Il “sogno americano” non sembra più parlare alle giovani donne. A dirlo è un nuovo sondaggio Gallup, secondo il quale il 40% delle statunitensi tra i 15 e i 44 anni lascerebbe definitivamente gli Usa se potesse: una quota mai registrata prima e quattro volte superiore a quella di dieci anni fa.
Quella che un tempo era la nazione delle opportunità, oggi appare alle nuove generazioni femminili come un luogo in cui è sempre più difficile realizzarsi, sentirsi al sicuro e vedere garantiti diritti fondamentali. Dalle tensioni politiche ai cambiamenti legislativi sul corpo delle donne, fino al crollo di fiducia nelle istituzioni: i fattori che stanno erodendo il mito americano sono molteplici. E sempre più ragazze guardano altrove per costruire il proprio futuro, Italia inclusa.
L’impatto della politica sul desiderio migratorio
Nel 2025, il 40% delle donne tra i 15 e i 44 anni ha dichiarato che si trasferirebbe all’estero in modo permanente se ne avesse l’opportunità. Una percentuale che è quattro volte superiore al 10% che condivideva questo desiderio nel 2014, quando era generalmente in linea con le altre fasce d’età e di genere.
Come spiegano i ricercatori, la percentuale di donne più giovani che desiderano trasferirsi in un altro Paese è aumentata in modo significativo già nel 2016, l’ultimo anno del secondo mandato del Presidente Barack Obama. Quell’anno, Gallup ha condotto un sondaggio negli Stati Uniti tra giugno e luglio, dopo che erano stati scelti i candidati presunti di entrambi i partiti per le elezioni di novembre, poi vinte dall’attuale presidente statunitense Donald Trump. Da quel momento in poi. il desiderio di migrare ha continuato a crescere, raggiungendo il 44% per la componente femminile nell’ultimo anno di mandato del presidente uscente Joe Biden e rimanendo vicino a quel livello anche quest’anno.
Il divario di genere
L’aumento del desiderio di lasciare gli Stati Uniti ha riguardato per lo più le giovani donne, rispetto ai coetanei maschi. L’attuale divario, infatti, si attesta a 21 punti percentuali tra uomini (19%) e donne (40%): il più ampio mai registrato da Gallup su questo trend. Prima degli Stati Uniti, nel 2025, nessun Paese aveva mai registrato un divario di più di 20 punti tra maschi e femmine.
Gli analisti, però, sottolineano che questi dati rappresentano solo un’aspirazione, non una vera e propria intenzione perché, se confrontati con precedenti ricerche, ciò che emerge è che non tutti coloro che desiderano trasferirsi lo faranno. Tuttavia, è rilevante il fatto che il fenomeno riguardi milioni di giovani donne americane e il loro desiderio di realizzare il proprio futuro altrove. Un desiderio che si riduce con l’aumentare dell’età pari o superiore a 45 anni.
Emigrare sì, ma dove?
Le mete prescelte e indicate come le più ricorrenti sono la vicina Canada, destinazione preferita dalle giovani donne americane, con l’11% di queste che la indicano come meta dal 2022 in poi. A seguire ci sono Nuova Zelanda, Italia e Giappone (tutte al 5%). Al contrario, nei 38 Paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), la percentuale di giovani donne che dichiarano di voler emigrare è rimasta relativamente stabile per anni, attestandosi in media tra il 20% e il 30%.
Gli States? “Non è un Paese per giovani donne”
Il crescente interesse a lasciare gli Stati Uniti è influenzato non solo dall’età e dal genere, ma anche dagli atteggiamenti politici. Nel 2025, ci sarà un divario di 25 punti percentuali nel desiderio di emigrare tra gli americani che approvano e quelli che disapprovano la leadership del Paese. Al contrario, gli uomini statunitensi di età compresa tra 15 e 44 anni continuano ad essere meno propensi della media a voler migrare rispetto ai loro coetanei nell’Ocse.
Fino alla prima all’elezione di Donald Trump, questo desiderio non riguardava la politica. Secondo gli analisti, infatti, “tra il 2008 e il 2016, le aspirazioni migratorie erano simili, indipendentemente dalle opinioni sulla leadership del Paese. Dopo l’elezione di Trump, il 2017 ha segnato la prima volta che questo divario ha superato i 10 punti. Durante il primo mandato di Trump, la differenza nelle aspirazioni migratorie tra coloro che approvavano e coloro che disapprovavano la leadership nazionale era in media di 14 punti. Con Biden, il divario si è ridotto a otto punti, prima di salire a 25 punti nel 2025, il primo anno del secondo mandato di Trump”.
Il dato trova conferma nell’orientamento politico espresso nei sondaggi dalle giovani donne che si orienta maggiormente verso il Partito Democratico, con percentuali che arrivano al 59% delle donne di età compresa tra 18 e 44 anni, rispetto al 39% degli uomini più giovani, al 53% delle donne più anziane e al 37% degli uomini più anziani.
Neanche il matrimonio frena il desiderio di emigrare
Neanche le “radici” frenano questo desiderio. Se in genere si tende a credere che matrimonio e figli spingano le persone a restare ancorate alla propria città o Paese, il sondaggio ha evidenziato tra le donne americane di età compresa tra 18 e 44 anni, il desiderio di migrare è aumentato indipendentemente dallo stato civile. I dati mostrano che è il 41% di quelle sposate e il 45% di quelle single ad aver dichiarato che vorrebbero trasferirsi all’estero in modo permanente se ne avessero la possibilità. “Si tratta del divario più ridotto in termini di stato civile tra le donne più giovani che Gallup abbia registrato (da quando esiste il sondaggio nel 2007, ndr) – scrivono i ricercatori -, il che suggerisce che le donne sposate più giovani non considerano il matrimonio un ostacolo alla migrazione”.
E lo stesso vale anche per le neomamme: il 40% di quelle che hanno figli molti piccoli ha affermato di voler lasciare gli Stati Uniti per sempre, in linea con la percentuale di quelle senza figli (44%). “Se queste donne dessero seguito al loro desiderio di migrare, è probabile che porterebbero con sé la generazione successiva”, commentano gli analisti.
Crolla la fiducia nelle istituzioni americane
Cosa c’è dietro? Secondo i demografi, gli americani con minore fiducia nelle istituzioni, nel sistema giudiziario, nell’esercito e nell’integrità delle elezioni sono costantemente più propensi a esprimere il desiderio di lasciare il Paese.
Non a caso, a questo puzzle si può aggiungere il sentiment delle giovani donne relativo alla fiducia nelle istituzioni. Se nel 2015, le donne di età compresa tra 15 e 44 anni hanno ottenuto un punteggio medio di 57 nel National Institutions Index di Gallup, che misura la fiducia nelle istituzioni e enti americani, dalla prima elezione di Trump i punteggi sono diminuiti di 17 punti, stabili anche con l’elezione di Biden.
L’importanza del diritto d’aborto
A segnare uno spartiacque in questi dati è stata la sentenza della Corte Suprema del 2022 nel caso Dobbs contro Jackson Women’s Health Organization, che ha annullato il diritto costituzionale all’aborto: la fiducia delle giovani donne nelle istituzioni è così scesa dal 55% del 2015 al 32% nel 2025, più di qualsiasi altra fascia d’età. Ma i ricercatori chiariscono che “la sola sentenza Dobbs potrebbe aver avuto un ruolo più limitato, dato che la tendenza a voler partire è iniziata anni prima della sentenza”.
Il quadro delineato da Gallup mostra un fenomeno che va oltre la semplice statistica: il crescente numero di giovani donne che vorrebbero lasciare gli Stati Uniti riflette una frattura profonda tra le nuove generazioni e un Paese percepito come meno capace di rispondere alle loro aspirazioni, ai loro bisogni e alla loro idea di diritti. Che si tratti di clima politico, fiducia nelle istituzioni, accesso all’aborto o opportunità economiche, l’America attraversa una fase in cui molte ragazze non riconoscono più quel “sogno” che l’ha resa un’icona globale. Un’aspirazione di migrazione, oggi, che se si traducesse in realtà, avrebbe conseguenze demografiche e culturali che gli Stati Uniti non potrebbero permettersi di ignorare.
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Giovani
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