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Strage di Gaza: Toscana avanti verso stop con governo Netanyahu

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Quello che non sta facendo l’Italia con il Governo Meloni davanti all’orrore di decine di migliaia di civili, moltissimi bambini, massacrati a Gaza da Israele lo sta facendo l’Italia delle Regioni.

Puglia ed Emilia Romagna con i rispettivi governatori Emiliano e De Pascale hanno interrotto le relazioni istituzionali con il governo Netanyahu.

Le decisioni di politica estera non sono quelle che prendono i presidenti di regione, non è loro competenza”, ha liquidato Tajani, vicepremier, ministro Esteri e leader Forza Italia

La Toscana, centrosinistra come Puglia ed Emilia Romagna, si sta muovendo. Con l’annuncio del governatore Eugenio Giani di una “deliberazione formale di sollecitazione al governo italiano affinché riconosca lo Stato di Palestina come libero, sovrano e autonomo”.

Intenzione condivisa da Antonio Mazzeo, presidente Consiglio regionale della Toscana: “Farò in modo che la sollecitazione sia discussa e votata il prima possibile dal Consiglio regionale. Non è solo una delibera simbolica, ha un significato politico che va nella direzione indicata dall’Europa e già compiuta da altri Paesi dell’Unione”.

Pd, partito che esprime Giani e Mazzeo, e M5S in Toscana chiedono però di più.

I dem coi consiglieri regionali Ceccarelli, Sostegni e Vannucci con mozione chiedono “forme di pressione nei confronti del governo di Netanyahu, in particolare l’interruzione di ogni rapporto economico-commerciale-culturale”.

Il Movimento 5 Stelle, possibile alleato Pd in un campo largo alle prossime regionali in Toscana, con la consigliera regionale Irene Galletti chiede con mozione: “Occorre un gesto forte, che vada oltre il messaggio politico. Interrompere le relazioni istituzionali, commerciali e progettuali con il governo israeliano è un atto politico necessario per testimoniare da che parte sta la Toscana: dalla parte del diritto, della pace e dell’umanità”.

E chiedono di più i Giovani Democratici di Firenze: “L’iniziativa di regioni come Emilia-Romagna e Puglia, che hanno sospeso i rapporti istituzionali con il governo israeliano, rappresenta un segnale politico forte e necessario di fronte alla drammatica situazione in Palestina. La Toscana ha scelto sì di prendere una posizione, ma senza misure del genere c’è il rischio di limitarsi a gesti simbolici e dichiarazioni che, pur condivisibili nelle intenzioni, appaiono oggi del tutto insufficienti e non all’altezza della gravità dei fatti”.

Dunque comincia a configurarsi lo scacchiere delle posizioni contro Israele del governo Netanhyau. Con le prime Regioni che, ben avanti rispetto al Governo Meloni, rompono gli indugi.

Scacchiere in cui l’Italia del Governo Meloni in premessa alle dichiarazioni, diciamo così, caute non dimentica di sottolineare l’amicizia con Israele. Lo ha fatto con il vicepremier Tajani, leader Forza Italia: “Siamo amici di Israele, ma non condividiamo quello che sta facendo. Israele ha subito una ferita profonda con quanto è successo il 7 ottobre, ora sta sbagliando. Abbiamo detto basta, è inaccettabile quanto sta accadendo”. Lo ha fatto nel febbraio scorso il vicepremier Salvini, leader Lega: “Mezz’ora di colloquio a Gerusalemme con Benjamin Netanyahu: è stata l’occasione per ribadire l’amicizia tra Italia e Israele e il sostegno a ogni iniziativa utile per portare pace, stabilità e prosperità in Medio Oriente, eliminando una volta per sempre terrore e violenza islamica da ogni territorio, nell’interesse dello stesso popolo palestinese”, nel suo post Fb stringendo la mano a Netanyahu.

“Governo italiano ambiguo”, lo definisce l‘europarlamentare Pd Dario Nardella, ex sindaco di Firenze: “Rispetto a quello che accade a Gaza, il governo italiano è ambiguo nei fatti nella condanna del governo Netanyahu che si è reso responsabile di migliaia e migliaia di morti civili, tra i quali molti bambini. Se da un lato il ministro Tajani ha detto che Netanyahu deve fermarsi però dall’altro l’Italia è fra i Paesi che non ha firmato la proposta di revisione dell’accordo di associazione Europa-Israele, che sarebbe il primo atto concreto per bloccare Netanyahu che continua in questa scellerata operazione di cancellazione di un intero popolo. Seppure rimane l’obiettivo di liberare tutti gli ostaggi e debellare il gruppo terroristico di Hamas, non ci si può limitare a una semplice condanna dei 55mila morti civili, ma bisogna passare ad azioni concrete nei confronti del governo Netanyahu come chiede anche una parte degli Israeliani”.

Nei giorni scorsi il presidente della Repubblica Mattarella: “S’impone subito il cessate il fuoco a Gaza. E’ disumano che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani: l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali per la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone”.

E la premier Meloni: “Le parole di Sergio Mattarella su Gaza sono state importanti e sono in linea con quello che ha già detto il governo. Ringrazio il presidente della Repubblica e sono d’accordo con lui. Penso che sia importante il lavoro che ha fatto il governo per aiutare la popolazione di Gaza”.

 

Emiliano in Puglia è stato molto netto rispetto a Netanyahu: “A tutti i dirigenti e dipendenti della Regione Puglia, delle sue agenzie e delle società partecipate.

A causa del genocidio di inermi palestinesi in atto da parte del Governo Netanyahu, da oggi vi invito ad interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del suddetto Governo e con tutti quei soggetti ad esso riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di organizzare iniziative per far cessare il massacro dei palestinesi nella striscia di Gaza.

Questa è una posizione che viene assunta nei confronti del governo Netanyahu, non del popolo israeliano. Sono infatti tantissimi israeliani ed ebrei di tutto il mondo che stanno condannando il Governo Netanyahu”.

De Pascale in Emilia Romagna è altrettanto netto in una lettera inviata alla giunta e a tutti i direttori generali e dirigenti della Regione Emilia-Romagna e delle agenzie regionali a essa collegate, scrive: “A fronte delle gravissime violenze in atto nella Striscia di Gaza, che continuano a colpire duramente la popolazione civile – come dimostrano anche i drammatici eventi degli ultimi giorni a Rafah – e in considerazione del procedimento avviato dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, vi invito a interrompere ogni forma di relazione istituzionale con i rappresentanti del suddetto Governo e con tutti i soggetti a esso direttamente riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di porre fine al massacro in corso, fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato”.

 

 

 

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