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Bce, Lagarde: “Incertezza geopolitica mette a rischio stabilità economica”

L’incertezza geopolitica metta a rischio la stabilità economica. A sostenerlo è stata la presidente della Banca centrale europea (Bce), Christine Lagarde, la quale ha delineato un quadro complesso per l’economia dell’Eurozona al termine dell’ultimo Consiglio direttivo. Pur confermando la resilienza del sistema economico e un’inflazione coerente con l’obiettivo del 2%, Lagarde ha lanciato un monito sui rischi derivanti dall’instabilità internazionale.

La decisione di mantenere i tassi invariati riflette una cautela necessaria di fronte a tensioni commerciali e conflitti che potrebbero minacciare la stabilità finanziaria globale, richiedendo un approccio flessibile e basato sui dati.

Il peso dei conflitti e l’incertezza globale

Lagarde ha espresso profonda preoccupazione per il panorama geopolitico attuale, citando in particolare l’”ingiustificata invasione dell’Ucraina da parte della Russia” come una delle principali fonti di incertezza. Le tensioni commerciali internazionali e il contesto volatile rischiano di creare gravi interruzioni nelle catene di approvvigionamento, con il potenziale di frenare drasticamente le esportazioni, i consumi e gli investimenti strategici.

Secondo la presidente della Bce, questa incertezza geopolitica potrebbe innescare un improvviso riprezzamento nei mercati finanziari globali, ponendo seri rischi per la stabilità dell’area dell’euro. Nonostante ciò, le banche europee sono state definite “resilienti”, sostenute da solidi coefficienti patrimoniali. Per rafforzare l’economia europea in questo scenario, Lagarde ha rivolto un appello ai governi affinché diano priorità a finanze pubbliche sostenibili e al completamento dell’Unione bancaria e del mercato unico.

“La politica macro prudenziale rimane la prima linea di difesa contro l’accumulo di vulnerabilità finanziarie, rafforzando la resilienza e preservando lo spazio macro prudenziale”, ha osservato Lagarde.

Tassi invariati e l’obiettivo dell’inflazione al 2%

Sul fronte della politica monetaria, il Consiglio direttivo ha deciso all’unanimità di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento: “I tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale rimarranno invariati al 2%, al 2,15% e al 2,40%, rispettivamente”, Lagarde ha sottolineato che la Bce si trova in una posizione solida, ma ha precisato che questo non implica un atteggiamento statico. Le decisioni future verranno prese riunione per riunione basandosi “esclusivamente sui dati economici e finanziari”.

“Accogliamo con favore l’invito della Commissione europea ai governi a dare priorità a finanze pubbliche sostenibili, investimenti strategici e riforme strutturali che favoriscano la crescita. È fondamentale – ha spiegato Lagarde – liberare il pieno potenziale del mercato unico. È inoltre vitale promuovere un’ulteriore integrazione dei mercati dei capitali completando l’Unione del risparmio e degli investimenti e l’Unione bancaria secondo un calendario ambizioso, nonché adottare rapidamente il regolamento sull’istituzione dell’euro digitale”.

L’obiettivo prioritario resta quello di garantire che l’inflazione si stabilizzi al target del 2% nel medio termine, un livello che gli indicatori attuali sembrano già riflettere. La presidente ha chiarito che non esiste un percorso predefinito per i tassi e che la Bce è pronta ad adeguare tutti gli strumenti a sua disposizione per preservare la stabilità dei prezzi e la corretta trasmissione della politica monetaria in tutta l’Unione.

Politics

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

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