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Violenza di genere, una panchina rossa nel Campus Cattolica di Roma

(Adnkronos) –
Una panchina rossa nel Campus di Roma dell’Università Cattolica. Questa seduta è divenuta in tutta Italia segno concreto e simbolico contro la violenza di genere, un presidio di memoria e insieme un invito all’attenzione quotidiana. “La sua collocazione in uno spazio vissuto dagli studenti vuole rafforzare il legame tra l’impegno dell’ateneo e la vita universitaria, ricordando che la cultura del rispetto nasce e si costruisce anche nei luoghi della formazione”, sottolineano dalla Cattolica. La panchina è posizionata nel giardino degli studenti, situato dietro gli Istituti biologici, ed è stata inaugurata alla presenza del preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Antonio Gasbarrini, di Stefania Boccia, ordinario di Igiene generale applicata e membro docente del Gender Equality Plan dell’ateneo, del direttore della sede Lorenzo Cecchi e delle studentesse e degli studenti del campus.  L’ateneo è in prima linea nel riflettere e sensibilizzare sull’emergenza dei femminicidi e della violenza sulle donne, anche nei confronti di giovani e studentesse, evidenziano dalla Cattolica. Tutti i campus sono oggi coinvolti su un tema troppo spesso al centro dell’informazione. Nella sede di Milano, in videocollegamento con le altre sedi dell’ateneo, si è tenuto stamattina, alla presenza di Raffaella Iafrate, delegata del rettore per le Pari opportunità dell’ateneo, e del preside della Facoltà di Psicologia Alessandro Antonietti, l’evento di premiazione delle tesi di laurea di tre studentesse della facoltà: Alice Donatiello, Simona Ruggieri e Chiara Zai. Un momento importante di sensibilizzazione e riflessione per l’intera comunità universitaria. In particolare, il Campus di Roma della Cattolica promuove in questi giorni una serie di momenti simbolici e profondamente significativi, aperti alla partecipazione di tutta la comunità accademica. Venerdì scorso in tutti i corsi di laurea attivi nella sede romana è stato osservato un minuto di silenzio, accompagnato dalla proiezione di un video realizzato da studenti e studentesse dell’ateneo, dedicato al tema dei femminicidi. Un gesto semplice, ma potente – rimarcano dalla Cattolica – che vuole richiamare l’attenzione sul silenzio che troppo spesso avvolge queste tragedie e sulla necessità di trasformarlo in consapevolezza e impegno. Nella mattinata di oggi, tutta la comunità universitaria ha partecipato in videocollegamento con la sede di Milano alla presentazione delle tre tesi di laurea sul tema del femminicidio, a testimonianza di come la riflessione accademica possa e debba contribuire a leggere, comprendere e contrastare un fenomeno sociale drammatico, che richiede un’azione congiunta tra cultura, educazione, istituzioni e cittadinanza. Tali iniziative si inseriscono in un percorso che l’Università Cattolica porta avanti con convinzione e responsabilità, rivendica l’ateneo: contrastare ogni forma di violenza e discriminazione di genere, dare voce al dolore e trasformarlo in formazione, consapevolezza e cambiamento. In un Paese dove i femminicidi sono ancora una tragica realtà quotidiana, l’università non può restare spettatrice: ha il dovere di educare, denunciare e custodire la dignità di ogni persona. “L’iniziativa di oggi – dichiara Gasbarrini – si svolge significativamente in questo giardino, diventato il cuore pulsante del nostro campus, dove ogni giorno si ritrovano tutti i nostri studenti: li ringrazio, a nome dell’intera facoltà, per tutti gli eventi di questi giorni e perché oggi, tutti insieme, lasciamo un importante segnale. La nostra opera di solidarietà, in questa sede, è per tutte le persone che soffrono e troppo spesso le donne soffrono più degli altri. E affinché questo non accada più tre cose sono necessarie: educazione, rispetto, denuncia”. “Il nostro ateneo – afferma Boccia – lavora e agisce su questi temi grazie alla nascita e allo sviluppo del Gender Equality Plan basato su una continua opera educativa e formativa: la violenza non è solo fisica, ma anche verbale. E’ per questo che abbiamo promosso un codice di linguaggio inclusivo. Ancora, dal punto di vista della ricerca, monitoriamo costantemente la partecipazione di tutte le donne – dottorande, specializzande, docenti – affinché vengano rispettati ruoli e opportunità. Infine monitoriamo le progressioni accademiche nel corpo docente, affinché anche ai vertici si realizzi un vero bilanciamento di genere”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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