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Zelensky al Festival. Con censura. Perché Sanremo è Sanremo

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Zelensky

al Festival di Sanremo. Con tanto di censura.

Che adesso si chiama controllo preventivo.

E’ quanto deciso dal CdA Rai riunitosi, e dichiaratosi ignaro del super ospite ucraino, dopo le polemiche che si sono scatenate per l’annuncio del presidente ucraino sul palco dell’Ariston con messaggio video nella serata finale del Festival targato Amadeus.

Amadeus che si ritrova a gestire un vero e proprio caso tra una canzone e l’altra.

Ma che può anche smettere di faticare correndo con Morandi negli spot per promuovere il Festival.

Tanta è la portata pubblicitaria dell’evento Zelensky per la kermesse di cui è direttore artistico oltre che conduttore record di ascolti.

Zelensky al Festival di Sanremo sta scatenando un’infinità di polemiche.

Zelensky super ospite in video in quello che è il vero grande rito italiano.

Con una platea di ascolti record in Eurovisione.

E Zelensky attore presidente grande stratega della comunicazione lo sa bene.

Sa bene quanto conti per la sua causa Ucraina presentarsi ai grandi eventi, come a Cannes, ai Grammy, al Festival di Venezia.

Sa bene cosa significhi interrompere il divertimento in outfit da guerra con le parole della tragedia ucraina, che è reale, non è uno show, sferrate una a una come un pugno nello stomaco.

Snocciolando il dramma, i civili morti, i bambini assassinati. Che ormai non si contano più.

E’ importante per tenere alta l’attenzione internazionale.

E’ importante per continuare a ricevere le armi.

Chiamiamole armi per comodità, vista l’escalation delle richieste. E soprattutto della guerra.

Miliardi di euro in aiuti militari chiesti da Zelensky sempre in arrivo.

E’ importante per Zelensy ma anche e soprattutto per l’Italia irrompere con la guerra in una kermesse nazional popolare come il Festival di Sanremo.

Perché l’Italia, si sappia, è ancora in stato di emergenza per l’Ucraina.

Con quello che ne consegue.

E’ importante perché il Governo italiano, di Draghi in Meloni, sta continuando a deliberare risorse molto significative per gli aiuti militari a Zelensky.

E questo in qualche modo va motivato come doveroso oltre che dovuto se poi non ci sono altrettante risorse in più per le situazioni di difficoltà in Italia.

O se magari questi aiuti miliardari sottraggono risorse alle difficoltà italiane.

Difficoltà anche generate da decisioni prese per sostenere la resistenza dell’Ucraina contra la Russia invasore.

Va spiegato perché l’Italia schierandosi da subito è lei stessa in guerra.

Va spiegato perché mai e poi mai si parla di dialogo, mediazione e diplomazia.

E allora ben venga Sanremo, per l’Italia e per Zelensky.

La vera platea ideale per veicolare agli italiani tutto quello che sta dietro il messaggio di Zelensky che, soluzione all’italiana, prima di apparire nella serata finale, verrà sottoposto a controllo preventivo.

Un’annotazione. Non marginale.

Pochi giorni fa Prato ha organizzato una ormai rarissima ovunque manifestazione per la pace. Il sindaco Biffoni ha postato le foto con la tanta gente presente.

Scrivendo: “Potrà essere ingenuo, magari qualcuno potrà valutarlo come utopistico, ma per Prato per la pace erano tanti i cittadini che hanno manifestato tra le strade del centro per la Marcia della Pace. E io lo ritengo un valore, un simbolo, una luce, che dobbiamo sempre tenere accesa perché quello che è più terribile è rischiare di fare l’abitudine all’idea della guerra, vicina o lontana che sia”.

 

© Riproduzione riservata

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