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Covid, la fine dell’era Speranza. Il Pd: “Orgogliosi di lui”

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Giorgia Meloni reintegrando dal primo novembre medici e tutti gli operatori sanitari senza vaccino Covid ha scritto la parola fine all’era Speranza.

Il Ministro della Salute che ha gestito a suon di green pass e vaccini fino alla legislatura uscente compresa la pandemia Covid. Tenendo l’Italia quasi tre anni in stato di emergenza. Togliendo lavoro e stipendio a chi non si è vaccinato con tanto di multa per gli over 50.

Mettendo chi non si è vaccinato  in lockdown.

Senza conclamarlo.

Ma impedendo ai non vaccinati di viaggiare in bus, treno, andare a un ristorante, al bar, in un teatro, o al cinema.

Restrizioni che non solo hanno dato un duro colpo all’economia, ma che non hanno impedito di fare dell’Italia uno dei Paesi con più morti dichiarati (senza autopsia) di Covid del mondo.

Oltre tutto, grazie a Speranza, ministro pandemico con i Governi Conte e Draghi,  costretti a morire soli, senza la presenza dei propri cari.

Molti morti dopo la ormai tristemente celebre vigile attesa.

Dividendo l’Italia, Speranza con la sua lavagnetta nel Governo Draghi, in buoni e cattivi.

I buoni, va da sé, i vaccinati. In buona parte davvero convinti di essere unici depositari di una verità pandemica da essere ben lieti di discriminare chi nella lavagnetta di Speranza è stato messo dalla parte dei cattivi.

Coloro, i buoni,  che oggi, come il Pd, non ci stanno a vedere un ritorno alla normalità con il reintegro degli operatori sanitari non vaccinati Covid.

Si leggano i post che rimbalzano via social.

Gli unici dell’opposizione ad assumere una posizione estremista sulla decisione del Governo Meloni nel CdM del 31 ottobre sono i dem “Orgogliosi di Speranza”.

Coloro che Speranza lo hanno accolto a braccia aperte, blindandolo nelle liste Pd per farlo eleggere alla Camera.

Pd che con il leader  pisano Letta, alle prese con il consueto esistenzialismo post batosta elettorale del chi siamo dove andiamo, commenta: “Il Governo  Meloni ha fatto nel suo Consiglio dei Ministri di esordio la sua prima scelta. Ha premiato i NoVax. Peggio di così era difficile iniziare. Dare oggi ragione ai negazionisti del Covid, il peggior inizio possibile per il Governo Meloni. E non è un pregiudizio il nostro”.

In perfetta linea estremista di Speranza.

L’unico commento di opposizione da pasdaran dei si vax è quello di Letta.

Non che manchino i pasdaran dei si vax all’interno della maggioranza.

A cominciare da Licia Renzulli, Forza Italia, che nel periodo in cui i virologi Covid erano i veri showmen tv, e incidevano pure dischi a tema,  era tra i sostenitori  più convinti dell’obbligo vaccinale. Sarebbe  il ministero chiesto da Berlusconi per Renzulli e non concesso da Giorgia Meloni il motivo del mancato voto di Forza Italia a La Russa presidente del Senato.

Ora, sia ben chiaro, con in vigore la libertà di scelta (quella che Speranza ha tolto) ognuno sia libero di fare ciò che crede. Per cui se Speranza vuole fare l’uomo mascherato alla Camera ed essere in prima fila per tutte le dosi di vaccino ad oltranza liberissimo.

Vaccino su cui Pfizer è stata chiara in Commissione Europea. È stato chiesto se: “Pfizer avesse testato la capacità del vaccino Covid di bloccare la trasmissione del virus prima di metterlo sul mercato?” dall’europarlamentare Robert Roos, vicepresidente del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, a Janine Small, responsabile per i mercati internazionali di Pfizer.

Risposta di Janine Small:  “No; dovevamo muoverci alla velocità della scienza per capire cosa succedeva”.

La premier Giorgia Meloni sembra marciare spedita. È stata molto chiara nel dire no alle ideologie per quanto concerne la sanità: “Nessuno può prevedere una nuova ondata o una nuova pandemia, ma possiamo imparare dal passato. L’Italia ha adottato le misure più restrittive dell’intero occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche. Ma è tra gli Stati con i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa decisamente non ha funzionato. Non replicheremo in nessun caso quel modello. L’informazione corretta, la prevenzione e la responsabilizzazione sono più efficaci della coercizione. L’ascolto dei medici sul campo è più prezioso delle linee guida scritte da qualche burocrate. E se si chiedono responsabilità ai cittadini, i primi a doverla dimostrare sono coloro che la chiedono: occorrerà fare chiarezza su quanto successo durante la gestione della crisi pandemica. Lo si deve a chi ha perso la vita e non si è risparmiato negli ospedali mentre altri facevano affari miliardari con la compravendita di mascherine e respiratori”.

 

 

 

© Riproduzione riservata

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