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Ucraina, su terre rare ‘accordo opaco’: sogno Trump si scontra con realtà

(Adnkronos) –
Molte delle risorse minerarie ucraine, su cui il presidente americano Donald Trump ha messo gli occhi come ‘risarcimento’ per gli aiuti forniti a Kiev, sono in realtà difficili da sfruttare, soprattutto in tempo di guerra. Lo fa notare la Cnn che ha visitato la miniera di titanio assediata a Irshansk, nel nordovest dell’Ucraina, la cui estrazione appare urgente. Ma che si scontra con il problema di una “elettricità che alimenta le grandi macchine e che è a volte è disponibile solo tre ore al giorno”, per i grandi danni inflitti dalla forze armare russe alle infrastrutture elettriche dell’Ucraina. Alcuni attuali ed ex funzionari statunitensi hanno espresso dubbi sulla tesi di Trump secondo cui il potenziale accordo con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky offrirebbe agli Stati Uniti un facile accesso a una serie di minerali di terre rare. “Adesso non sappiamo più se e come andrà avanti il ​​nostro lavoro”, ha detto Dmytro Holik, direttore dell’impianto di estrazione e concentrazione del conglomerato ucraino Group DF. “Ogni giorno assistiamo alla distruzione del sistema energetico ucraino. Ogni giorno, intere regioni vengono tagliate fuori in caso di emergenza”, ha aggiunto, riferendosi ai droni e missili con cui ogni notte la Russia colpisce le case e le infrastrutture energetiche ucraine. Il personale dell’impianto di Irshansk è composto per lo più da uomini, esentati dalla leva obbligatoria perché il titanio è considerato un settore importante. I profitti sono bassi, le prospettive sono scarse. “La nostra azienda è ora molto instabile e questo comporta un costo molto elevato dei nostri prodotti”, ha spiegato Holik. 
La natura dell’accordo quadro, che secondo un testo visionato dalla Cnn sarebbe stato firmato dal Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent e dal Ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha, è stata definita ”tanto opaca quanto gli elementi del settore che cercano di sfruttare”. La Cnn spiega che il testo si riferisce alla metà del valore delle ”risorse naturali rilevanti di proprietà del governo ucraino”, ma afferma che i dettagli specifici saranno ”concordati da entrambi i partecipanti, come potrebbe essere ulteriormente descritto nell’accordo del Fondo”. L’accordo prosegue affermando che questi non includeranno ”le fonti di entrate correnti già parte delle entrate di bilancio dell’Ucraina”. 
L’entità della ricchezza mineraria dell’Ucraina non è chiara, fa notare la Cnn. I funzionari ucraini ammettono di fare affidamento sulla datazione geologica dell’era sovietica, ma in una recente presentazione del ministero dell’Ecologia e delle Risorse Naturali Kiev ha affermato di possedere il 7% della produzione mondiale di titanio e il 3% delle riserve di litio che non sono ancora state estratte. L’Ucraina ha anche affermato di essere tra le prime cinque nazioni per riserve di grafite e di avere depositi di minerali di terre rare come tantalio, niobio e berillio.  Prima dell’invasione russa, l’US Geological Survey aveva affermato che l’Ucraina era il quinto produttore di spugna di titanio e il sesto produttore di grafite. Definiva inoltre l’Ucraina una fonte di scandio. La geologa Natalia Bariatska, membro dell’Australian Institute of Geoscientists, ha affermato che ”è molto difficile parlare del valore effettivo di questi depositi. Possiamo parlare del valore degli elementi nel sottosuolo, ma dobbiamo capire che ci vogliono molti investimenti per estrarli, elaborarli e venderli”. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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