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Scienza & Salute: ‘La lenticchia, legume salutare nel segno della biodiversità’

(Adnkronos) – “Considerato legume ad alto valore nutritivo, la lenticchia è il seme di un’erba annuale originaria della Mesopotamia, da dove si è poi diffusa essendo oramai coltivata un po’ dappertutto, in Asia, Turchia, America settentrionale e centrale e in Africa, anche se è l’Italia il maggiore produttore di lenticchie di ottima qualità. Il suo sapore varia a seconda delle dimensioni e del colore: generalmente le più gustose sono quelle a seme piccolo”. Di questi legumi ‘lenticolari’, che alcuni reperti tombali ci dicono essere stati molto apprezzati già presso gli Egizi, tratta l’odierna puntata de Il Gusto della Salute, il format online condotto dall’immunologo Mauro Minelli, docente di elementi di nutrizione umana e nutraceutica alla Lum. Le lenticchie “sono considerate legumi ad alto valore nutritivo per l’abbondante contenuto in proteine (tra le leguminose sono le più ricche) cui si aggiungono sali minerali come potassio, fosforo, ferro, e poi ancora fibre solubili e insolubili oltre che vitamine del gruppo B. Esistono – spiega Minelli – numerose varietà di lenticchie differenti per forma, dimensione e colore. Ci sono quelle verdi, una delle varietà più comuni in grado di mantenere bene la loro forma durante la cottura. Le lenticchie rosse sono molto popolari in India e si cuociono velocemente, diventando morbide e cremose. Le lenticchie nere (o beluga) che per forma e dimensioni richiamano il caviale, sono apprezzate per il loro gusto intenso. Le lenticchie marroni, le più diffuse al mondo, cuociono in circa 20-30 minuti e sono assai versatili in cucina, potendo felicemente intervenire in moltissime ricette. Nel nostro Paese, caratterizzato da una forte biodiversità, la lenticchia viene differenziata anche a seconda dell’area geografica di produzione in ragione di alcune sue specifiche peculiarità”.  “Avremo, pertanto: Lenticchie di Castelluccio di Norcia, molto piccole ma considerate tra le più pregiate perché particolarmente saporite, grazie al fatto che la pellicina sottile che avvolge i semi quasi scompare dopo la cottura; Lenticchie verdi di Altamura, leggermente più grandi rispetto a quelle marroni, adatte alla preparazione di contorni; Lenticchia rossa, conosciuta anche come ‘lenticchia egiziana’, molto diffusa in medio oriente, commercializzata decorticata, richiede un tempo di cottura piuttosto breve; Lenticchia di Villalba, d
i dimensione piuttosto grande rispetto alle precedenti; Lenticchie di Ustica, p

iccole, tenere, saporite e dal colore marrone scuro, crescono sui terreni vulcanici dell’isola e sono ancora oggi coltivate con pratiche manuali; Lenticchia dell’armuña, f
amose per il loro gusto e la loro morbidezza, queste lenticchie di origine Spagnola sono famose per la loro qualità e il sapore unico”. Da ricordare ancora le l
enticchie di Santo Stefano di Sessanio e quelle di Poggio Umbricchio. “Complete sul piano nutrizionale, molto salutari, economiche e facili da coltivare, le lenticchie hanno un ruolo chiave sia nella storia dell’alimentazione umana che nella cucina moderna, rappresentando in alcuni momenti, elemento fondamentale della tradizione culinaria a tavola. In ogni menù di Capodanno che si rispetti non può mancare il tipico piatto di lenticchie e cotechino. Questo perché è tradizione popolare che le lenticchie vadano mangiate alla fine dell’anno in quanto considerate dispensatrici di fortuna e di prosperità per l’anno nuovo”, conclude.  —altrowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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