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Made in Italy, alla Venice design week tecnologia e artigianato si incontrano tra calli e giardini segreti

(Adnkronos) – Tecnologia, artigianato e design a sostegno del made in Italy, promuovendo una cultura dell’impresa dove produttività e creatività si uniscono. Il tutto nello scenario di Venezia. E’ l’obiettivo con cui è nata, 15 anni fa, la Venice Design Week, ai nastri di partenza nella città dei Dogi. Sarà presentata al pubblico il 12 ottobre, alle ore 11, presso la Sala della Musica, una delle dimore storiche più rappresentative di Venezia, Ca’ Sagredo Hotel. La manifestazione si terrà dal 12 al 20 ottobre e si snoderà in vari punti della città con un programma denso di eventi e mostre che esploreranno il tema ‘Out of context’. Questa 15ma edizione intende sottolineare, infatti, la capacità dei designer di operare al di fuori delle convenzioni, sfidando le pratiche comuni e spingendo oltre i confini della progettazione per aprire la strada a nuove soluzioni creative che potrebbero essere state trascurate in precedenza. E quest’anno, per la prima volta, si unisce al Vid-Venice Innovation Design, dando vita a un evento unico che celebra il design, l’innovazione e la cultura manifatturiera e artigianale a Venezia. Un’intera settimana, dall’11 al 20 ottobre dedicata a mostre, conferenze e installazioni che coinvolgeranno l’intera città di Venezia e il suo patrimonio storico-culturale. A raccontarne origini, novità e tendenze, in anteprima, in un’intervista a Adnkronos/Labitalia, è Lisa Balasso, founder e coordinatrice della Venice Design Week. “L’idea prende spunto dall’osservazione del Fuorisalone di Milano, un evento – afferma – che si estende attraverso la città, coinvolgendo spazi non tradizionalmente dedicati al design e alle esposizioni. Da un lato, offre al pubblico l’opportunità di esplorare palazzi e cortili altrimenti inaccessibili; dall’altro, le ambientazioni creano un contesto che consente di vivere i prodotti in modo più autentico e vicino a chi li utilizzerà”. “Per quanto riguarda il settore B2B, vengono organizzati momenti di networking fondamentali per il business. In particolare, in Veneto, ogni occasione diventa un’opportunità per brindare con un prosecco. L’informalità di questi incontri facilita la creazione di relazioni che altrimenti sarebbero difficili da instaurare. Il mio obiettivo era ed è stimolare la rete tra designer, industrie, retailer e pubblico, promuovendo un dialogo proficuo e collaborativo. La struttura unica di Venezia, con i suoi labirinti di calli e campielli, insieme allo stile di vita che qui si conduce, rende naturale immaginare una Design week che si svolga in questo contesto affascinante. Le calli, i giardini segreti, i palazzi che aprono per le mostre creano un’atmosfera intima e accogliente, perfetta per incontri informali e scambi creativi”, spiega. “In questo scenario, i designer, gli imprenditori e gli appassionati di design – prosegue Lisa Balasso – possono interagire liberamente, condividendo idee e ispirazioni in un ambiente che incoraggia la spontaneità e la collaborazione. L’informalità degli incontri permette di abbattere le barriere tradizionali, favorendo conversazioni autentiche e relazioni significative. In questo contesto, la bellezza e la cultura di Venezia si intrecciano con la creatività e l’innovazione, offrendo un’esperienza unica che celebra il design in tutte le sue forme. La Design week diventa così un’opportunità non solo per mostrare prodotti e progetti, ma anche per esplorare le connessioni tra il design, la comunità e il territorio, rendendo ogni incontro un momento di scoperta e arricchimento”. Quando è nata, 15 anni fa, esisteva solo la Milano Design Week, ma oggi l’evento di Venezia è cresciuto molto e rappresenta la seconda manifestazione del genere in Italia. “La Settimana è iniziata con un concorso – ricorda – e una serie di percorsi attraverso la città, esplorando atelier e concept store. Si è poi sviluppata fino a offrire oggi quattro selezioni tematiche: interior design, outdoor, illuminazione e gioiello contemporaneo. Gli incontri e le conferenze si sono focalizzati sulla sostenibilità, l’inclusività e l’innovazione, introducendo temi come il design per tutti o la realtà phygital nel 2021. Una delle sfide è stata trovare nuovi modi di presentare idee e prodotti, come le installazioni di realtà aumentata realizzate per stimolare l’immaginazione e introdurre nuovi concetti. Un esempio memorabile è la presentazione della nuova collezione di tessuti Fortuny, che ha dato vita a una scenografica nuvola di farfalle di tessuto in volo sul canale della Giudecca tra Fortuny e lo Stucky”. “Le sfide quotidiane comprendono il reperimento di fondi per sostenere la manifestazione – ammette – e la creazione di sinergie internazionali, offrendo nuove opportunità ai piccoli brand. L’integrazione nel 2020 nelle World Design Weeks è stata significativa, poiché ha facilitato il confronto con altre Design week a livello globale, promuovendo lo scambio di prassi e metodi. L’obiettivo è stimolare dibattiti che coinvolgano i partecipanti attivamente. Inoltre, si mira ad aumentare la partecipazione a manifestazioni estere di settore da parte dei brand che collaborano già a Venezia”. La Venice Design Week valorizza l’artigianato locale di Venezia integrandolo con progetti e designer internazionali. “Ogni anno organizziamo visite in atelier e laboratori artigianali, coinvolgendo designer internazionali – fa notare la coordinatrice – che spesso scelgono di collaborare, in un secondo tempo, con queste realtà. In qualità di Venice Design Week, creiamo una mappa che consente di esplorare l’ampia offerta veneziana, mettendo in risalto quelle realtà che si distinguono per la loro maestria artigianale e un’estetica contemporanea. Valorizziamo l’artigianato all’interno del nostro network, che si estende dai canali social con un pubblico altamente mirato fino alla newsletter delle World Design Week. Promuoviamo la presenza di brand locali in design week estere”. “La forza del Made in Italy – sostiene – può essere vista come il risultato di un insieme di elementi che si intrecciano in modo armonioso. Innanzitutto, l’Italia vanta una tradizione artigianale che affonda le radici in secoli di storia, dove le competenze specializzate si tramandano di generazione in generazione. Questo patrimonio artigianale si traduce in prodotti di altissima qualità, frutto di un’attenzione al dettaglio e di una passione per il lavoro manuale. Inoltre, le aziende italiane si distinguono per la loro capacità di innovare, riuscendo a coniugare tradizione e modernità. Questa sinergia permette di creare articoli unici, che non solo rispettano le tecniche classiche, ma si adattano anche alle esigenze del mercato contemporaneo. Il design italiano, famoso in tutto il mondo per la sua eleganza e creatività, gioca un ruolo fondamentale nel rendere i prodotti italiani desiderabili e ricercati”. “Un altro aspetto importante – aggiunge Lisa Balasso – è l’attenzione crescente verso la sostenibilità. Molte manifatture locali si impegnano a utilizzare pratiche sostenibili, attirando così consumatori sempre più consapevoli dell’impatto ambientale delle loro scelte. Infine, il Made in Italy rappresenta anche un simbolo di identità culturale, conferendo un valore aggiunto ai prodotti e rendendoli unici nel panorama globale. In sintesi, sebbene l’alto livello delle manifatture locali sia un elemento chiave, è la combinazione di qualità, design, innovazione e tradizione che rende il Made in Italy così forte e apprezzato in tutto il mondo”. Il tema di quest’anno, ‘Out of Context’, invita i designer a operare al di fuori delle convenzioni e a sfidare le pratiche comuni. “La scelta di questo tema – sottolinea – è il risultato di un processo di brainstorming condotto dal team organizzativo, che ha portato a una selezione mirata di idee. L’obiettivo era trovare un tema stimolante per i designer, sufficientemente ampio da fungere da filo conduttore per una varietà di settori e capace di generare discussioni significative per dibattiti e conferenze. Il concetto di ‘Out of Context’ esplora i processi creativi, sottolineando l’importanza per i designer di osservare la realtà da prospettive diverse”.  “Questo approccio – continua Lisa Balasso – li spinge a confrontarsi con contesti variabili, permettendo loro di andare oltre le limitazioni tradizionali. Attraverso un’analisi approfondita di funzioni, abitudini, gestualità e ambienti, i designer possono liberare la loro creatività, rompendo le pratiche consolidate per sviluppare prodotti innovativi. Finora, i designer hanno accolto con entusiasmo l’invito a riflettere su questo tema. Ora, siamo curiosi di vedere come il pubblico reagirà agli stimoli offerti da ciascuna installazione durante il Vdw2024”. E per il futuro della Venice Design Week i progetti non mancano. “È fondamentale – rimarca la coordinatrice – continuare a sottolineare l’importanza di integrare pratiche sostenibili nel design e nella produzione, non solo per promuovere il rispetto dell’ambiente, ma anche per stimolare l’innovazione e la creatività in ambito progettuale. La sostenibilità deve essere vista come un’opportunità piuttosto che un obbligo, un motore per sviluppare soluzioni innovative che abbiano un impatto positivo sul nostro pianeta. Stabilire ulteriori partnership con eventi e istituzioni di design a livello globale ci consentirà di scambiare idee e best practice, amplificando così la visibilità e l’impatto di Venice Design Week (Vdw). Queste collaborazioni ci aiuteranno a promuovere il design come strumento di trasformazione sociale e culturale, capace di rispondere alle sfide contemporanee in modo proattivo e responsabile”. “Per quanto riguarda le modalità di partecipazione, desideriamo integrare sempre di più elementi virtuali e ibridi. Questo non solo amplia l’accessibilità dell’evento a un pubblico globale, ma permette anche di coinvolgere esperti e partecipanti che potrebbero altrimenti non poter essere presenti fisicamente. La digitalizzazione dell’esperienza ci consente di mantenere un legame continuo con il nostro pubblico, offrendo contenuti di valore anche oltre la durata ufficiale dell’evento”, assicura Lisa Balasso. “In parallelo, ci piacerebbe offrire un numero maggiore di workshop, conferenze, e seminari, con l’obiettivo – auspica la coordinatrice – di creare momenti di formazione continua per tutti i partecipanti. Questi momenti formativi, impostati come degli autentici laboratori di idee, non solo arricchiscono il bagaglio culturale dei partecipanti ma li dotano di strumenti pratici per affrontare le sfide future del design”. “Infine, il nostro focus non è tanto sull’aumento della partecipazione numerica, quanto piuttosto sull’elevazione della qualità della manifestazione. Vogliamo coinvolgere realtà locali e internazionali per creare sinergie che possano dar vita a contenuti interessanti e stimolanti, arricchiti da diversi punti di vista. Siamo convinti che l’unione di forze in loco possa amplificare le singole iniziative, come dimostra la sinergia nata quest’anno con Vid-Venice Innovation Design, situata sull’isola di San Servolo. Queste collaborazioni non solo accrescono il valore dell’evento, ma sono anche testimonianza del potere trasformativo che i progetti condivisi possono avere per la comunità e per il settore del design nel suo complesso”, conclude.  —lavoro/made-in-italywebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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