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A Natale tutti più buoni ma non più ricchi: come cambia la spesa tra le generazioni e le zone d’Italia

Il Natale 2025 si presenta con un volto diverso a seconda dell’età di chi lo celebra. Tra Gen Z (nati tra metà anni Novanta e 2010) che taglia i budget del 23%, Millenial (primi anni Ottanta-metà anni Novanta) che cercano equilibrio tra tradizione e innovazione, Gen X (metà anni Sessanta-1980) che spende di più e Boomer (1946-1964) che mantengono le abitudini consolidate, le feste di fine anno diventano uno specchio delle fratture generazionali italiane. E della diversa distribuzione della ricchezza.

Budget per i regali: chi spende di più

La Gen X si conferma la generazione con il portafoglio più aperto durante le festività natalizie, destinando circa 250 euro ai regali, secondo i dati di Bain & Company. Al secondo posto i Boomer, con una spesa media di 229 euro a persona. I Millenial si attestano su cifre più contenute, circa 208 euro, mentre la Gen Z risulta la più parsimoniosa (o la meno ricca) con un budget inferiore alla media nazionale (che è pari a 228 euro).

Dietro questi numeri si celano motivazioni diverse. La Gen X, nella fascia centrale della vita lavorativa, dispone di redditi più stabili e spesso deve rispondere alle aspettative di figli ancora a carico. I Boomer, liberati dalle spese familiari dirette e con pensioni ancora relativamente generose, possono permettersi una certa spesa. La differenza tra Gen Z e le generazioni precedenti sembra invece riflettere la diversa esposizione alla precarietà lavorativa che caratterizza le generazioni più giovani.

Gen Z: meno regali, più esperienze

Bisogna osservare, tuttavia, che il taglio del 23% nei budget natalizi della Gen Z non rappresenta solo una questione economica, ma anche un ripensamento del Natale stesso. Secondo un sondaggio di Virgin Experience Days, il 25% dei giovani tra 18 e 24 anni preferisce viaggiare il giorno di Natale piuttosto che celebrarlo in famiglia. Il 30% desidera ricevere voucher per esperienze piuttosto che regali materiali.​

Emerge poi il fenomeno del “Friendmas”, il Natale celebrato con gli amici invece che con i parenti. Cucinare insieme, decorare casa senza eccessi, passare tempo con poche persone scelte diventano alternative ai pranzi familiari tradizionali. Secondo i dati raccolti dal Cisf Family Report 2025, nella fascia 18-34 anni il 32% dichiara di soffrire spesso di solitudine, contro il 21% degli over 55. Un numero che racconta come sia cambiata la società nel corso degli anni, con la tecnologia e i ritmi di lavoro che allontanano le relazioni umani.

L’errore comune, tuttavia, sta nel considerare i giovani parte attiva di questa scelta, piuttosto che parte passiva: quando vengono organizzate esperienze per stare insieme agli alti, con lentezza e dando peso alla presenza fisica, i giovani rispondono in massa, come ci ha raccontato Ruben Orlandi, di Inchiostro di Puglia, la community che ha organizzato la Corriera di Natale per permettere a circa cento famiglie di trascorrere le festività insieme.

Per approfondire: Da Milano a Bari con la Corriera di Natale: “Ci hanno scritto in cinquecento, successo oltre le aspettative

Viaggiare durante le feste: un trend in crescita

Oltre 6 milioni di italiani hanno scelto di viaggiare durante le festività natalizie 2025, con l’83% che resta in Italia. La montagna guida le preferenze con il 20% delle scelte, seguita dal mare (19%) e dalle città d’arte (15%). Il 59% parte in coppia e il 36% con i figli, mentre l’11% affronta il viaggio da solo (qui le stime di Confturismo-Confcommercio).​

Secondo diverse fonti sono i Boomer a guidare la spesa per i viaggi, probabilmente grazie a maggiore disponibilità economica e tempo libero.

Cene e tradizioni tra generazioni e territorio

Le differenze generazionali si intrecciano con quelle territoriali, creando un mosaico di abitudini. La cena della vigilia al Sud mantiene il dominio del pesce, con capitone e baccalà, mentre il 25 dicembre carne con ragù e arrosti sono i protagonisti delle tavole imbandite. Al Nord le tradizioni variano maggiormente tra regioni.

La Gen Z sta introducendo più opzioni vegetariane e vegane nelle tavole natalizie, con involtini vegetariani e formaggi vegani, mentre la spesa per i pranzi e le cene varia significativamente in base all’età. Gli italiani prevedono una media di 64 euro a persona per il pranzo di Natale o il cenone: a destinare il budget più elevato sono i 65-74enni, con 84 euro pro capite, mentre dal punto di vista territoriale la spesa più alta si registra nel Centro Italia con una media 70 euro a persona.

Il peso dell’economia sulle feste

Tra pranzi e regali, la spesa pro capite degli italiani per Natale e Capodanno 2025 tocca i 592 euro in media (stime Nordestnews), circa il 34% del reddito familiare netto mensile. Il 27% degli intervistati dichiara che spenderà meno dello scorso anno, il 61% manterrà lo stesso livello di spesa e il 12% pensa di spendere di più.

Le famiglie con figli vivono una pressione particolare: secondo i dati Niq, tre su quattro hanno un reddito sotto la media nazionale. Il 30% delle famiglie italiane, soprattutto quelle giovani e con figli, è costretto a pensare alla necessità del momento e ha subìto in modo più marcato l’impatto dell’inflazione.​

Gli over 65, al contrario, destinano ai regali di Natale 281 euro, il 37% in più rispetto alla media nazionale. Anche la geografia conta: nelle regioni del Nord Ovest si spende il 20% in più rispetto alla media, mentre Sud e Isole registrano le cifre più basse con 177 euro.

Perché a Natale si è tutti più buoni, ma non tutti più ricchi.

Popolazione

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

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