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venerdì 29 Marzo 2024
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Carcere di Sollicciano, il cappellano: “Detenuti in condizioni disumane”

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FIRENZE – “La situazione nel carcere di Sollicciano è insostenibile, la città deve affrontarla e farsene carico. In carcere ci sono i poveri, più che i ‘criminali’. Questa è una verità rimossa dalla politica. Le persone vivono circondate da cimici, blatte e topi. Non poche vivono in condizioni disumane, senza nemmeno avere consapevolezza di cosa sono costrette a subire”.

Don Vincenzo Russo, cappellano di Sollicciano, lancia l’allarme sul carcere di Firenze.

Punta il dito don Russo: “La nuova cucina inaugurata dal precedente direttore è già inagibile, si è tornati a usare quella vecchia. Nel frattempo la distribuzione degli alimenti nelle celle avviene senza il rispetto delle norme igienico sanitarie. I programmi riabilitativi per la tossicodipendenza sono impossibili da portare avanti, visto il basso numero di personale disponibile per questi percorsi”.

Poi il cappellano: “Nell’incontro con alcuni detenuti è emersa la paura legata al rischio terremoto. Solo dopo le ultime scosse sono stati installati dei cartelli con le indicazioni da seguire in caso di emergenza. Durante le ore notturne però il rischio di incidenti è esponenziale, perché le chiavi da recuperare sono custodite in luoghi lontani.

Si aggiunge un dato di fatto. Le tossicodipendenze peggiorano dentro Sollicciano e per alcune persone iniziano“.

Massimo Lensi, associazione Progetto Firenze: “Ci sono progressivi aggravamenti dei problemi di sempre, soprattutto sul piano della salute mentale e dei disturbi psichici.
Con il caldo le tensioni e i conflitti all’interno degli istituti penitenziari aumentano.
I dati ufficiali e rilevati ci parlano di autolesionismo e forti problemi registrati anche dai dati della Regione Toscana. Gli psicofarmaci sono vissuti come una soluzione per rendere tollerabile la vita quotidiana e sopportare i limiti di un carcere in cui è assente la funzione rieducativa.

Così come è oggi Sollicciano è una discarica sociale.
I dati oggi ci dicono che nelle carceri toscane ci sono 26 persone in attesa di un trasferimento nella struttura sanitaria in cui avrebbe diritto di stare.
Rivolgo un appello all’assessorato regionale alla Sanità, perché provveda a intervenire in maniera veloce, per attenuare il disagio psichico e fisico all’inizio di un lungo periodo di caldo torrido all’interno del carcere”.

Dmitrij Palagi, consigliere comunale di Firenze ‘Sinistra Progetto Comune’: “Di carcere si parla solo dopo un episodio eclatante. La popolazione detenuta non deve sparire dalla città. Abbiamo un garante comunale, che già una volta è venuto in aula. Torni, insieme al cappellano, a spiegare che non servono relazioni privilegiate con i ministeri, o annunciando opere di cemento. Il tema è sociale, prioritario e non rimandabile“.

© Riproduzione riservata

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