Vietata all’asilo e alle elementari; previo consenso informato dei genitori per gli studenti delle medie e delle superiori, il disegno di legge del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, sull’educazione sessuale, all’affettività e all’empatia, avanza.
L’ultimo passo è arrivato dalla Lega. Il partito del ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha presentato un emendamento volto a modificare il precedente divieto di educazione affettiva nelle scuole di primo grado, cioè alle scuole medie. Divieto ottenuto dallo stesso partito, a ottobre, in commissione Cultura grazie all’approvazione di un altro emendamento al “ddl Valditara”. Il divieto seguiva la volontà dei partiti di maggioranza al governo, i quali esprimono le proprie perplessità circa i programmi e i responsabili di tali percorsi di istruzione rivolti all’educazione affettiva o sessuale. Il timore è che possano diventare strumento di propaganda dei partiti di opposizione per introdurre nelle scuole italiane quella che in molti parlamentari di centro-destra e destra hanno definito “ideologia gender”.
Da un lato, c’è chi sostiene che la scelta politica della Lega di includere le scuole medie nei percorsi di formazione all’affettività, previo consenso informato preventivo dei genitori, sia una scelta derivante dalle troppe polemiche ricevute nell’ultimo mese. Dall’altro lato, c’è chi sostiene che di questo argomento si stia facendo una strumentalizzazione che non giova all’istituzione Scuola e a chi ne fa parte.
Al di là del dibattito politico, però, ciò che è emerge è l’importanza che assume l’introduzione di un’educazione votata a questi temi. E un‘indagine del Mim e un corso di formazione per docenti erogato dall’Università Bicocca di Milano ne sono l’esempio.
Il dibattito politico sull’educazione all’affettività
In occasione della discussione generale in aula sul Ddl Valditara sul consenso informato in ambito scolastico, ieri alla Camera, è scoppiato il dibattito. Il provvedimento “non vieta l’educazione sessuale, che è già previsto nelle indicazioni nazionali” ma “quello che vietiamo sono le distorsioni ideologiche care alla sinistra: grazie a questa legge fortemente voluta dalla Lega, non potranno più entrare a scuola attivisti ideologizzati trans e Lgbt, drag queen, porno attori privi di competenze pedagogiche, per parlare a bambini e ragazzi di fluidità di genere, di utero in affitto e di confusione sessuale”, ha spiegato Rossano Sasso, deputato della Lega e relatore del Ddl.
L’emendamento all’articolo 1 del testo sul consenso informato in cui la formulazione originaria “la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado” viene sostituita con quella in cui si legge “per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria” è una modifica criticata dal Pd: “Dal disegno di legge Valditara è stato tolto il divieto all’educazione sessuale alle scuole medie ma subordinarne l’insegnamento, così come alle scuole superiori, al consenso dei genitori resta una scelta incomprensibile. In quasi tutti gli Stati europei l’educazione sessuale è obbligatoria, mentre in Italia il governo Meloni vuole la scuola dei tabù”, ha spiegato l’eudeputato del Pd Alessandro Zan.
Sulla stessa linea la deputata Pd Irene Manzi: “È evidente che Valditara e la Lega, di fronte alle critiche diffuse e all’imbarazzo crescente, abbiano dovuto cambiare posizione almeno rispetto a questo aspetto. Non basta un correttivo a cancellare l’errore di fondo: quello di pensare che la scuola debba tacere su tutto ciò che riguarda la crescita emotiva, relazionale e sessuale degli adolescenti”.
L’indagine del Mim
Ma che al di là del dibatto politico e delle modalità di erogazione questi percorsi debbano occupare un ruolo prioritario nell’educazione dei giovani lo dimostra un’indagine del Ministero dell’Istruzione e del Merito sulle iniziative promosse dalle scuole secondarie di secondo grado per il contrasto alla violenza contro le donne. Svoltasi tra il 15 e il 29 maggio 2025, l’indagine ha coinvolto 2.322 scuole statali, pari all’86,7% del totale delle scuole secondarie di secondo grado, le quali hanno confermato l’attenzione costante della scuola verso i temi della parità, del rispetto e della prevenzione della violenza sulle donne.
“Quasi il 97% ha avviato attività specifiche per sensibilizzare al rispetto delle donne e per educare alle relazioni, così come previsto dalle nuove Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica – si legge in una nota del Mim -. Complessivamente, le attività hanno coinvolto la quasi totalità delle scuole secondarie di secondo grado: un dato che testimonia la crescente sensibilità dei giovani su questi temi. I progetti si sono svolti sia durante le ore di lezione (87,4%), sia come iniziative extracurricolari (12,6%), attraverso laboratori, seminari, gruppi di discussione, performance artistiche e campagne di sensibilizzazione. Inoltre, il 47,4% delle scuole che hanno partecipato all’indagine, ha dichiarato di avere anche buone pratiche da segnalare”.
Ciò che ne emerge è che nel 68,5% degli istituti si è registrata una maggiore attenzione ai comportamenti relazionali, un uso più consapevole del linguaggio e una diminuzione di episodi di bullismo o violenza di genere.
Il corso alla Bicocca
L’Università degli studi di Milano-Bicocca, in collaborazione con la Fondazione Una Nessuna Centomila, ha lanciato un corso che intende rispondere a questi bisogni offrendo un percorso interdisciplinare basato sui risultati del progetto di ricerca “Educazione all’affettività”. La ricerca ha analizzato le principali policy nazionali e internazionali sull’educazione affettiva e sessuale e sulla formazione degli insegnanti, confrontando best practices a livello europeo.
L’obiettivo del corso è di fornire strumenti teorici e pratici aggiornati per contrastare stereotipi di genere, prevenire la violenza e sostenere la crescita affettiva e relazionale di bambini, bambine e adolescenti e promuovere relazioni sane, consapevoli e rispettose. Il corso si rivolge a insegnanti, dirigenti scolastici, educatori scolastici e personale operante nelle scuole di primo e secondo grado, offrendo un’occasione formativa progettata per affrontare le sfide educative del presente.
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