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Israele-Iran, si rincorre l’invito al dialogo da parte di Italia e di Europa.
Ma quale dialogo? E soprattutto quale peso di un dialogo?
Il dialogo mai aperto da un’Europa balbettante che arma l’Ucraina da oltre tre anni in un altrettanto mai aperto negoziato per mettere fine alla guerra con la Russia? Individuando nella Russia il solo grande nemico, e continuando a chiedere per Putin anche in queste ore ulteriori sanzioni, senza volgere lo sguardo altrove? Per esempio verso Israele, sempre a quota zero sanzioni, e verso una Gaza da Israele con Netanyahu massacrata?
“Il governo italiano è in prima linea per favorire la de-escalation. Ora più che mai è fondamentale non recidere il filo del dialogo”, ha detto in audizione il vicepremier Tajani, ministro Esteri. In un governo italiano che mai dimentica di ricordare l’amicizia con Israele di Netanyahu.
“Israele ha diritto di difendere la propria esistenza da chi da sempre evoca l’annientamento dello Stato ebraico, finanzia il terrorismo islamico e cerca di dotarsi di armi nucleari per uccidere è distruggere. Ora è fondamentale che tutti lavorino per evitare un’escalation militare, serve uno sforzo comune per fermare le bombe e l’odio, difendere la libertà e ricostruire la pace”, scrive via Fb l’altro vicepremier Salvini, leader Lega.
Israele che di fatto dialogo e negoziati, quelli da parte di Trump, li ha sabotati mentre erano in corso.
E mentre si dialoga di dialogo la situazione precipita di ora in ora. E in nome di una de-escalation siamo ormai in piena e sempre più rapida escalation.
Il presidente israeliano Isaac Herzog ai leader del G7 in Canada, dove è volata la premier Giorgia Meloni: “Se non vogliono che l’Iran sia dotato dell’arma nucleare, i leader del G7 stiano dalla nostra parte. Dovrebbero stare tutti con noi, perché se non vogliono il nucleare, meglio lavorare insieme, con noi, per assicurarci che l’Iran non raggiunga questa capacità e che la regione possa avanzare verso la pace e il dialogo, la coesistenza e il riavvicinamento”.
Trump intanto avverte Teheran: “Se veniamo attaccati in qualsiasi modo, forma o maniera dall’Iran, la piena forza e potenza delle Forze Armate statunitensi si abbatterà su di voi a livelli mai visti prima. Gli Stati Uniti non hanno nulla a che fare con l’attacco all’Iran, della scorsa notte”.
Poi Trump: “Possiamo facilmente concludere un accordo tra Iran e Israele e porre fine a questo conflitto sanguinoso”
Mentre Zelensky, preoccupato a causa di Israele-Iran, chiede che i Paesi occidentali che sostengono l’Ucraina non riducano i loro aiuti.
Zelensky può stare tranquillo. Ci pensa l’Europa a rassicurarlo.
Von der Leyen in pieno via X annuncia nelle ultime ore che in Canada “Chiederò ai nostri partner del G7 di continuare a coordinare un forte sostegno all’Ucraina e di imporre dure sanzioni alla Russia“. Comunicando altresì di aver “erogato un nuovo importo di un miliardo di euro all’Ucraina. Portando il nostro sostegno totale a quasi 150 miliardi dall’invasione su vasta scala della Russia. Resteremo con l’Ucraina per un lungo periodo”.
Poi: “Ho parlato col presidente Herzog in merito alla situazione in peggioramento in Medio Oriente. Ho ribadito il diritto di Israele a difendersi e a proteggere il suo popolo. Allo stesso tempo preservare la stabilità regionale è fondamentale. Esorto tutte le parti ad agire e ad adoperarsi per ridurre l’escalation della situazione. Gli sforzi diplomatici sono fondamentali per impedire un’ulteriore escalation”
Si sta appellando al dialogo Papa Prevost chiedendo senso di responsabilità e ragione. Domenica 15 giugno in piazza San Pietro: “Rinnovo l’appello ai combattenti affinché si fermino, proteggano i civili e intraprendano un dialogo per la pace. Esorto la comunità internazionale a intensificare gli sforzi per fornire almeno l’assistenza alla popolazione colpita dalla grave crisi umanitaria. Continuiamo a pregare per la pace in Medio Oriente, in Ucraina e nel mondo intero”.
Intanto, mentre si dialoga di dialogo, Netanyahu, non sappiamo se nel nome del dialogo, dopo aver annunciato che Israele colpirà “qualsiasi sito e qualsiasi obiettivo del regime degli Ayatollah”, tuona: “L’Iran pagherà un prezzo molto alto per l’omicidio premeditato di civili, donne e bambini”.