inizio dell’invasione russa, l’Ucraina di Volodymyr Zelensky lotta per la propria sopravvivenza, stretta in una morsa di devastazione economica, perdite umane e incertezze politiche. Il conflitto, che sembrava inizialmente una sfida impossibile per Kiev, ha rivelato la straordinaria capacità di resistenza del popolo ucraino. Tuttavia, la guerra ha lasciato il Paese in ginocchio, e le sfide per il presidente Zelensky si fanno ogni giorno più ardue.
Sul fronte militare, nonostante alcune controffensive di successo, l’Ucraina continua a pagare un prezzo altissimo in termini di vite umane e infrastrutture distrutte. Le città lungo il fronte orientale sono ridotte a cumuli di macerie, mentre milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case. Zelensky ha chiesto con insistenza il supporto dell’Occidente, ottenendo armi sofisticate e finanziamenti, ma l’esaurirsi delle risorse e il crescente scetticismo in alcuni Paesi alleati sembrano mettere a rischio il sostegno internazionale.
L’economia ucraina è al collasso. La produzione agricola, colonna portante del Paese, è stata gravemente compromessa, mentre le esportazioni attraverso il Mar Nero sono continuamente ostacolate dagli attacchi russi. L’inflazione galoppante e la disoccupazione dilagante alimentano il malcontento interno, con Zelensky sotto pressione anche sul fronte politico.
Nonostante le difficoltà, il presidente continua a mostrarsi come un simbolo di resistenza. Le sue apparizioni nei consessi internazionali sembrano mirare a mantenere alta l’attenzione sulla crisi ucraina. Tuttavia, il tempo sembra giocare a favore della Russia, che sembra sperare di logorare il morale ucraino e la determinazione dei suoi alleati.
Con l’inverno alle porte e una guerra che sembra non mostrare segni di conclusione, l’Ucraina guarda al futuro con un misto di speranza e disperazione. Per Zelensky, il compito più difficile sarà trasformare la resistenza in una vittoria sostenibile, mentre il Paese cerca di rialzarsi dalle macerie.