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Commando tenta di uccidere un imprenditore cinese a Prato: preso il sesto uomo

È stato individuato in un ristorante della periferia di Padova dopo nove mesi di indagini coordinate dalla procura di Prato

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PRATO – Tentato omicidio di un imprenditore nel locale di Prato: individuato e arrestato il sesto componente della spedizione punitiva, sorta nell’ambito del mercato delle grucce per abbigliamento. 

Dopo nove mesi di intenso lavoro, coordinato dalla procura, si è giunti a individuare in un ristorante della periferia della città di Padova, il sesto esecutore materiale, Nengyin Fang, ex soldato dell’esercito della Repubblica Popolare cinese, che – il 6 luglio 2024, all’interno del locale Number One di via Scarlatti – ha compiuto il tentato omicidio di Chang Meng Zhang, imprenditore cinese, inserito nel mercato della produzione delle grucce, già condannato in via definitiva per l’omicidio volontario di Zhijian Su (referente dell’impresa Eurotrans/Oulian), commesso a San Giuseppe Vesuviano, ni provincia di Napoli, nel marzo 2006.

L’uomo, che veniva accerchiato e colpito ripetutamente in varie parti del corpo, prima con una bottiglia di vetro e, poi, con un’arma da taglio e con pugni e calci, infine colpito da numerose coltellate all’addome, è stato portato in ospedale, da colui che si occupava della gestione del locale, e sottoposto a diversi interventi chirurgici. Nonostante le gravissime ferite è riuscito fortunatamente a sopravvivere e ha iniziato una proficua collaborazione con la giustizia, che ha consentito, tra l’altro, di acquisire preziosi elementi per individuare l’apporto fornito dal soggetto fermato, un 35enne cinese. 

Il presunto responsabile è risultato un componente del commando misto fujanese e dello Zhejiang, proveniente appositamente dalla Cina per tutelare con il ricorso alla
violenza gli interessi imprenditoriali del gruppo monopolista nel settore delle grucce. Le investigazioni si sono nutrite del prezioso apporto degli appartenenti alla Squadra Mobile della Questura di Prato, grazie alla quale si è giunti alla cattura. Anche le intercettazioni si sono rivelate decisive all’individuazione del soggetto nel territorio padovano. Il consolato cinese ha fornito una collaborazione per giungere all’identità certa del soggetto, così agevolando lo sforzo investigativo degli inquirenti.

Nell’immediatezza del delitto, l’analisi dei frames estrapolati dal sistema di videosorveglianza del locale in cui si erano svolti i fatti, ha consentito di individuare uno degli aggressori e, reperita l’utenza cellulare che aveva in uso è stata sottoposta a intercettazione. È emerso così che l’utenza si spostava rapidamente dalla Toscana verso il meridione. In Calabria grazie ad una serrata analisi delle coordinate del positioning, è stata fermata una vettura con a bordo quattro cinesi, che sono stati poi identificati quali corresponsabili dell’aggressione. Un altro autore, invece, è sfuggito al primo controllo, ha attraversato lo stretto di Messina ed è stato fermato due giorni dopo a Catania, dove è stato individuato, sempre sulla base degli spostamenti dell utenza. Tutti e cinque gli autori, oggi in fase di giudizio abbreviato, sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto.

Con il fermo di Fang si è giunti a individuare l’ultimo soggetto che mancava all’appello, chiudendo il cerchio degli autori materiali del fatto.

Le investigazioni hanno consentito di far emergere una rete di collegamento in più
porzioni del territorio nazionale, dato confermato dalla presenza a Padova del soggetto fermato, che si era reso irreperibile subito dopo il tentato omicidio.

© Riproduzione riservata

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