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Criminalità organizzata, boom in Toscana. Reati mafie più 26%

Porto di Livorno snodo traffico internazionale droga. Più 27% reati materia tributaria. Più 53,85% reati terrorismo. Allarme procuratore generale Corte d'Appello

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Criminalità organizzata, boom in Toscana. Reati mafie più 26%

Criminalità organizzata, in ampia crescita i reati di criminalità organizzata in Toscana con +26%. E in materia tributaria con +27%.

Reati per terrorismo,  +53,85%.

È quanto emerge dalla relazione del procuratore generale della Corte d’Appello di Firenze Ettore Squillace Greco sull’attività degli uffici requirenti del Distretto di Firenze per l’Anno Giudiziario.

Iscrizioni per il delitto di associazione finalizzato al traffico di stupefacenti, si toccano le 58 iscrizioni del periodo compreso tra il 1 luglio 2022 e il 3 giugno 2023 contro le 41 del periodo precedente, “a conferma di come questo settore sia in Toscana tra quelli meritevoli di grande attenzione”.

Poi: “Il porto di Livorno sta diventando uno snodo importante nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, traffico nel quale la ‘ndrangheta ha tuttora un ruolo di primo piano”. La pericolosità dei traffici che incrociano la Toscana “richiede un costante sforzo organizzativo e investigativo, nonché un convinto impegno di coordinamento a livello nazionale e internazionale, per il quale è essenziale il supporto della Direzione Nazionale Antimafia e di organi come Eurojust”.

Il piccolo spaccio è “gestito da stranieri in particolare di origine maghrebina che hanno un ruolo predominante non solo per l’eroina ma anche per i derivati di cannabis e cocaina”.

“Si può dire che in Toscana sono proprio africani (tunisini, marocchini, nigeriani, senegalesi) e albanesi, i gruppi criminali che occupano buona parte del mercato della droga. Coprono settori che vanno dal livello di traffico medio – alto, allo spaccio di piazza”.

 

Un’inchiesta “di rilievo” evidenziata all’apertura dell’anno giudiziario a Firenze è quella sullo smaltimento abusivo del keu, lo scarto inquinante di risulta dalla combustione dei fanghi delle concerie del distretto di Santa Croce sull’Arno.

Squillace Greco: “la gravità dei fatti contestati emerge anche da preoccupanti risultati delle analisi delle acque di falda che risultano essere state a contatto con tali rifiuti”.

La procura ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 politici, dirigenti di enti e “imprenditori ritenuti collegati ad una cosca di ndrangheta e sei aziende. Cpntestando a vario titolo i reati di associazione a delinquere finalizzata alle attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e l’inquinamento ambientale. Corruzione anche in materia elettorale, indebita erogazione di fondi pubblici ai danni della pubblica amministrazione. Falso e impedimento del controllo da parte degli organi amministrativi e giudiziari. Mossa la contestazione in ordine alla responsabilità degli enti per illecito amministrativo da reato commesso dai propri rappresentanti, direttori e preposti”.

“Sarebbe emersa – una prassi abusiva particolarmente pericolosa e dannosa per l’ambiente. Declassificare i rifiuti pericolosi e le ceneri dei fanghi di depurazione contaminati, facendoli figurare come rifiuti recuperabili nella lavorazione di materiali inerti per l’edilizia. Così da consentire un occultamento dei rifiuti più inquinanti provenienti dal comparto conciario (ceneri contaminate da elevatissime concentrazioni di cromo) e dal comparto orafo (fanghi cancerogeni ed ecotossici contaminati da arsenico, boro, selenio) e causare anche gravi eventi di inquinamento ambientale”. I rifiuti, secondo la procura, sono stati “ceduti a terzi ignari e utilizzati come materie prime in terreni agricoli, in fondazioni per attività edilizie residenziali, in ripristini ambientali, in opere infrastrutturali, quali strade e aeroporti. La gravità dei fatti contestati emerge anche da preoccupanti risultati delle analisi delle acque di falda che risultano essere state a contatto con tali rifiuti”.

Alessandro Nencini, presidente della Corte d’Appello di Firenze: “Siamo sull’orlo della paralisi, e non uso parole avventate. Siamo alla chiusura di alcuni servizi. Faremo di tutto per coprire con il volontariato ciò che le istituzioni non mettono a disposizione. Ma si tratta di una resistenza che non so fino a che punto potrà andare avanti”.

© Riproduzione riservata

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