(Adnkronos) – Cambiamento climatico, inquinamento ambientale, inquinamento da plastica. Tutti e tre questi fenomeni possono essere risolti riducendo “fino a sospendere l’uso dei combustibili fossili, perché questi sono la causa di tutti” questi problemi. “Quello che chiediamo ai politici, rendendoci conto che è una richiesta impegnativa, è di orientare tutte le politiche, mettendo al centro la salute dei più vulnerabili, che sono soprattutto i bambini e le donne in gravidanza. I bambini in particolare perché sono esposti fin dal concepimento, durante tutto il decorso della gravidanza e poi per tutta la loro vita. A causa del particolato e della crisi climatica aumenta il rischio di nascite pretermine, di bambini di basso peso con maggior rischio di problemi polmonari e cerebrali”. Lo ha detto Laura Reali, pediatra di famiglia di Roma, dell’Associazione italiana medici per l’ambiente (Isde) e presidente della Società europea dei pediatri e delle cure primarie, partecipando all’evento promosso oggi da Isde Italia, in occasione della 23.esima edizione delle Giornate italiane mediche dell’ambiente, presso l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia a Roma. “Porre le politiche per risolvere” questa situazione “sarebbe una soluzione che creerebbe molti meno problemi a donne e bambini che poi avranno tutta una vita condizionata da questo tipo di esposizione – spiega Reali – Mettere al centro la loro salute significa favorire una mobilità verde, migliorare l’efficientamento di tutti gli edifici, scuole e ospedali, perché sia fatto con attenzione, con energie rinnovabili e non con combustibili fossili. Ridurre il traffico veicolare e favorire il traffico con biciclette e a piedi e avere trasporti pubblici con elettricità”. Servono “anche politiche, questo è un punto importante – sottolinea l’esperta – che favoriscano una dieta e una mobilità nel verde per tutti, perché questi sono co-benefici di poco prezzo, ma di grande efficacia. Avere aree verdi urbane che siano a bassa temperatura, dove bambini e famiglie possano andare, li rende più sani, più felici e, se poi a casa mangiano più vegetali e meno proteine, questo fa bene a loro e fa bene al pianeta”. Questo vale in particolare per “i più disagiati, più poveri, migranti o economicamente svantaggiati, perché sono quelli che hanno anche meno possibilità di sapersi difendere dagli effetti del clima”. Le ondate di calore, oltre ad essere la causa di milioni di morti, illustra Reali, favoriscono i “casi di malattie trasmesse da vettori come le zanzare della serie Aedes” che si sono spostate in Italia ‘trasportando’ “malattie come la Chikungunya, la Dengue, la malattia di Lyme, di cui sono in aumento i casi e di cui abbiamo un sistema di sorveglianza ormai stabile. Sempre per il caldo”, si ha “il prolungamento delle stagioni di pollini in fioritura, quindi la possibilità di respirarli più a lungo e, per gli allergici, di avere asma e allergie per più tempo. Il caldo, poi – elenca l’esperta Isde – esaspera non solo la fioritura, ma anche la diffusione dei pollini nell’aria, perché aumentano i venti e le polveri, e il particolato si somma a tutto questo favorendo la distribuzione”. A livello mondiale, negli ultimi 10 anni l’asma è aumentata del 400% in età pediatrica. “In Italia i dati in età pediatrica sono molto più difficili da raccogliere – osserva la pediatra – perché vengono raccolti in ‘cassette’ separate: adolescenti, neonati, bambini, quindi fare la somma non è semplice, ma gli accessi in ospedale per questo problema sono assolutamente aumentati in maniera esponenziale e le punture attuali, inoltre, sono diventate veramente disastrose per i bambini”. E ancora, “le acque, a causa dell’aumento delle temperature – aggiunge – sono più ricche sia di alghe, che in parte possono essere tossiche, irritanti, urticanti e che favoriscono sneeze”, cioè starnuti “e asma, sia di batteri di origine fognaria, che con temperature più elevate crescono più velocemente e aumentano le infezioni sia cutanee, sia oculari, sia auricolari”. A questo si aggiungono “problemi per l’accesso al cibo” a causa “della povertà che, in Italia, è in crescita. Le famiglie più povere e meno agiate – prosegue Reali – hanno meno accesso al cibo sicuro perché il cambiamento climatico aumenta i periodi di siccità e si orientano sul cibo che costa meno, che però purtroppo è anche il cibo meno sano. Parlo di cibi o conservati o ultra processati o comunque industriali. Questo favorisce una cattiva alimentazione dei bambini e non fa bene alla loro crescita. Infine, il troppo caldo – conclude – favorisce l’opportunità di stare in casa, quindi uno stile di vita sedentario, ma lo stile di vita sedentario non fa bene al futuro dei bambini perché aumenta il rischio di malattie degenerative come obesità, diabete”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Reali (Isde): “Nuova Ue tuteli bambini, più vulnerabili a inquinamento”
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