(Adnkronos) – “Negli ultimi anni l’anestesista ha assunto una grande responsabilità, ma anche una straordinaria opportunità: quella di seguire il paziente lungo tutto il percorso perioperatorio, uscendo così dai confini tradizionali della sala operatoria, dove prevale l’aspetto tecnico della nostra professione. Oggi siamo i professionisti in grado di colmare il gap tra la preparazione e l’ottimizzazione medica del paziente e l’atto chirurgico vero e proprio. Il nostro intervento si inserisce in un continuum di cure che va dal preoperatorio precoce al postoperatorio avanzato, gestendo l’impatto della chirurgia sull’organismo e sulle patologie preesistenti. Questo approccio ci consente di offrire una medicina di maggiore qualità, sempre più personalizzata e preventiva, tagliata sulle specifiche condizioni del singolo paziente (tailor-made)”. Così Edoardo De Robertis, responsabile area culturale Anestesia e medicina perioperatoria Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), all’Adnkronos Salute racconta l’evoluzione e il futuro dell’anestesia, tema al centro del Camp 9 – Congresso di anestesia e medicina perioperatoria, promosso dalla società scientifica, che si è aperto oggi a Firenze. La sfida è “fondere l’analisi tecnologica avanzata con la nostra competenza clinica ed esperienza umana, per offrire una medicina sempre più predittiva, personalizzata e sicura per ogni paziente – spiega De Robertis – L’obiettivo è anticipare e prevenire le complicazioni che lo stress chirurgico potrebbe indurre su una condizione patologica già esistente. In questo percorso, la componente umana e quella tecnologica sono inscindibili – sottolinea – Il rapporto umano con il paziente è prioritario, ma la nostra è anche una specialità fortemente tecnologica. Negli ultimi anni, la tecnologia ci ha permesso di migliorare la capacità di valutazione, passando da un approccio reattivo a uno predittivo: oggi molti sistemi sono in grado di segnalarci in anticipo alterazioni che potrebbero evolversi in eventi critici, consentendoci interventi molto più tempestivi. Inoltre, l’implementazione delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, attualmente in fase di studio, promette di rivoluzionare ulteriormente il nostro lavoro. L’Ai sarà in grado di raccogliere, analizzare e integrare una vasta mole di dati clinici, supportando l’anestesista nell’elaborare strategie terapeutiche ancora più precise ed efficaci”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Anestesista De Robertis: “Con il paziente in tutto precorso perioperatorio”
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