In entrambi gli atti – l’autorizzazione all’accesso e il verbale ispettivo – dovranno essere indicate con chiarezza le circostanze che ne giustificano l’esecuzione. La novità, ancora in discussione in Commissione finanze, arriva in risposta alla condanna subita dall’Italia dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per aver autorizzato controlli “a sorpresa” senza motivazioni adeguate, giudicati lesivi delle garanzie procedurali dei cittadini.
Il provvedimento potrebbe rappresentare un alleggerimento per molti imprenditori e titolari di partite Iva e, negli intenti del legislatore, rafforzerebbe il diritto di difesa senza ostacolare la lotta all’evasione. Le motivazioni dovranno essere “nero su bianco”, con elementi preventivamente raccolti e analizzati: no, quindi, a controlli generici basati su semplici sospetti.
Le opinioni restano divise: per i sostenitori, si tratta di un passo necessario verso una maggiore trasparenza e rispetto delle garanzie costituzionali; per i critici, si rischia di indebolire la capacità investigativa del fisco, utile per contrastare evasione e frode, anche di stampo organizzato.