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8 marzo, Scocchia (illycaffè): “Su parità di genere cambiamento lento, tetto cristallo resiste’

(Adnkronos) – “Secondo me i dati ci dicono che comunque sulla parità di genere in Italia non sta cambiando molto e comunque non alla velocità che sarebbe necessaria per recuperare le posizioni che dobbiamo recuperare. E’ ovvio che le donne hanno fatto tantissimi passi avanti. Basti ricordare quello che succedeva solo 100 anni fa, quando le signorine, come erano chiamate, potevano fare solo le dattilografe e lasciare la loro posizione di lavoro quando si sposavano. Ricordiamo che le donne in magistratura ci sono entrate negli anni 60 perché prima si riteneva che non potessero essere così ferme e razionali nel loro giudizio. Siamo molto più avanti di allora, di strada ne è stata fatta, e passi ne sono stati compiuti ma certo si fa ancora fatica a rompere il tetto di cristallo”. Così, intervistata da Adnkronos/Labitalia, Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè, in vista dell’8 marzo interviene sul tema della parità di genere.  “Se guardiamo i dati -sottolinea l’ad di uno dei principali marchi del made in Italy- ci dicono che le donne dirigenti sono ancora un terzo, ovviamente siamo molto lontani dal 50% di parità di genere, se guardiamo proprio al vertice e cioè alle donne primario o amministratore delegato i numeri sono ancora molto bassi. E per le società quotate solo il 2% degli amministratori delegati è donna”, sottolinea.  Una condizione da superare velocemente, secondo l’ad di illycaffè. “Ci sono due ragioni che ci spingono a sostenere -spiega- la questione della parità di genere. La prima è etica e morale: è giusto dare a tutti pari opportunità. A chi è sordo a questi argomenti bisognerebbe ricordare la seconda ragione ovvero l’aspetto economico, perché quello della parità di genere è anche una questione economica, non solo etica e morale. In un Paese come il nostro che ha un inverno demografico spaventoso se noi investissimo sulla parità di genere, se noi aumentassimo il tasso di occupazione femminile dal 52% fino a fargli raggiungere il tasso di occupazione maschile guadagneremmo 12 punti percentuali di Pil, una cifra enorme. Una svolta per il nostro Paese”, sottolinea Scocchia.  “E anche se -ribadisce la manager- non raggiungessimo il tasso di occupazione maschile, anche se ci fermassimo a ridurlo della metà, il gap varrebbe il 6% sull’incremento del Pil”. “Quindi il lavoro femminile è una risorsa importante e in un contesto macroeconomico e geopolitico difficile come quello attuale, mettere in campo la squadra migliore indipendentemente dal genere e dalle altre caratteristiche è fondamentale”, spiega Scocchia.  Per Scocchia la parità di genere passa dal dare pari opportunità al talento delle donne come degli uomini. “Il problema del talento femminile -spiega- è un problema di opportunità. Alle donne manca l’opportunità di dimostrare il proprio valore. Seneca diceva: ‘La fortuna non esiste, esiste solo il momento in cui il talento incontra l’opportunità’. Il talento, almeno fino a prova contraria, è distribuito in modo eguale tra uomo e donna, se qualcuno non pensa che sia così ce lo deve dimostrare. Quindi assumendo che il talento è equamente distribuito tra uomo e donna, quello che non è ancora equamente distribuito tra uomo e donna è la possibilità di dimostrare questo talento. Le donne hanno bisogno di pari opportunità”, ribadisce la manager dello storico marchio del made in Italy. “E per arrivarci servono secondo me -spiega l’ad di illycaffè- interventi in 4 aree. La prima è la più importante: il cambiamento culturale. In Italia manca ancora la limpida consapevolezza che uomini e donne hanno pari diritto di affermarsi a livello professionale. Fino a quando noi pensiamo che lui è ‘determinato’ e lei è ‘ambiziosetta’, che lui ha ‘leadership’ e lei è ‘prepotente’ non andremo da nessuna parte”, sottolinea. E’ necessario agire, e anche in fretta, secondo Scocchia. “Bisogna partire da lì, a livello culturale bisogna insegnare ai nostri ragazzi, che sono il nostro futuro, ma anche a chi ragazzo non è più, che uomini e donne hanno lo stesso diritto di realizzarsi professionalmente. E subito dopo bisogna spiegare che entrambi hanno non solo gli stessi diritti ma anche gli stessi doveri. E in questo caso parlo del dovere di occuparsi della casa, dei figli, degli anziani. Gli ultimi dati Istat ci dicono che tra il 70/ 80% del lavoro per la cura e la gestione della famiglia spetta ancora alle donne, tra le 3 e le 6 ore al giorno. E questo significa che la maggioranza delle donne fa un lavoro prima ancora di entrare nel mondo del lavoro”, aggiunge ancora.  E per Scocchia un ruolo centrale devono averlo le scuole, ma non solo. “Anche questo è un percorso di cambiamento culturale che deve essere fatto e deve iniziare nelle scuole nelle ore di educazione civica. Ma passa anche per investimenti consistenti -propone- nella ‘pubblicità progresso’. Ci ricordiamo tutti gli spot degli anni 90′ sull’Aids. Così come abbiamo fatto una grande campagna di comunicazione su come prevenire una malattia così improtante dovremmo cominciare anche a fare campagne di comunicazione altrettanto importanti sulla parità, che tutti abbiamo lo stesso diritto di realizzarci e gli stessi doveri di cura della famiglia. E’ così che si innesca una trasformazione culturale pervasiva”, ribadisce. “Poi il terzo ambito -aggiunge- è anche quello dei servizi. Si devono offrire non alle donne, ma alle famiglie, uomini e donne senza differenza, dei servizi che possono essere asili nido, scuole elementari a tempo pieno, supporti per genitorialità. Tutto questo è importante per permettere a entrambi di crescere professionalmente”, sottolinea. “E poi -continua ancora Scocchia- bisogna incoraggiare le ragazze a interessarsi delle cosidette materie Stem. Si sa che le materie Stem permettono un approdo più facile al mondo del lavoro, garantiscono una retribuzione migliore e un percorso di crescita più veloce e soddisfacente. Ma quando andiamo a vedere i numeri la percentuale di laureate in materie Stem rimane molto bassa e questo sempre a causa di pregiudizi e stereotipi. E anche su questo si dovrebbe agire a partire dalle scuole elementari e medie”, ribadisce.  E per quanto avviene nell’azienda da lei guidata Scocchia è chiara.  “Io sono soddisfatta che in illycaffè venga data pari opportunità a tutti. Credo che la questione centrale sia quella di fare emergere il merito. E nel momento in cui ti focalizzi sul merito come unica variabile sulla base della quale decidere chi assumere e chi promuovere, risolvi anche la questione del genere. In illycaffè abbiamo sempre seguito un atteggiamento molto meritocratico. Se guardo oggi alle donne in azienda sono molte, tante anche nelle posizioni apicali e anche nel mio leadership team. Per ogni ruolo mi chiedo qual’è la migliore persona che possa ricoprirlo al di la del genere, della nazionalità, della cultura e dell’orientamento sessuale”, sottolinea “E con questo atteggiamento -spiega la manager- sono sempre arrivata nella mia attività ad avere dei leadership team molto equilibrati tra donne e uomini. Perchè se favorisci il merito, è normale che si arrivi senza forzature al 50% e 50%. In illy è un percorso che stiamo facendo”, conclude. (di Fabio Paluccio) —lavoro/datiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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