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Azienda ospedaliera universitaria pisana supera quota 3mila trapianti

Un risultato che pone la realtà toscana sullo stesso piano di metropoli come Parigi e Londra. Il 20 settembre una cerimonia al teatro Verdi di Pisa

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PISA – Un traguardo da festeggiare per la sanità toscana.

Sono tremila i trapianti di fegato raggiunti da poco dall’Unità operativa di Chirurgia epatica e del trapianto di fegato dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana (Aoup), che si pone così come uno dei programmi di maggiore esperienza a livello mondiale.

La storia comincia nel 1996, quando a Pisa già esisteva una prestigiosa scuola chirurgica in materia di trapianti tanto che il primo trapianto d’organo (un rene) risale addirittura al 1972. Da lì in poi è stato tutto un susseguirsi di esperienze e di successi, con la storia dei trapianti di fegato che ormai conta quasi 30 anni, con nomi di chirurghi che hanno lasciato il segno e un’eredità che oggi viene raccolta dalla squadra coordinata da Davide Ghinolfi: “Noi oggi ringraziamo tutti i nostri maestri – dichiara – che negli anni hanno strutturato un vero e proprio percorso del trapianto epatico facendolo crescere rapidamente e contribuendo anche alla nascita dell’Ott-Organizzazione Toscana trapianti, che ha reso il sistema della donazione Toscana uno dei più efficienti al mondo, promuovendo la formazione di generazioni di chirurghi e infermieri ma soprattutto mettendo in piedi una macchina organizzativa che coinvolge tantissime anche altre strutture e funzioni dell’ospedale, senza le quali nessun trapianto sarebbe possibile. Si tratta di un risultato storico, che pochi centri nel mondo possono vantare, e che pone Pisa sullo stesso piano di metropoli come Parigi o Londra”.

Il Centro trapianti di fegato di Pisa ha da sempre coniugato un’attività numericamente rilevante ad una qualità unanimemente riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Negli anni, anche grazie al contributo di Ott, il Centro ha progressivamente incrementato il suo volume di attività, divenendo nel 2018 il primo in Italia, record confermato nel 2019 e nel 2022. Inoltre la trapiantologia epatica dell’Aoup è stata pioniera nel selezionare e utilizzare in sicurezza organi di donatori in età anche molto avanzata, contribuendo in maniera sostanziale all’azzeramento pressoché totale della mortalità in lista d’attesa, tanto da detenere il record di aver realizzato con successo il trapianto di fegato dal donatore più anziano al mondo: 100 anni, 11 mesi e 7 giorni. Il ricevente è una persona che, anni dopo l’intervento, gode di ottima salute ed è guarito da un tumore avanzato del fegato.

L’Aoup è stata anche pioniera e leader nella donazione a cuore fermo (Dcd) sviluppando metodiche e criteri di valutazione che ancora oggi sono studiati e ispirano trapiantologi di tutto il mondo; fra i primi ospedali a dotarsi delle macchine da perfusione extracorporea – tecnologie che permettono di mantenere un organo perfuso al di fuori del corpo umano a una temperatura variabile da 4 a 37 gradi – intuendone il potenziale in termini di miglioramento della qualità degli organi. In questo ambito, il Centro di Pisa è stato il primo in Italia a eseguire un trapianto di fegato dopo conservazione extracorporea normotermica, ovvero a 37 gradi,  il primo al mondo ad eseguire un trapianto da donatore a cuore fermo utilizzando sequenzialmente un sistema di perfusione intracorporeo e uno extracorporeo a 37 gradi, e a eseguire la prima sperimentazione di nanotecnologie su organi umani non idonei al trapianto, grazie alla collaborazione con il Cnr-Consiglio nazionale delle ricerche e Iit-Istituto italiano di tecnologia. Sempre in tema di innovazione tecnologica in chirurgia, è stato sviluppato anche un fiorente programma di chirurgia robotica specificamente orientato al paziente cirrotico affetto da tumori del fegato.

“La nostra attività – prosegue Ghinolfi – è resa possibile da una organizzazione regionale che vede la Toscana tra le prime regioni al mondo per donazione e all’impegno quotidiano del personale medico, infermieristico e amministrativo della struttura, con tutti i medici, chirurghi e epatologi, il personale infermieristico della degenza protetta e del coordinamento trapianti, il personale amministrativo. Un ringraziamento sentito va ad Ott e al Centro regionale per l’allocazione di organi e tessuti (Craot) e alla rete regionale che vede impegnati tutti gli ospedali del territorio e i professionisti che gestiscono i pazienti nel periodo pre- e post-trapianto. Essenziale è inoltre la collaborazione con tutte le strutture dell’Aoup, anche di laboratorio, che ci coadiuvano quotidianamente nel nostro lavoro, oltre naturalmente all’equipe dell’Unità operativa diaAnestesia e rianimazione trapianti, al personale infermieristico delle sale operatorie e alla  direzione aziendale che ha dimostrato particolare sensibilità sulle tematiche trapiantologiche e della chirurgia epatica. L’esecuzione di un trapianto di fegato è infatti una procedura particolarmente complessa che richiede la partecipazione di decine e decine di operatori e la collaborazione di molteplici strutture aziendali ed extra-aziendali. Per citare solo quelle più impegnate, scusandomi se dimentico qualcuno: la medicina trasfusionale e biologia dei trapianti, il laboratorio trapianti, la radiodiagnostica, le anatomie patologiche,  la patologia clinica, la cardiologia, la pneumologia, le malattie infettive, l’epatologia, l’oncologia, la gastroenterologia, la diabetologia e malattie metaboliche, la medicina di laboratorio e la virologia, il dipartimento cardio-toraco-vascolare della Fondazione Monasterio e molte altre ancora che quotidianamente supportano e rendono possibile l’attività di trapianto di fegato”.

Per celebrare l’importante traguardo è stata organizzata il 20 settembre alle 16.30 una cerimonia al Teatro Verdi di Pisa che sarà un’occasione per ringraziare i donatori e i loro familiari e promuovere la cultura della donazione, oltre a sottolineare la complessità del trapianto e l’impegno dei tanti operatori che, all’ombra dei riflettori, rendono possibile il perpetuarsi del miracolo della vita attraverso il trapianto. L’evento sarà reso speciale dall’intervento, oltre che di importanti rappresentanti delle istituzioni di governo e regionali, dei cantanti Irene Fornaciari, Alessandro Carmignani e Jennifer Schittino accompagnati dalla pianista Chiara Mariani, dell’attrice Eleonora Vittorini Orgeas, dal campione olimpico Filippo Macchi, tutti diretti sul palco dalla presentatrice Manuela Arrighi, per la regia di Emilio Maio. Nell’ambito della serata verrà anche presentato il libro Il dono della vita in una scelta. Sette storie di Rinascita scritto dai giornalisti Gabriele Masiero e Francesco Ingardia con il supporto dell’Associazione Vite Odv.

Ospite d’onore della serata sarà il Premio Nobel per la medicina Craig Mello, che verrà appositamente dagli Stati Uniti e con il quale sveleremo come la scienza rivoluzionerà il trapianto d’organi. Inoltre, il 19, l’università di Firenze, in collaborazione con la Rete toscana del trapianto di fegato, organizzerà una lettura magistrale di Mello sulla scoperta dell’Rna interference; invece la mattina del 20, a partire dalle 8.30 dalle sale del Polo endoscopico all’ospedale di Cisanello, si terrà un corso teorico/pratico sul trattamento endoscopico delle complicanze biliari nel paziente sottoposto a trapianto di fegato da parte dell’Unità operativa di endoscopia digestiva dell’Aoup, che è centro di riferimento regionale di alta specialità per questo tipo di procedura mentre il 21, all’auditorium della Camera di Commercio di Pisa, si terrà un convegno scientifico che vedrà i massimi esperti italiani e mondiali confrontarsi sui temi del trapianto di fegato e della chirurgia epatica (edm).

© Riproduzione riservata

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