(Adnkronos) – In Italia i medici oncologi dedicano il 41% del loro tempo alla burocrazia e il 59% alle attività mediche. Poco cambia se sono medici specialisti con minore anzianità o di vertice: 39% contro 61% nel primo caso, 42% contro 58% nel secondo caso. Risultato? Il fardello amministrativo, che sottrae tempo al rapporto medico-paziente, peggiora la qualità del tempo di lavoro e riduce efficacia ed efficienza del Servizio sanitario nazionale, con un aggravio sulla spesa pubblica. Sono questi i dati emersi da un’indagine condotta da Isheo e La Lampada di Aladino Ets, presentata al convegno ‘Burden amministrativo dei medici oncologi: dalle evidenze a una proposta di soluzione’. La ricerca è stata condotta tra febbraio e marzo 2025 su 179 medici oncologi: il 56% donne, il 44% uomini, con un’età media pari a 49 anni. Medici che, nel 34,64% dei casi, visitano dai 41 ai 60 pazienti alla settimana. Per il 74% dei medici oncologi, almeno secondo l’indagine, il fenomeno del burnout diffuso tra gli specialisti – con i relativi sentimenti di esaurimento, ridotta efficacia professionale, aumento della distanza mentale dal proprio lavoro – è legato in parte proprio al carico burocratico. Per il 22% è addirittura la causa principale. Le mansioni amministrative più gravose secondo il 79,3% dei medici sono rappresentate dalla modulistica, seguita dalla gestione dei guasti del sistema informatico (60,9%) e dalla compilazione e gestione dei dati (55,87%). Incarichi che impattano sul tempo da dedicare alla comunicazione clinica con il paziente, sulla diagnosi e sul follow-up. Eppure una parte delle mansioni amministrative potrebbe essere delegata. Il 92% dei medici, ad esempio, è d’accordo a delegare la gestione dei guasti del sistema informatico, il 91% gli ordini e il controllo dell’inventario, l’80% l’accoglienza dei pazienti, il 79% la pianificazione degli appuntamenti. “Delegare – sottolinea Davide Petruzzelli, presidente de La Lampada di Aladino Ets – diventa la parola d’ordine. Le mansioni amministrative riducono sia il tempo da dedicare al paziente sia quello per la formazione, l’informazione e le attività multidisciplinari in un settore come l’oncologia che contiene un numero crescente di innovazioni terapeutiche. Delegare una parte dei compiti amministrativi permetterebbe agli specialisti di avere più tempo per le mansioni mediche, con un’attenzione particolare ai pazienti e una migliore appropriatezza nell’allocazione delle risorse del sistema sanitario nazionale”. Per Davide Integlia, General Manager di Isheo, economista sanitario ed esperto di percorsi terapeutico-assistenziali, “mettere il medico al centro deve diventare una priorità per realizzare una vera patient centricity. L’indagine condotta illustra in maniera chiara la qualità del tempo di lavoro dell’oncologo oggi. Occorre proporre soluzioni operative ai decisori politici, così da supportare il medico specialista nello svolgimento delle sue mansioni prettamente mediche”. “La relazione con il paziente è un aspetto cruciale nell’attività del medico. Sottrarre tempo può comportare un’insoddisfazione reciproca. Siamo in un periodo in cui le risorse mediche sono carenti, per questo è necessario stabilire una gerarchia di importanza e dedicare di nuovo un tempo adeguato, continuo e protetto alla relazione con il paziente. E poi saper delegare alcuni compiti strettamente amministrativi, come la pianificazione degli appuntamenti o la modulistica, ad altre figure”, ha detto Monica Giordano, direttore Struttura complessa Oncologia dell’ospedale Sant’Anna di Como. “In Italia vivono 3,7 milioni di cittadini dopo la diagnosi di tumore; 15 anni fa, nel 2010, erano 2,6 milioni”, ha affermato Francesco Perrone, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). “I pazienti oncologici che convivono con la malattia in forma cronica – ha evidenziato – rappresentano una grande sfida per il Servizio sanitario nazionale. Servono più risorse e personale da destinare all’oncologia ed è necessario liberare i clinici dalle attività burocratiche. La soluzione può essere rappresentata da un modello di affiancamento di nuovo personale agli oncologi, con figure amministrative in grado di supportare il personale sanitario durante le visite, per accorciarne la durata e aumentarne il numero. Meno tempo dedicato a compilare moduli si traduce in più ore a disposizione per le visite. Si tratta di una soluzione concreta, con effetti immediati, che comporterebbe una valorizzazione del lavoro degli oncologi e una ricaduta positiva su tutto il sistema”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Tumori, burocrazia ruba 41% tempo oncologi, penalizzato dialogo con pazienti
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