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Addio a papa Ratzinger. Omelia di papa Francesco

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“Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce”. L’omelia di Papa Francesco per i funerali di papa Ratzinger, Benedetto XVI , chiedendo di “affidare il nostro fratello alle mani del Padre: che queste mani di misericordia trovino la sua lampada accesa con l’olio del Vangelo, che egli ha sparso e testimoniato durante la sua vita”.

Addio al papa emerito giovedì 5 gennaio in piazza San Pietro.

Funerali senza giornata di lutto in Vaticano. 

Le spoglie del Papa emerito al termine dei funerali trasferite nelle Grotte vaticane, nella tomba che fu di Giovanni Paolo II.

Circa 130 i cardinali a concelebrare i funerali di Benedetto XVI. A loro si aggiungono i circa trecento vescovi e i 3.700 sacerdoti giunti da ogni parte del mondo.

Teste coronate e politici per l’ultimo saluto a papa Ratzinger, morto il 31 dicembre 2022.

Nella prima fila dei posti delle autorità accanto al Capo dello Stato Sergio Mattarella, la premier  Giorgia Meloni. Con loro il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher.

Presenti, tra gli altri, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Tra i reali, la regina Sofia di Spagna.

La bara di Ratzinger è stata collocata sul sagrato. Decine di migliaia di fedeli. Imponenti misure di sicurezza.

Sopra la bara è stato collocato un Vangelo aperto.

E’ un lungo e commovente applauso ad accogliere a Piazza San Pietro l’arrivo della bara di Benedetto XVI trasportata dai sediari.

Piazza San Pietro è già piena alle prime ore di una giornata nebbiosa. Bandiere tedesche sventolano nel cielo e la corsa per un posto a sedere è serrata.

Sono arrivati all’alba, e forse anche prima, le migliaia di fedeli.
Alle 6.30 già era molto lunga la fila che arrivava dal lato di Porta Sant’Anna.

Papa Bergoglio nell’omelia: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito, il suo ultimo sospiro, potremmo dire, capace di confermare ciò che caratterizzò tutta la sua vita: un continuo consegnarsi nelle mani del Padre suo. Mani di perdono e di compassione, di guarigione e di misericordia,  mani di unzione e benedizione, che lo spinsero a consegnarsi anche nelle mani dei suoi fratelli”

 

Il Vaticano ha reso noto il testo del ‘rogito’ in latino che in un sigillo di metallo è stato messo dentro la bara dove riposano le spoglie di Ratzinger, insieme alle medaglie del pontificato e ai palli. Nel ‘rogito’ si sottolinea la lotta “con fermezza” di Benedetto XVI contro gli abusi sessuali da parte dei preti. “Nella luce di Cristo risorto dai morti, il 31 dicembre dell’anno del Signore 2022, alle 9,34 del mattino, mentre terminava l’anno ed eravamo pronti a cantare il Te Deum per i molteplici benefici concessi dal Signore, l’amato Pastore emerito della Chiesa, Benedetto XVI, è passato da questo mondo al Padre. Tutta la Chiesa insieme col Santo Padre Francesco in preghiera ha accompagnato il suo transito”, si legge.

Quindi una breve biografia di Joseph Ratzinger: “”Benedetto XVI è stato il 265° Papa. La sua memoria rimane nel cuore della Chiesa e dell’intera umanità. Joseph Aloisius Ratzinger, eletto Papa il 19 aprile 2005, nacque a Marktl am Inn, nel territorio della Diocesi di Passau (Germania), il 16 aprile del 1927. Suo padre era un commissario di gendarmeria e proveniva da una famiglia di agricoltori della bassa Baviera, le cui condizioni economiche erano piuttosto modeste. La madre era figlia di artigiani di Rimsting, sul lago di Chiem, e prima di sposarsi aveva fatto la cuoca in diversi alberghi.Trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza a Traunstein, una piccola città vicino alla frontiera con l’Austria, a circa trenta chilometri da Salisburgo, dove ricevette la sua formazione cristiana, umana e culturale. Il tempo della sua giovinezza non fu facile. La fede e l’educazione della sua famiglia lo prepararono alla dura esperienza dei problemi connessi al regime nazista, conoscendo il clima di forte ostilità nei confronti della Chiesa cattolica in Germania. In questa complessa situazione, egli scoprì la bellezza e la verità della fede in Cristo. Dal 1946 al 1951 studiò nella Scuola superiore di filosofia e teologia di Frisinga e all’Università di Monaco. Il 29 giugno 1951 fu ordinato sacerdote, iniziando l’anno successivo la sua attività didattica nella medesima Scuola di Frisinga. Successivamente fu docente a Bonn, a Münster, a Tubinga e a Ratisbona. Nel 1962 divenne perito ufficiale del Concilio Vaticano II, come assistente del Cardinale Joseph Frings. Il 25 marzo 1977 Papa Paolo VI lo nominò Arcivescovo di München und Freising e ricevette l’ordinazione episcopale il 28 maggio dello stesso anno. Come motto episcopale scelse ‘Cooperatores Veritatis'”.

 

© Riproduzione riservata

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