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Covid e Cina, film già visto? Ritorsioni da Pechino, vaccini Ue e psicosi italiane

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Si riparte dalla Cina.

Così come dalla Cina tutto era partito a cavallo tra 2019 e 2020.

La Cina travolta da un’ondata di Covid dopo anni di politica zero Covid, con restrizioni che probabilmente sarebbe più corretto chiamare politiche repressive.

L’Italia con ordinanza del ministro Schillaci impone l’obbligo di tamponi ‘A tutti i soggetti in ingresso dalla Cina’.

La Toscana più veloce della luce è già organizzata con i tamponi per i cittadini cinesi negli aeroporti di Pisa e Firenze con tanto di hotel sanitari pronti.

Cittadini cinesi che proprio in Toscana, a Prato, vantano una delle comunità italiane più importanti.

Pechino si offende e il 3 gennaio (2023)  condanna l’imposizione di test Covid da parte di una dozzina di Paesi ai viaggiatori provenienti dalla Cina, avvertendo che potrebbe prendere contromisure come ritorsione.

“Alcuni Paesi hanno messo in atto restrizioni all’ingresso rivolte esclusivamente ai viaggiatori cinesi. Questo non ha basi scientifiche e alcune pratiche sono inaccettabili”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, aggiungendo che la Cina potrebbe “prendere contromisure, sulla base del principio di reciprocità”.

Intanto l’Unione Europa sta offrendo in regalo i vaccini alla Cina. La commissaria Ue alla Saluta Stella Kyriakides “ha contattato la controparte cinese per offrire solidarietà e supporto e questo include competenze sulla salute pubblica così come la donazione di vaccini adattati alle varianti”, ha detto il portavoce della Commissione europea Tim McPhee.

“Stiamo seguendo gli sviluppi in Cina e abbiamo sempre offerto supporto alla Cina come a qualsiasi altro Paese per aiutare ad affrontare il Covid 19”.

La Cina replica: “La Cina ha stabilito le più grandi linee di produzione al mondo di vaccini per il Covid con una capacità annua di oltre 7 miliardi di dosi e una produzione annua di oltre 5,5 miliardi di dosi, che soddisfano l’esigenza di garantire che tutte le persone idonee alla vaccinazione abbiano accesso ai vaccini per il Covid”.

In Italia il Pd, che annovera in Parlamento l’ex ministro Speranza, autore delle restrizioni pandemiche pre Governo Meloni, cavalca con lo stesso Speranza una possibile psicosi definendo i provvedimenti del Governo ‘norme no vax’.

“Far finta che il Covid non esista più, e che tutto sommato si possa fare a meno dei vaccini, è una strategia fallita”, tuona l’ex ministro.

Forza Italia, che sta in maggioranza, con Lucia Ronzulli si pone come baluardo anti no vax dello stesso Governo: “Come ho spiegato in Aula, motivando la mia contrarietà al reintegro anticipato dei medici no vax, tutti noi ci auguriamo di non vivere mai più momenti terribili come quelli trascorsi, e speriamo davvero che l’allarme cinese resti fuori dai nostri confini. Ma se così non dovesse essere, avallare il reintegro dei medici che non si sono sottoposti a vaccinazione rappresenta un grave precedente”.

Giorgia Meloni sembra voler andare in altra direzione rispetto alle restrizioni targate Speranza che col Governo Draghi aveva spinto sull’acceleratore delle libertà personali, lavoro compreso.

Vedremo se così sarà. Se la Cina è un film già visto o se invece si cambia programmazione.

 

 

© Riproduzione riservata

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