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Riccardo Petricca : Formare studenti e docenti, antidoto alle novità tecnologiche

(Adnkronos) – Roma, 14 novembre 2024. “Il tema dell’Intelligenza artificiale è delicato e, per questo, va analizzato in modo corretto”. Riccardo Petricca si occupa da sempre di questi temi. Ingegnere delle telecomunicazioni, innovation manager, insegna alla Pontificia Università Urbaniana di Roma, dove tiene corsi di Intelligenza Artificiale ed Etica, Informatica e Web ed è autore con il prof. Ammendolia del saggio Chiesa e Pastorale Digitale. In uscita verso una società 5.0: “Credo che, se ben utilizzate, le nuove tecnologie -afferma Petricca- rappresentino un plus. Ma serve oltre la competenza anche il discernimento, la consapevolezza e, direi, conoscenza del mezzo. Per questo, ritengo che le scuole debbano attrezzarsi per avviare un percorso di studi che tenga conto dell’evoluzione dei tempi. Uso la calcolatrice se conosco le basi della matematica e uso Chat Gpt se conosco bene cosa sia oggi l’Intelligenza artificiale e quali siano le sue funzioni”. Un’alfabetizzazione 4.0 che deve coinvolgere le nuove generazioni ma anche i docenti: “Serve formazione su questi temi -sottolinea Petricca. Serve insomma un approccio che non sia strumentale ma ambientale. Chi è chiamato oggi a educare culturalmente e, direi, umanamente i nostri figli ha il dovere di conoscere gli strumenti che la tecnologia offre e di cui i giovani sono i primi fruitori. Dare agli insegnanti gli strumenti giusti per interpretare l’evoluzione dei tempi significa dare l’esempio e un punto di riferimento saldo a chi è ancora in età scolare. L’immagine che molti hanno dell’IA è distorta da titoli sensazionalistici, evocazioni di scenari distopici e informazioni spesso prive di fondamento scientifico. Questa distorsione non solo mina la comprensione pubblica dell’Intelligenza artificiale, ma può anche ostacolare il suo progresso e la sua adozione”. In un’era dominata dalla velocità e dalla quantità delle informazioni, l’infodemia, ovvero la diffusione di informazioni non verificate o fuorvianti, rappresenta dunque una vera minaccia per la comprensione pubblica di temi complessi come l’Intelligenza artificiale: “Per questo -ricorda Petricca- credo che la conoscenza sia il giusto antidoto per evitare letture sbagliate e far nascere nelle comunità sentimenti di timore ingiustificati. Dalle scuole alle università, è essenziale fornire allora a studenti e docenti gli strumenti per comprendere, valutare e interrogarsi sulle notizie e sulle informazioni che ricevono. Ma l’educazione non deve si ferma alle aule. Gli ambienti online, le piattaforme di e-learning e i corsi aperti possono ampliare ulteriormente la portata dell’istruzione, rendendo le competenze critico-informative accessibili a un pubblico più ampio. Solo attraverso un pubblico ben informato e critico, la società può sperare di affrontare le sfide poste dall’IA con equilibrio e pragmatismo. L’alternativa è farsi travolgere da un gorgo che porta alla rimozione dalla propria vita quotidiana di strumenti che vanno invece adoperati per non restare fuori dal mercato della modernità”. La visione del futuro può dunque essere letta solo con gli occhiali giusti, con lenti cioè che non offuschino la realtà: “Le stime attuali -afferma Petricca- prospettano che l’impiego, in tutte le sue varie forme, dell’Intelligenza artificiale, potrebbe portare alla perdita di circa 300 milioni di posti di lavoro a livello globale. Questo dato, piuttosto impressionante, rappresenta una porzione significativa della popolazione lavorativa mondiale. Con l’arrivo di IA avanzate come Chat Gpt, la preoccupazione si estende oltre le professioni manuali, andando a interessare anche i lavori intellettuali, come, ad esempio, l’insegnamento. La verità è che le nuove tecnologie non potranno mai sostituire l’uomo sotto l’aspetto etico e umano. Un docente, per rimanere su questo esempio, penetra la mente degli studenti, comprende le loro difficoltà e adatta il suo approccio di insegnamento in maniera personalizzata. Le parole, il tono e la delicatezza vengono modulati in base alle peculiarità di ogni individuo”.  L’empatia, che le macchine non posseggono, è insomma fondamentale per superare gli ostacoli mentali e aiutare i nostri ragazzi a crescere. Ecco perché l’insegnamento, come tanti altri mestieri, non sarà facilmente sostituito da avatar virtuali. Per informazioni: 

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