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Beppe Grillo indagato con l’armatore Vincenzo Onorato per contratti pubblicitari con la compagnia di navigazione Moby

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Beppe Grillo è indagato a Milano con l’imprenditore Vincenzo Onorato con l’accusa di traffico di influenze illecite per contratti pubblicitari sottoscritti dalla compagnia di navigazione Moby con il blog Beppegrillo.it.  Perquisizioni e sequestri di documenti da parte della Guardia di Finanza di Milano negli uffici della Beppe Grillo srl e nella sede legale della Casaleggio associati, nonchè negli uffici dell’armatore Onorato. Si stanno valutando anche le chat. L’inchiesta è diretta dai pm Cristina Roveda sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli. Da quanto si apprende dalla Procura, Onorato avrebbe richiesto al fondatore del M5S una serie di interventi a favore di Moby che Grillo avrebbe veicolato a esponenti politici, girando le risposte allo stesso armatore. Il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli e la pm Cristiana Roveda vogliono capire se i soldi sono legati alla prestazione descritta nel contratto pubblicitario oppure se sono soldi per una eventuale mediazione o aiuto al gruppo di navigazione in difficoltà. Le conversazioni tra i due indagati sono emerse nell’inchiesta sulla fondazione Open e sono state trasmesse dalla procura di Firenze a quella di Milano.

Su Moby, ammessa alla procedura di concordato preventivo, è in corso un’inchiesta per bancarotta, coordinata dal pm Roberto Fontana, che vede indagati Vincenzo Onorato e il figlio. L’indagine è partita proprio da una relazione tecnica allegata al concordato preventivo. In particolare dalle attività investigative la società di Beppe Grillo, di cui Grillo è socio unico e legale rappresentante, ‘ha percepito dalla Moby Spa 120.000 euro annui negli anni 2018 e 2019, quale corrispettivo di un ‘accordo di partnership’ avente a oggetto la diffusione su canali virtuali di ‘contenuti redazionali’ per il marchio Moby’. Nel triennio 2018-2020 Moby ha ‘sottoscritto un contratto con la Casaleggio Associati che prevedeva il pagamento di 600.000 euro annui quale corrispettivo per alla stesura di un piano strategico per l’attuazione di strategie per sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholder alla tematica delle limitazioni dei benefici fiscali alle sole navi che imbarcano personale italiano e comunitario”.

Nella relazione tecnica da cui è partita l’inchiesta c’è anche l’elenco dei finanziamenti ai partiti quali 100mila euro a Change, 80mila al Pd, 10mila a Fratelli d’Italia.

 

 

© Riproduzione riservata

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