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Sanremo 2025, Willie Peyote chi è: significato nome d’arte, le polemiche sui brani e la visione della società

(Adnkronos) –
Willie Peyote è uno dei protagonisti del Festival di Sanremo 2025. Il titolo del brano che l’artista porterà sul palco del Teatro Ariston è ‘Grazie ma no grazie’. L’artista torna in gara alla kermesse canora per la seconda volta a distanza di quattro anni. Pseudonimo di Guglielmo Bruno, Willie Peyote è un cantante e rapper italiano nato a Torino nel 1985. Il suo nome d’arte unisce Wile E. Coyote con il peyote, pianta allucinogena proveniente dall’ America settentrionale. Willie è un riferimento al suo vero nome di battesimo. Ha conseguito la laurea in scienze politiche con una tesi sulla rivolta di Los Angeles del 1992 come conseguenza del pestaggio di Rodney King da parte della polizia. Prima iniziare la propria carriera da rapper, ha lavorato in un call center. Entrambi i genitori sono musicisti: “Mio padre era musicista e fin da piccolo l’ho seguito nei concerti”, ha raccontato Willie a Rockit. E Gugliemo, spinto dal resto della famiglia, ha iniziato a suonare il basso, quasi per la necessità di non sentirsi “escluso”. Il suo stile musicale è eclettico: passa dal rock, al punk, rap, hip-hop. Comincia a entrare nel mondo della musica nel 2004 insieme a due amici, formando la band ‘Clique’. Nel 2011 pubblica il suo primo album solista dal titolo ‘Il manuale del giovane nichilista’. La svolta arriva nel 2015 quando pubblica l’album ‘Educazione Sabauda’, accolto positivamente dalla critica. Tra i brani spicca, ‘Io non sono razzista ma…’, che ha creato dibattito pubblico. Durante un’esibizione dell’aprile del 2017 a ‘Che tempo che fa’ da Fabio Fazio, il brano attira le critiche di Maurizio Belpietro, del quotidiano ‘La Verità’. Secondo quest’ultimo il giovane rapper torinese è reo di accusare l’Italia intera di svariate forme di xenofobia. A novembre del 2020 esce ‘La depressione è un periodo dell’anno’, singolo che racconta con amarezza e lucidità il periodo di difficoltà dovuto al Covid-19. Nel 2021 ha preso parte al Festival di Sanremo 2021 con il brano ‘Mai dire mai (la locura)’ classificandosi sesto e vincendo il Premio della Critica. I testi di Willie Peyote contengono una sempre velata denuncia sociale, l’artista offre la sua visione del mondo con un mix di cinismo e autoironia: “Le cose che mi succedono, che leggo, che sento raccontare sono motivo di ispirazione. Semplicemente quello che mi circonda, ecco. Il compito di chi fa comunicazione o di chi scrive è quello di stare sempre in ascolto verso l’esterno e poi riportare”, aveva detto a Cromosomi. Willie Peyote si dichiara tifoso del Torino, la squadra della sua città natale. Sulla sua vita sentimentale non ci sono molte informazioni, Gugliermo mantiene un certo riserbo sulla sfera privata. Quello che è chiaro dai suoi testi è che ha una visione dell’amore non proprio rose e fiori. “Il titolo è un gioco: è la risposta ironica a quelle frasi e situazioni che ci mettono in difficoltà e da cui proviamo a svicolare per evitare discussioni”, ha raccontato a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’ Ma che storia triste, avevo aspettative basse E sai già come finisce visto da dove si parte Tu vorresti che la gente ti capisse, la ami come se lei ricambiasse E c’hai provato anche più volte dei Jalisse ma l’insistenza non è mai così di classe Certi discorsi vanno presi con le pinze oppure provocano risate grasse E te la aspetti ma ogni volta ti stupisce, guarda le loro facce come se non bastasse Grazie ma no grazie Tanto fanno finta ma lo sanno Più è profondo e meno paga, quasi sempre meglio stare in superficie: Salvagente Le risposte che ti danno sembran fatte con lo stampo Quindi metterò le mani avanti, due passi indietro ogni passo avanti Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze Grazie ma no grazie Questa gente non fa un cazzo li mantengo tutti io con le mie tasse Grazie ma no grazie Dovresti dare meno ascolto ai sentimenti che non sono mai dei buoni investimenti Dovremmo organizzare una rimpatriata tipo una cena di classe Grazie ma no grazie Grazie ma no o o o Davvero grazie ma C’è chi non sa più come scrivere, non sa come parlare Non sa a quali parole deve mettere ad esempio l’asterisco al plurale C’è chi non sa più come ridere, non sa come scherzare E vuole la tradizione se la confusione qua è generale “Eh oggi va così chissà domani” Domani domani do-do-domani magari riesco a capire gli esseri umani Chi bacia sulla bocca i propri figli e c’è chi bacia sulla bocca i propri cani E quanto va di moda il vittimismo di chi attacca ma dice che si difende C’è chi dice non si può più dire niente, poi invece parla sempre, almeno sii coerente Almeno per stavolta che c’è chi ancora ti da corda E c’è chi ha perso la memoria e vorrebbe che tornasse come se non bastasse Grazie ma no grazie Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze Grazie ma no grazie Questa gente non fa un cazzo li mantengo tutti io con le mie tasse Grazie ma no grazie Dovresti dare meno ascolto ai sentimenti che non sono mai dei buoni investimenti Dovremmo organizzare una rimpatriata tipo una cena di classe Grazie ma no grazie Grazie ma no o o o Davvero, grazie ma no Storia triste, aspettative basse C’è chi sparisce finché si calmano le acque (ma che storia triste) C’è chi annuisce tra le frasi fatte vince chi stupisce sempre a mani basse Grazie ma no grazie Grazie ma no o o o Davvero, grazie ma no grazie —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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