Il più grande insegnamento di Asia Argento? “Non considerare il cinema d’autore come un ‘terreno’ snob per pochi”, ma anche, “l’umanità e il coraggio di rischiare. Lei mi ha permesso di stare sul set come assistente all’aiuto regia (Simona Valentini, ndr) senza che io avessi mai messo piede nel cinema. Non è da tutti”. A lei non solo deve la conoscenza con Giada Colagrande e Willem Dafoe, ma anche “con Abel Ferrara”, con il quale ha fatto 8 film nel ruolo di aiuto alla regia. “Lui è un artista libero e fuori dagli schemi: è stata una figura di ispirazione per me. Mi ha insegnato che non si può fare arte avendo come unico scopo fare soldi”, racconta Donato. Giovanissimo e con tanti sogni nel cassetto. E tanti già realizzati, come l’esordio alla regia di un lungometraggio, dal titolo ’Labirinti’, presentato in anteprima mondiale alle Giornate degli Autori all’ultima Mostra del Cinema di Venezia.
Girato tra le suggestive montagne calabresi, ‘Labirinti’ è un romanzo di formazione con una forte componente onirica che esplora temi universali come l’amicizia, la lotta contro le convenzioni, la difficoltà a manifestare la propria sessualità in determinate realtà sociali. “I labirinti sociali sono universali, si trovano in una piccola provincia o in una grande città. Sono quelle regole sociali e psicologiche che vengono scritte ancor prima della tua nascita. Come la paura del diverso”, spiega Giulio, che sogna un’industria cinematografica “più aperta e diffusa in tutto il territorio. Perché uno che non è di Roma e vuole fare cinema deve spostarsi necessariamente nella Capitale per inseguire il suo sogno?”. Ma anche “un sistema in cui ci siano più opportunità per le nuove voci, che sia meno elitario”, conclude. di Lucrezia Leombruni —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)