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Bimba scomparsa a Firenze, Garofano dice molto. Forse tutto

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Bimba scomparsa a Firenze, Garofano dice molto. Forse tutto.

“Difficile che i sequestratori facciano un passo? Dipende se si riesce in qualche modo a sanare lo “sgarbo” che potrebbe essere il movente di questo sequestro. Come si fa a sanare? Non lo so”.

Nel niente di fatto che accompagna da sabato 10 giugno scorso poco dopo le 15 la scomparsa della piccola Kata dall’ex Astor in via Maragliano a Firenze ci sono parole da ascoltare con molta attenzione.

Perché sono pronunciate da figure autorevoli. Che pesano ogni singola parola pronunciata. Come gli inquirenti e i pm.

E come Luciano Garofano, generale in congedo dell’Arma dei Carabinieri. Ex comandante dei Ris di Parma.

Nonché consulente dei genitori della piccola Kata, Kataleya Alvarez, soltanto cinque anni.

Mamma e papà lunedì 10 luglio a un mese dalla scomparsa della figlia hanno sfilato in corteo per le strade di Firenze chiedendo la liberazione della figlia.

Appellandosi anche alla premier Giorgia Meloni.

Garofano consulente della famiglia, dunque molto vicino ai genitori.

E Garofano, pesando con precisione chirurgica ogni parola, ha parlato con chiarezza pochi giorni fa, alla vigilia della manifestazione del 10 luglio, nell’ultima puntata di Quarto Grado. La trasmissione Mediaset condotta da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero.

“Novità a breve? A breve no. Perché il materiale da analizzare è tanto. A meno che con questi appelli qualcuno non si faccia avanti”.

Poi Garofano: “”Difficile che i sequestratori facciano un passo? Dipende. Se si riesce in qualche modo a sanare lo “sgarbo” che potrebbe essere il movente di questo sequestro. Come si fa a sanare? Non lo so”.

E sulle ipotesi alla base di un sequestro della piccola  Kata, Garofano: “I genitori fanno tante ipotesi. Le ipotesi servono per essere esplorate. Per essere alcune valorizzate, altre accantonate”.

Quindi sulle modalità di un sequestro della bimba scomparsa dall’ex Astor, Garofano, oltre ad elogiare il grande lavoro di tutti: “Non ho ipotesi più credibili di altre. Quando però penso a qualcuno che organizza, penso a qualcosa di organizzato. Non a un’uscita immediata della bambina. Penso che un’uscita in un secondo momento possa essere stata la strategia migliore”.

Poi, riferendosi all’ex Astor stabile occupato in cui viveva e da cui è scomparsa la piccola Kata. “Era un ambiente degradato, in cui si commettevano reati. Qualcuno all’interno che può aver visto e ha fatto finta di non vedere e sa e non parla sicuramente c’è”.

Sulle continue manifestazioni dei genitori della piccola Kata: “I genitori sperano che qualcuno di coloro che sanno possano dare indicazioni. Un lavoro ai fianchi rispetto a una comunità che può convincere coloro che sanno a dare i segnali. No, non credo che i genitori abbiano in mente qualcuno di preciso. Non sono assolutamente coinvolti, ma conoscono bene l’ambiente in cui è maturata la scomparsa della bambina”.

Il fascicolo aperto è sequestro di persona a scopo estorsione.

A oggi non c’è alcuna traccia della bambina. Non c’è un solo indagato. Non ci sono  rivendicazioni o richieste di riscatto. Si vagliano migliaia di immagini di circa 1.500 telecamere di Firenze.

E poi i telefoni. Come evidenzia Garofano, c’è un grande lavoro di intercettazioni e analisi su tutti i telefoni. Perché, fa presente il generale, “Qualcuno deve aver preso accordi per uscire dall’Astor con Kataleya”.

© Riproduzione riservata

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