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Macron incontra Putin? Cosa c’è dietro una svolta che potrebbe cambiare le carte in tavola

Macron e Putin si incontreranno per parlare di come porre fine alla guerra in Ucraina? L’ipotesi non è esclusa, anche se al momento il presidente francese e quello russo stanno concordando generici ‘colloqui’, che sarebbero comunque una svolta strategica che potrebbe cambiare le carte in tavola dei negoziati. A favore di chi, è da vedere.

I motivi dietro ai colloqui

La scorsa settimana, al termine del delicatissimo Consiglio europeo che ha deciso come finanziare Kiev per i prossimi due anni, Macron aveva lanciato l’ipotesi di parlare con Putin, con il quale l’Unione europea ha tagliato i ponti dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022. Per il presidente francese, “avviare una discussione nella dovuta forma” con il leader russo è “utile” per fare in modo da non rimanere esclusi dalle trattative, attualmente in corso tra Stati Uniti, Russia e Ucraina.

Ma occorre considerare che Macron non è l’Unione europea. Putin infatti ha risposto favorevolmente all’ipotesi – “è pronto al dialogo”, ha confermato ieri il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov – proprio perché non avrebbe come interlocutore Bruxelles ma uno dei Paesi membri.

In sostanza, se è vero che in questo modo l’Europa può mettere un piede nei negoziati, dall’altra si fa il gioco non solo di Putin, che la scorsa settimana ha definito gli europei “porcellini (salvo poi quasi scusarsi della cosa)”, ma anche del presidente Usa Donald Trump, che ha definito i vecchi alleati “deboli e confusi (e che di certo non si scuserà)”: entrambi hanno tutto l’interesse a escludere l’Unione dalle negoziazioni, e più in generale a ridurla a un magma di Stati divisi e frammentati, di conseguenza ridotti all’irrilevanza e all’inazione, in poche parole inoffensivi.

Sotto questo aspetto, un indizio sono le parole di Peskov, che ha chiaramente detto all’emittente Channel One che Russia e Stati Uniti possono avere “molti progetti reciprocamente vantaggiosi in agenda”. Una posizione condivisa da Trump, il cui approccio transazionale alla politica estera calza a pennello con nuove relazioni con Mosca basate sul business.

Putin, nella conferenza stampa prima di Natale a Mosca la scorsa settimana, ha avvisato: “Siamo pronti a lavorare con l’Europa (…) ma su un piano di parità, nel rispetto reciproco. Lavoreremo insieme e ci svilupperemo. Se ciò non accadrà, l’Europa scomparirà gradualmente“.

Il protagonismo di Macron

Se Putin punta a spaccare l’Europa, Macron, che insieme al Regno Unito è a capo della ‘Coalizione dei Volenterosi’, sta cercando di recuperare un ruolo a livello europeo, perso a causa della prolungata crisi politica interna di cui lui stesso è stato fautore e messo in discussione dal rinnovato attivismo tedesco, con il nuovo cancelliere Friedrich Merz determinato a tornare a sua volta motore del blocco, potenzialmente in partnership con l’Italia.

Il Consiglio europeo dello scorso giovedì può essere letto come una vittoria per il francese: Macron ha contribuito ad evitare che l’Unione usasse gli asset russi per finanziare Kiev, come voleva invece Merz (cosa molto apprezzata dal Cremlino), e ha visto rimandare l’inviso accordo con il Mercosur, anch’esso desiderato dal cancelliere. Tanto che, secondo un alto diplomatico dell’Ue citato dal Financial Times, la Francia ha tradito la Germania.

D’altra parte Macron, che guida l’unica potenza nucleare e militare del blocco, ha sempre spinto per un’Europa strategicamente e militarmente autonoma (la Francia da decenni non si fida della durata della protezione degli Usa – il Paese uscì anche dal comando militare integrato della Nato nel 1966 per rientrarvi nel 2009), e ha più volte sostenuto in modo pragmatico la necessità di parlare con Putin. Il capo dell’Eliseo, che nel 2017 ricevette il leader russo con tutti gli onori, lo ha più volte chiamato nei primi mesi del conflitto in Ucraina, prima di congelare i rapporti, e lo scorso luglio i due si sono già parlati telefonicamente – evidentemente senza risultati.

Colloqui “in piena trasparenza”

Tornando ad oggi, l’Eliseo ha risposto all’apertura del Cremlino definendola “positiva” e rendendo noto che verrà deciso “nei prossimi giorni il modo migliore di procedere“. Non si esclude dunque, a quanto sembra, un incontro di persona. In ogni caso, la presidenza francese ha sottolineato che qualsiasi colloquio con la Russia si svolgerà in “piena trasparenza” con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e gli alleati europei. Basterà a non dividere l’Unione?

Politics

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

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