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Don Gambelli arcivescovo Firenze: “Tsunami di sentimenti”

Don Gherardo Gambelli successore cardinale Betori. Nato a Viareggio, parroco Madonna della Tosse a Firenze. Cappellano carcere di Sollicciano. Missionario in Ciad. Betori: "Viva gioia". Ingresso 24 giugno 2024

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FIRENZE – Don Gambelli arcivescovo Firenze: “Tsunami di sentimenti”.

Don Gambelli arcivescovo di Firenze, la nomina di papa Francesco.

L’annuncio del cardinale Giuseppe Betori giovedì 18 aprile dalla Tribuna della Croce nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Don Gherardo Gambelli, missionario Fidei Donum in Ciad, cappellano nel carcere di Sollicciano, è parroco della Madonna della Tosse di Firenze.

Nato il 23 giugno 1969 a Viareggio, il nuovo arcivescovo di Firenze è stato ordinato presbitero per l’Arcidiocesi di Firenze il 2 giugno 1996. Succede al cardinale Betori.

Il cardinale Giuseppe Betori nominato Amministratore Apostolico dell’Arcidiocesi fino all’ingresso del nuovo vescovo, che avverrà il 24 giugno, festa del patrono San Giovanni Battista, in concomitanza con la sua ordinazione episcopale.

Don Gambelli: “Cari fratelli e sorelle della Chiesa fiorentina e voi tutti, uomini e donne, che vivete nel suo territorio. Penso che possiate facilmente immaginare lo ‘tsunami’ di sentimenti, emozioni, pensieri che si muovono nel mio cuore dal giorno in cui il Nunzio mi ha manifestato la volontà di Papa Francesco di nominarmi Arcivescovo di Firenze”.

Poi: “Desidero anzitutto esprimere la mia profonda gratitudine al Papa per la fiducia riposta in me, chiamandomi a questo importante e delicato incarico. Sento di poter dire che la scelta di un prete di Firenze è un segno grande di stima e di fiducia da parte del Vescovo di Roma nei confronti di tutta la nostra Diocesi. In questa Chiesa fiorentina sono nato e cresciuto, come laico prima nella parrocchia di Santa Verdiana a Castelfiorentino, come prete poi nelle parrocchie di Santo Stefano in Pane a Rifredi, dell’Immacolata e San Martino a Montughi e della Madonna della Tosse”.

“Nel dare la mia disponibilità al Papa, accettando la mia nomina, ho percepito una chiamata di Dio a rendermi ancora più disponibile per sdebitarmi del dono immenso del Vangelo ricevuto prima e dopo la mia ordinazione sacerdotale. Le belle testimonianze di fede rese da parte di tante persone incontrate durante il mio servizio pastorale mi hanno fatto comprendere progressivamente che, nella logica del Vangelo, il modo migliore per custodire i doni ricevuti sia quello di condividerli. Gli anni passati in Africa me lo hanno ulteriormente confermato”.

“Ringrazio a tale riguardo il cardinale Giuseppe Betori perché, quando gli manifestai il mio desiderio di partire come fidei donum per il Ciad nel 2011, non esitò un istante a esprimermi il suo consenso convinto ed entusiasta. Rientrato da appena un anno in Diocesi, non mi sarei mai aspettato che toccasse a me diventare il suo successore. Nonostante le paure e le preoccupazioni, ho avvertito varie volte in questi giorni la presenza di una luce e di una forza interiore che mi hanno sostenuto, invitandomi alla fiducia. Quando il Nunzio mi ha chiesto di scrivere a mano una breve lettera al Papa, scegliendo una citazione biblica per esprimergli l’accettazione della mia nomina, ho pensato subito al Salmo 25,15: “Tengo fisso lo sguardo sul Signore perché libera dal laccio il mio piede”. Mi sono subito reso conto della dura lotta da affrontare, perché ogni volta che abbasso lo sguardo volgendolo verso di me, percepisco questo laccio che afferra il mio piede, frenando lo slancio di camminare serenamente dietro al Signore”.

“La Provvidenza di Dio ha voluto che l’annuncio della mia nomina cadesse nella settimana che precede la quarta domenica di Pasqua che per noi cattolici è la domenica del Buon Pastore. Ascolteremo le parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni al capitolo 10: “Come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare”. È Lui il vero pastore della Chiesa, il modello della scelta evangelizzatrice che ci spinge ad andare verso le periferie geografiche ed esistenziali nel nostro impegno missionario. Come ci ricorda Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium: “Affascinati da tale modello, vogliamo inserirci a fondo nella società, condividiamo la vita con tutti, ascoltiamo le loro preoccupazioni, collaboriamo materialmente e spiritualmente nelle loro necessità, ci rallegriamo con coloro che sono nella gioia, piangiamo con quelli che piangono e ci impegniamo nella costruzione di un mondo nuovo, gomito a gomito con gli altri. Ma non come un obbligo, non come un peso che ci esaurisce, ma come una scelta personale che ci riempie di gioia e ci conferisce identità” (EG 269).”

Quindi il nuovo arcivescovo: “Nel rivolgere il mio saluto alla Diocesi e alla città di Firenze desidero esprimere prima di tutto la mia profonda gratitudine e riconoscenza all’Arcivescovo il Cardinale Giuseppe Betori per la sua generosa testimonianza di fede nel guidare la nostra Chiesa durante i suoi 15 anni di ministero episcopale. Eminenza, la sua decisione di restare a Firenze come Vescovo emerito ci riempie di gioia, perché manifesta il suo amore per la nostra città che è cresciuto in lei in questi anni, malgrado il carattere di noi fiorentini, che non sempre brilliamo per la capacità di accogliere chi viene da fuori. Saluto e ringrazio il Vicario generale, Mons. Giancarlo Corti, i Vicari Episcopali, i preti, i diaconi, i religiosi e le religiose, i seminaristi, gli operatori pastorali, i fedeli dell’Arcidiocesi esprimendo la mia gioia di poter proseguire il cammino con voi sulle orme del Cristo”.

“Saluto cordialmente i fratelli e le sorelle delle altre confessioni cristiane, i membri della comunità ebraica e musulmana, e di altre religioni presenti sul territorio della nostra Diocesi di Firenze. La bella tradizione di impegno nel dialogo ecumenico e nel dialogo interreligioso della parrocchia della Madonna della Tosse, di cui sono stato parroco quest’anno, mi ha permesso di incontrare e di conoscere personalmente il Rabbino, l’Imam e diversi pastori delle Chiese di Firenze con i quali sono nate promettenti amicizie che spero di poter rafforzare nel tempo”.

“Saluto le autorità e le istituzioni della città, esprimendo la mia ferma volontà di proseguire nella collaborazione “gomito a gomito” per la costruzione di una società più giusta e solidale, nell’attenzione e nel rispetto della dignità di ogni persona, soprattutto dei più poveri ed esclusi. Davanti alla minaccia dell’espansione delle guerre nel mondo, ci sentiamo più che mai interpellati alla responsabilità di lavorare con più coraggio e tenacia per la pace, che si costruisce in maniera artigianale, nell’attenzione ai gesti quotidiani di perdono e riconciliazione”.

“Vorrei concludere rivolgendo un ultimo saluto ai fratelli e alle sorelle detenuti, particolarmente quelli e quelle della casa circondariale di Sollicciano, in cui ho svolto il mio ministero come cappellano durante quest’anno pastorale. Anche se non potrò continuare a visitarvi regolarmente, non dimenticherò le parole della Scrittura che dice: “Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere” (Eb 13,3). Con l’aiuto del Signore, mi impegnerò come Vescovo a essere attento alle vostre necessità, come a quelle di tanti fratelli e sorelle spesso dimenticati e scartati dalla nostra società”.

“Nel dire il mio sì alla volontà di Dio, mi affido all’intercessione di Maria santissima madre della Chiesa, a quella dei santi Vescovi Zanobi e Antonino, del Venerabile Elia Dalla Costa, dei Santi e della Sante della Chiesa fiorentina, perché mi aiutino a fidarmi sempre più della Provvidenza del Signore, capace di far concorrere tutto al bene”.

“Certo della preghiera e del sostegno di voi qui presenti e di tanti fratelli e sorelle, proseguiamo con fiducia il nostro cammino, tenendo fisso lo sguardo sul Signore che libera dal laccio il nostro piede, perché è capace di amarci sempre e nuovamente di un amore infinito e incrollabile”.

Cardinale Betori: “Personalmente e a nome dell’Arcidiocesi di Firenze esprimo viva gioia per la nomina di don Gherardo Gambelli, prete fiorentino, come mio successore sulla cattedra dei Santi Zanobi e Antonino, 87.mo pastore nella serie dei vescovi e arcivescovi di questa Chiesa a noi noti. La scelta del Papa è caduta su un sacerdote che ben conosciamo e che ben conosce la nostra diocesi, di cui da figlio diventerà padre il giorno dell’ordinazione episcopale. Conosciamo la radice più profonda della sua figura sacerdotale nella parola di Dio ascoltata e studiata con amore. Ne abbiamo ammirato la dedizione pastorale prima nella parrocchia di S. Stefano in Pane a Rifredi, luogo particolarmente significativo per la storia della Chiesa fiorentina, e poi come parroco dell’Immacolata e S. Martino a Montughi, dove io l’ho trovato e da dove mi ha chiesto di partire missionario come sacerdote “fidei donum” a servizio della giovane Chiesa del Tchad.

In questa frontiera geografica, in cui doveva svolgere un ministero di insegnamento ai futuri sacerdoti, la sua dedizione pastorale si è allargata da una parte verso ulteriori frontiere umane, quelle dell’ospedale e del carcere, ma anche nella disponibilità ad assumere incarichi parrocchiali fino a diventare per alcuni anni Vicario delegato del Vicariato apostolico di Mongo, appena istituito. Tornato un anno fa a Firenze, con esemplare obbedienza, ha accolto il mio invito ad assumere contemporaneamente tre uffici, la cui complementarità corrisponde alla ricchezza della sua persona: parroco alla Madonna della Tosse, vice-direttore spirituale del nostro Seminario Arcivescovile, cappellano del Carcere di Sollicciano, facendo così sintesi tra dimensione pastorale, spirituale, di servizio agli emarginati. Ora gli è chiesto di ripensare tutto questa nella forma del governo del popolo di Dio, che è la missione propria del Vescovo. Lo accogliamo con stima, con fiducia, con affetto, assicurandogli collaborazione e comunione”.

Dario Nardella, sindaco di Firenze: “Ringraziamo tantissimo il cardinale Betori per il grande lavoro svolto a Firenze in tutti questi anni, un lavoro che spesso ci ha portato a collaborare fianco a fianco, come per esempio per la visita del Papa del 2015 o per il convegno dei vescovi del Mediterraneo nel 2022. Con Betori siamo stati sempre in sintonia per il bene di Firenze, ho sempre apprezzato i consigli e l’interesse per la vita cittadina e contemporaneamente ho sempre ascoltato con rispetto, stima e fiducia il suo pensiero. Mi auguro di poter presto incontrare di persona don Gambelli. Il suo profilo di religioso sempre accanto agli ultimi, con una grande esperienza da missionario e da prete dei carcerati di Sollicciano, è in linea con l’anima più vera della nostra città dove abbiamo e difendiamo una comunità solidale che non dimentica di aiutare gli altri. Questa sua esperienza, inoltre, non potrà che essere di grande conforto e anche un faro in un momento di così grande conflittualità mondiale. Da parte mia l’augurio di buon lavoro, con la sicurezza di una proficua collaborazione nell’interesse della città”.

Antonio Mazzeo, presidente Consiglio regionale della Toscana: “Papa Francesco ha scelto il successore del Cardinale Betori. Don Gherardo Gambelli sarà, dal 24 giugno, il nuovo arcivescovo di Firenze. Da parroco della chiesa della Madonna della Tosse e cappellano del carcere di Sollicciano, dopo dodici anni trascorsi come missionario in Ciad, nel cuore dell’Africa, sarà dunque un sacerdote “di frontiera” a guidare la chiesa fiorentina. Il Cardinale Betori lo ha definito ‘un prete di periferia’. Faccio i miei auguri a don Gherardo Gambelli e vorrei ringraziare Sua eminenza Betori per il lavoro portato avanti in questi anni e per le tante occasioni di collaborazione avuto anche con il Consiglio Regionale.

Dalla sua partecipazione all’ultima Festa della Toscana al progetto realizzato insieme sul dialogo interreligioso a conferma della vocazione di Firenze e della Toscana come esempi virtuosi di convivenza fra le chiese e fra le diverse confessioni. Sarà ancor più bello ospitarlo domani a Palazzo del Pegaso per la presentazione del libro sui 40 anni di Toscana Oggi, il settimanale delle parrocchie toscane”.

Eugenio Giani, presidente Regione Toscana: “Con immensa gratitudine a Sua Eminenza il cardinale Giuseppe Betori per il suo lungo e devoto servizio alla comunità fiorentina, accogliamo con gioia e fiducia il nuovo arcivescovo, don Gherardo Gambelli. Auguriamo a lui, uomo di profonda fede e esperienza missionaria, di portare avanti con zelo il compito di guida pastorale nella nostra amata Firenze. Che il suo ministero sia fonte di ispirazione e unione per tutta la nostra comunità”.

Don Gherardo Gambelli è nato a Viareggio (Lucca) il 23 giugno 1969. Da ragazzo e poi nell’età giovanile vive con la sua famiglia a Castelfiorentino, dove sono parroci prima il futuro cardinale Silvano Piovanelli e poi Don Giuliano Nencioni; Gherardo è attivo nell’Azione Cattolica parrocchiale e matura la sua vocazione al sacerdozio a partire dal servizio come educatore nell’Acr. Dopo la Maturità linguistica entra come alunno nel Seminario Maggiore Arcivescovile Fiorentino dove compie gli studi teologici. Viene ordinato presbitero a Firenze dall’Arcivescovo Cardinale Silvano Piovanelli il 02.06.1996.

Continua la formazione teologica con studi di specializzazione in Teologia Biblica, conseguendo il grado accademico della Licenza presso la Pontificia Università Gregoriana nel 2000; nel percorso accademico per un semestre è a Gerusalemme per seguire corsi presso il Pontificio Istituto Biblico, lo Studium Biblicum Franciscanum e, per lo studio dell’ebraico moderno, l’Ulpan. Conclude gli studi biblici conseguendo il Dottorato in Teologia Biblica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale nel 2007. In questi anni svolge anche ministero pastorale come Vicario parrocchiale a S. Stefano in Pane a Rifredi dal 01.08.1996 al 23.09.2007; successivamente, dal 23 settembre 2007 al 10 settembre 2011 è parroco “in solidum” moderatore della parrocchia dell’Immacolata e S. Martino a Montughi.

A settembre del 2011 chiede di essere inviato missionario come presbitero “fidei donum” a N’Djamena, con una convenzione tra l’Arcidiocesi di Firenze e quell’Arcidiocesi del Tchad, che lo vede impegnato dal 10 settembre 2011 al 31 dicembre 2022. Il suo apostolato nell’Arcidiocesi di N’Djamena si svolge dal 2011 al 2017, con i seguenti incarichi: parroco di Sainte Joséphine Bakhita d’Atrone 1 a N’Djamena, docente di Sacra Scrittura nel Seminario Maggiore Nazionale St Luc de Bakara; responsabile diocesano della pastorale vocazionale e segretario della Commissione episcopale per le vocazioni; membro del Collegio dei Consultori (2013-2016), cappellano del carcere di N’Djamena.

Nel 2018 viene eretto dalla Santa Sede il Vicariato Apostolico di Mongo e a don Gambelli viene chiesto di accompagnare la nascita di questa nuova Chiesa locale, per cui egli è al servizio di quel Vicariato dal 2018 al 2022, con i seguenti uffici: parroco della Cattedrale di St. Ignace a Mongo; responsabile della pastorale giovanile diocesana; cappellano del carcere di Mongo; Vicario delegato (cioè generale) dal 2019 al 2022. Il 01.03.2023 don Gambelli rientra a Firenze e viene nominato parroco della Madonna della Tosse, vice-direttore spirituale del Seminario Maggiore Arcivescovile Fiorentino, cappellano del Carcere di Sollicciano, incarichi che ricopre al momento della sua nomina ad Arcivescovo di Firenze.

© Riproduzione riservata

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