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Giornata della Gentilezza, perché abbiamo bisogno di pensare più al bene comune e meno a noi stessi

La gentilezza cambierà il mondo? Forse sì, quello che è certo è che ne servirà moltissima, in un’epoca dove ‘vince’ chi urla, l’individualismo e la maleducazione regnano sovrani e la politica soffia sul fuoco della paura e della rabbia. Ecco dunque che la Giornata internazionale della Gentilezza, che cade il 13 novembre di ogni anno, è l’occasione perfetta per guardare oltre e provare a impegnarci per primi. Perché tutto comincia dal basso: dal territorio e dalle persone, dalla comunità e dalle pratiche gentili per il bene comune, come ha spiegato a Demografica Adnkronos Luca Nardi, insegnante di sostegno e presidente dell’associazione Cor et Amor, che ha dato vita a un progetto particolare, legato proprio alla gentilezza, che man mano si sta diffondendo e ampliando, regalandoci un po’ di ottimismo sul fatto che non tutto è perduto.

La gentilezza amorevole, per il bene della comunità

La gentilezza può essere interpretata in vari modi, sottolinea il professore: “Da quella più di testa, un po’ più manipolativa, a quella più legata alla buona educazione o alla formalità, fino a quella di cuore, disinteressata, legata un po’ più all’aspetto amorevole, sincero, autentico“. È su quest’ultima che puntano il progetto di Nardi e dell’associazione Cor et Amor, ‘Costruiamo gentilezza’, basato su comunità messe in rete tra di loro che partecipano e agiscono. “Quello che proviamo a promuovere noi è un concetto di gentilezza legato alla comunità, all’evoluzione umana e in particolar modo alla gentilezza amorevole (…), che uno fa perché tiene al bene comune”, evidenzia Nardi.

Ma cosa fa concretamente Cor et Amor, nata nel 2014 per “per diffondere i giochi della gentilezza come strumento educativo” e di allenamento alle pratiche gentili, e poi evoluta in una miriade di attività all’apparenza anche semplici, addirittura banali, ma che hanno un vero impatto sulle persone e il loro benessere? “Durante la pandemia noi del consiglio direttivo di Cor et amor abbiamo avuto del tempo per pensare, ed è nata l’idea di creare un progetto con una scadenza, quindi 21 marzo 2036, ed è nato così ‘Costruiamo gentilezza’”.

Creare pratiche gentili per il bene comune

“L’obiettivo per questa data è quello di far sì che tutti in Italia, ma stiamo guardando anche oltre confine, siano in grado di creare soluzioni, pratiche gentili per il bene comune. L’idea è che, se uno ha le risorse economiche da investire in welfare, li faccia. Se uno non ce l’ha, nessuno deve essere escluso”, spiega Nardi. Un punto importante è infatti che le iniziative sono a costo zero o quasi: “Non abbiamo sponsor alle spalle e quello che lo facciamo cerchiamo di farlo in economia, attingiamo al massimo a bandi pubblici”.

E la risposta c’è: “Stiamo abituando i bambini, i ragazzi, ma anche gli adulti, a trovare soluzioni per bisogni e desideri a costo zero o quasi. E il tutto lo sta facendo volontariamente, cioè ognuno di noi ha un altro lavoro nella vita, ma ci tiene a lasciare un segno un mondo migliore ai giovani di oggi”.

“Da una parte ci sono gli ambasciatori di Costruiamo Gentilezza che sono gli associati a Cor et Amor: sono 100 in tutta Italia e loro coinvolgono le proprie comunità di riferimento a partecipare al progetto e a creare pratiche gentili. E poi ci sono i Costruttori di gentilezza: assessori, insegnanti, medici, pediatri, imprenditori”, ovvero “tutte persone che nelle rispettive comunità attivano i cittadini a creare pratiche gentili a costo zero per il bene comune e in particolar modo dei bambini e dei ragazzi. Sono circa 1800 e il tutto sta andando avanti anche a livello di passaparola, e piano piano il progetto prende forma”, continua Nardi.

“Non siamo noi a dire cosa devono fare, ognuno sa cosa deve fare nel proprio territorio; semplicemente condividiamo le idee, le mettiamo in rete e cerchiamo di creare effetti moltiplicatori sulle pratiche gentili che vengono ideate o generate, e piano piano raccontiamo anche la storia del progetto”.

Alcuni esempi? La creazione di ‘orti gentili’ in uno spazio pubblico, lasciando gli strumenti a disposizione della comunità per prendersene cura. Oppure le tartarughe Ninja entrate nel reparto di pediatria a Pisa con le pizze a forma di cuore, oppure la lezione nel carcere di Ivrea condotta per i detenuti e i loro figli da una ‘pizzeria della gentilezza‘. “Sono tutte azioni particolari che incidono sul modo di pensare essere e delle persone”, evidenzia Nardi raccontando anche l’esperienza di “Anna Vitiello, una signora di Torre Annunziata che sta trasformando la propria comunità attraverso l’arte murale”. Le persone si sono “messe a ridipingere il proprio territorio con i colori, si sono autotassate per comprare le vernici. L’hanno fatto perché si sono accorte che i bambini e i ragazzi vivono in un ambiente spesso desolante e questo incideva anche sul loro benessere”. Ora si sta creando un microturismo, fa sapere il professore, “perché le persone vanno a vedere questi rioni che prima erano inaccessibili, e hanno aperto anche alcune piccole attività, microartigiani”.

Gli assessori alla gentilezza

Uno dei cardini del progetto sono gli assessori alla gentilezza. Nardi e Cor et Amor, nel 2018, hanno inviato “una mail a tutti i sindaci del Canavese, in provincia di Torino, invitandoli a riconoscere la delega alla gentilezza. Tra tutti i sindaci, ce n’è stato uno che è stato particolarmente coraggioso o folle, dipende dai punti di vista, che ha dato fiducia a questa idea”. La cosa ha preso piede, e oggi “sono 300 i Comuni in Italia ad avere un assessorato alla gentilezza e anche quattro Province”.

Ma a cosa serve un assessore del genere? Il professore spiega: “È un riferimento per un bambino, per un ragazzo, verso l’amministrazione comunale: è uno strumento in più” che rende concrete iniziative di tutti i tipi, declinate in base alle peculiarità dei territori. Come le panchine viola, ormai ben oltre 300 in tutta Italia, realizzate anche all’insaputa di Cor et Amor, oppure giochi tra bambini e nonni nelle case di riposo, oppure l’attivazione dei Consigli comunali delle ragazze e dei ragazzi. O ancora, attività con un impatto (positivo) sull’ambiente, come le ripuliture, o commerciali, coinvolgendo anche i piccoli negozi locali. “Dipende un pochino la delega che hanno. Ad esempio un assessore alla gentilezza della provincia di Como con la delega allo sport ha creato una serata sport e inclusione”, precisa Nardi.

I più giovani al centro del progetto: i Consigli comunali delle ragazze e dei ragazzi

Bambini e ragazzi sono al centro del progetto. Non perché agli adulti non serva un’educazione alla gentilezza, ma perché i primi “rappresentano il bene comune, il presente ma anche il futuro della comunità stessa. Quindi è una qualche cosa che stimola, che motiva le persone ad agire, ed agendo gli adulti dovrebbero migliorare lo loro stessi”, commenta il presidente di Cor et Amor.

Un’espressione importante dell’impegno di Costruiamo gentilezza in questo senso sono i Consigli comunali delle ragazze e dei ragazzi, basati sull’idea di “fornire esempi buoni facendo emergere chi è già predisposto a comunicare, a portare avanti dei valori, a essere da riferimento per i propri compagni”. Lo scopo è anche quello di far capire ai giovani che le loro idee possono essere attuate, e quindi abituarli a ragionare in termini di creare soluzioni a costo zero. Inoltre, questi giovani saranno gli adulti di domani e potranno “portare avanti i valori che hanno acquisito durante queste esperienze”, magari anche come “amministratori pubblici, governatori o, chissà, ministri”, immagina Nardi.

Combattere bullismo e violenza con la gentilezza

Parlare di ragazzi significa però affrontare anche il tema del bullismo. Come si può fare? “Identificando la gentilezza come antidoto, quindi trasmettendo la cultura e abituando i giovani a conoscere la gentilezza, sensibilizzandoli ad attività culturali con le scuole. Quindi spazio ai giochi della gentilezza o ad attività mirate a allenare il rispetto sul prossimo”.

Un esempio è “l’alfabeto della gentilezza, cioè abituare le persone a usare le parole gentili e anche tra i giovani: non è una cosa banale”. Oppure, per toccare l’ambito social, la cyber gentilezza: nel 2023 i ragazzi delle quinte a Senigallia hanno sviluppato un manifesto con alcuni punti per navigare gentilmente sul web e poi hanno l’hanno presentato uno spettacolo pubblico alla fine dell’anno scolastico”.

Un ruolo ce l’hanno anche qui i Consigli comunali delle ragazze e dei ragazzi, che “dovrebbero cercare di sensibilizzare i propri coetanei a portare avanti comportamenti pro-sociali e o per il bene comune. Nonostante gli stimoli in senso inverso”, sottolinea Nardi, per il quale comunque “i modelli positivi ci sono”, anche se magari fanno meno rumore.

“Pensare a cosa fare di bene, per vivere meglio”

Le iniziative del progetto sono tante, potete trovare sul sito ufficiale di Costruiamo gentilezza, dove si possono anche scaricare le ‘Istruzioni per l’Uso’ per costruire pratiche gentili nella quotidianità, messe a punto da Nardi e dalla pedagogista Clara Fusco: in pochi mesi sono oltre 10mila i download, segno di come il tema susciti interesse. Ma qual è il consiglio del professore per portare più gentilezza nella vita di tutti i giorni? “Essere creativi, ascoltare il cuore e essere sempre autentici in quello che si fa. E soprattutto quando uno crea qualcosa farlo per la collettività, abituarsi a pensare in modo un po’ più aperto anziché solo individualmente”. Perché “se uno già al mattino si sveglia e pensa a cosa possa fare di bene per il prossimo, anche la giornata la vivi in modo diverso”, conclude Nardi.

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content.lab@adnkronos.com (Redazione)

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