Draghi addio. Resa dei conti. La parola torna agli elettori

Draghi addio. La parola torna agli elettori.

Sono precipitate nel de profundis dell’aula del Senato le iniziative guidate dai leader di sinistra toscani per il Draghi bis che dunque non ci sarà.

Firme raccolte da Matteo Renzi, appello dei sindaci guidato dal sindaco di Firenze Nardella, il vertice Pd con Enrico Letta subito prima di incontrare Mattarella (scatenando le ire del centrodestra) alla vigilia del game over al Senato da cui Draghi è uscito con la fiducia ma senza maggioranza.

 “Sono qui in quest’aula oggi solo perchè gli italiani lo hanno chiesto” , ha detto al Senato il premier che rimane in carica per gli affari correnti.

Il premier insostituibile per molti partiti, che questo dichiararono già in occasione dell’elezione del Mattarella bis al punto da mettere il presidente della Repubblica nella posizione di non traslocare dal Quirinale, insostituibile, come tutti noi, non è.

Va a casa questo Governo. Vanno a casa questi parlamentari. Che tutti insieme (più o meno) appassionatamente questo Governo Draghi lo hanno sostenuto. In ogni qualsiasi decisione.

Lasciando un’Italia in balìa dell’inflazione e di una crisi economica sovrapponibile a quella sociale.

Decisioni che tutti hanno preso insieme: da quelle pandemiche con non troppo mascherati lockdown in senso inverso all’Europa a quelle militari con armi e finanziamenti pro Ucraina, pure passando per l’aut aut ‘o condizionatore o pace’.

Ucraina che con Zelensky oggi ringrazia Draghi “Sinceramente grato a Mario Draghi per il sostegno incrollabile all’Ucraina nella lotta contro l’aggressione russa e nella difesa dei valori europei comuni: democrazia e libertà”.

E mentre è un tutti contro tutti con una sinistra che tuona “dopo Draghi il diluvio”, ed è ufficialmente aperta la resa dei conti nei partiti già in campagna elettorale, con Conte accolto con applausi stamani al suo arrivo in assemblea dei deputati, l’Italia torna al voto.

Cosa accadrà lo staremo a vedere.