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Ex Gkn Campi, operai occupano torre San Niccolò a Firenze

La protesta. Tutta la notte in cima alla torre. "Bonifico di tutti gli arretrati. Liberare contratto nazionale e integrativo". A novembre scorso l'occupazione in Consiglio Comunale a Firenze

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FIRENZE – Ex Gkn Campi, operai occupano torre San Niccolò a Firenze.

Hanno trascorso tutta la notte sulla torre di San Niccolò a Firenze, sulla quale erano saliti ieri sera venerdì 30 novembre in segno di protesta, gli operai del Collettivo di fabbrica dell’ex Gkn di Campi Bisenzio, Firenze, ora Qf in liquidazione. Chiedono l’immediato pagamento della cassa integrazione spettante. Sono da mesi senza stipendio.

“La delegazione di lavoratori Gkn è ancora sopra la torre e non ha ancora intenzione di scendere! Gli altri e le altre sono sotto a presidiare ed a assisterli”.
Ex Gkn Campi, operai occupano torre San Niccolò a Firenze
Ex Gkn Campi, operai occupano torre San Niccolò a Firenze

La protesta in uno dei luoghi simbolo di Firenze dopo un’altra protesta eclatante lo scorso novembre, l’occupazione del Consiglio Comunale a Firenze.

Una vertenza iniziata 8 luglio 2021 con un licenziamento collettivo via email per 422 persone.

Gli operai hanno ricevuto la visita dei consiglieri comunali di Sinistra progetto in Comune Antonella Bundu e Dimitri Palagi, mentre sotto alla torre è presente un gruppo di persone tra i quali simpatizzanti e altri operai.

I lavoratori hanno affisso alcuni striscioni tra cui uno con scritto ‘Scusa Firenze, quella lotta è di tutti e per tutti’ e un altro che recita “Gkn non si tocca’.

 

Ex Gkn Campi, operai occupano torre San Niccolò a Firenze
Ex Gkn Campi, operai occupano torre San Niccolò a Firenze

 

Ex Gkn Campi, operai occupano torre San Niccolò a Firenze
Ex Gkn Campi, operai occupano torre San Niccolò a Firenze
Scrivono i lavoratori via social: “Bonifico di tutti gli arretrati, pagare tutto il dovuto, liberare il contratto nazionale e integrativo che l’azienda ha di fatto preso in ostaggio, mandare le buste paga mancanti (da dicembre ad oggi!!), reintegra dei colleghi indotti ingiustamente a licenziarsi, dare il via al piano di reindustrializzazione dal basso elaborato dai lavoratori”.
Poi fanno il punto:
“Nel dicembre 2021 l’ operazione di passaggio da Gkn a Borgomeo forse ha l’unico scopo di dichiarare finita una vicenda che non lo è. La finta reindustrializzazione forse serve solo a completare la chiusura voluta da Gkn/Melrose. Ad oggi nessuno sa quali siano i veri accordi intercorsi tra la vecchia e la nuova proprietà. Dai licenziamenti dichiarati si passa ai licenziamenti mascherati e indotti”.
“Dalla speculazione finanziaria forse si passa a quella immobiliare. Lo stabilimento fa gola ma deve evidentemente essere “liberato” dai dipendenti che invece vogliono tornare a lavorare”.
“Inizia una vile telenovela dove l’azienda piange per la mancanza di cassa integrazione, quando in verità si rivela incapace di agganciare qualsiasi cassa integrazione. Lo scopo vero è ben altro. Affamarci, farci impazzire, farci mollare”.
“Dopo avere richiesto dieci messi di cassa integrazione ordinaria, rifiutata dall’Inps, l’azienda riceve in regalo dal Governo 10 mesi di cassa integrazione 11 ter retroattiva (da gennaio a ottobre 2022)”.
“Da novembre 2022 l’azienda cessa di pagare e di consegnare le buste paga. 238 decreti ingiuntivi di pagamento vengono accolti dal Tribunale di Firenze. Le opposizioni dell’azienda vengono respinte. Il Tribunale stabilisce che, in assenza di cassa, abbiamo diritto a stipendio pieno. Stabilisce anche che lo stabilimento è assolutamente agibile, per chi lo vuole reindustrializzare. L’azienda impassibile, non paga. Iniziano i pignoramenti”.
“Passano 8 mesi. Nella disperazione, tanti sono costretti a licenziarsi per agganciare anche solo la Naspi (la disoccupazione). Il Governo assente, di colpo concede una cassa integrazione cucita su misura a Borgomeo. È una cassa retroattiva, senza causale, per presunta indisponibilità dello stabilimento. Il Governo della legalità ignora le sentenze dei tribunali. La cassa blocca i decreti ingiuntivi e probabilmente anche i pignoramenti. Sommati, Qf ha ricevuto 17 mesi di cassa retroattiva. Almeno, però, riceviamo qualche spicciolo?”
“No, per fare partire i pagamenti, l’Inps ha bisogno dei flussi mandati dall’azienda. I flussi di ogni mese dovrebbero essere pronti entro il 16 di ogni mese successivo. Ma l’azienda non fornisce all’Inps i flussi corretti e ad oggi forse solo quelli di ottobre, novembre, dicembre 2022. Tra le lungaggini di una Inps ridotta al lumicino e i giochi dell’azienda, ad oggi ancora non abbiamo visto un euro”.
“Ricapitoliamo: è stato sancito che si può non pagare per mesi i dipendenti, farli licenziare e poi retroattivamente il Governo ti condona il dovere di pagare gli stipendi. Che tu puoi scoprire retroattivamente nel maggio 2023, il tuo reddito 2022. Che si può cessare improvvisamente di mandare le buste paga, anche per evitare che il dipendente possa farle valere di fronte a un giudice. Che puoi comprare, forse senza nemmeno pagare, un’azienda in fase di delocalizzazione e fare il lavoro sporco al posto della multinazionale che scappa. Tutto sotto gli occhi di un sistema: di tavoli ministeriali e di una vasta attenzione mediatica”.
“Pagate subito e si dia il via alla discussione sulla reindustrializzazione. Intervento pubblico ora. Commissariare Qf. Obiettivo 370 posti di lavoro. Fabbrica socialmente integrata, produzioni ecologicamente avanzate. Non per noi. Per tutte/i”.

© Riproduzione riservata

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