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Fabrizio Gennaro Arresta: Aridocoltura, coltivare senza irrigazione

(Adnkronos) – Potenza, 24 Luglio 2024 – Fabrizio Gennaro Arresta insegna produzioni vegetali, ecologia ed economia all’istituto agrario di Cesena ma è soprattutto un coltivatore: “Ho un’azienda agricola biologica nel comune di Banzi, in Basilicata -spiega- dove produco in assenza di irrigazione o con pochissima acqua, in base alle annate agrarie, diverse varietà di pomodori, mais, sorgo, zucchine, angurie, meloni invernali, sorgo, topinambur, olivi, cereali e legumi. Sono le varietà come l’anguria del deserto, pomodori da serbo, la zucchina raggiata, mais antico di Basilicata che meglio si prestano a quella che, in termini tecnici, si chiama aridocoltura: un modo di coltivare che ha una sua storia e che, nel passato, era diffusissimo nel Sud Italia. Si tratta del resto di una tecnica importante contro la siccità che caratterizza il nostro tempo dove i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale sono purtroppo una realtà con cui l’agricoltura deve fare i conti. Avere uno sguardo verso la sostenibilità vuol dire anche coltivare le varietà antiche del mio contesto che peraltro resistono alle malattie che colpiscono e aggrediscono oggi le nostre piante”. Ma quali sono le differenze nel trattare il terreno? “La prima regola -afferma il prof. Arresta- è aumentare la sostanza organica nel suolo in modo da trattenere meglio l’acqua piovana rendendolo più poroso; non compattare eccessivamente il terreno con frequenti passaggi di macchinari pesanti e lavorarlo a ridosso della semina. Occorre poi seminare le colture che hanno manifestato maggiore resistere alla siccità, aumentando le distanze di impianto e contrastando le infestanti. Autonomamente ho creato una vera e propria banca del germoplasma che custodisce i semi autoprodotti da piante adatte all’aridocoltura e li scambio con agricoltori custodi di varietà introvabili sul mercato. Attualmente la banca del germoplasma conserva decine di specie e relative varietà resistenti alla siccità. Tutto questo ha due conseguenze importanti: garantisce benefici ambientali che impattano positivamente sulle risorse idriche e permette, nello stesso tempo, di ritrovare varietà antiche con sapori diversi. Sono certo poi che con le varietà antiche si potrà risollevare il contesto agronomico perché si riducono i costi di produzione, si produce in modo ecologicamente sostenibile e si offrono prodotti di qualità decisamente diversa. Un campo sperimentale allestito in Kenya nel 2018 ha provato come il mais aridoresistente selezionato da una popolazione locale coltivata dal mio bisnonno si adatti a condizioni di siccità estrema. In Uganda nel 2021, da alcuni semi di pomodoro aridoresistente di una mia varietà denominata FF si sono ottenute produzioni dove altre varietà non riuscivano a crescere in condizioni di siccità.  Nella sua azienda, da anni, il prof non usa più i fitofarmaci: “Ne giova il prodotto -sottolinea- ma anche l’intero ecosistema. Il mio è un modo di coltivare che amo diffondere tra colleghi, studenti ed agricoltori che, ogni anno, vengono da me per capire che esiste un modo diverso di fare agricoltura con poche risorse. Una ricerca, continua, la mia che si pone come obiettivo quello di affinare sempre più la tecnica. Non a caso quando scelgo una coltura, testo diverse varietà della stessa e questo, per capire quale, nella pratica, quale varietà risulta più adatta all’aridocoltura e resistente alle malattie. Attualmente la banca del germoplasma cerca nuovi partner per ospitare semi di piante adattabili alla coltivazione sostenibile.  Per Informazioni: 
fabrizio.arresta@gmail.com
 +393338854846 —immediapresswebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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