(Adnkronos) – L’addio a Quota 103 per l’anticipo pensionistico, la spinta alla previdenza integrativa, i tre mesi di permanenza al lavoro in linea con l’aspettativa di vita: la manovra – attesa al varo finale martedì – riscrive la previdenza adeguandosi alla vita che si allunga e alla coperta delle risorse che si accorcia.
Va in soffitta uno dei cavalli di battaglia della Lega degli anni passati, Quota 103. La manovra non rinnova lo schema di anticipo pensionistico che consentiva il ritiro dal lavoro con almeno 62 anni d’età e 41 di contributi, né Opzione donna (61 anni d’età e 41 di contributi).
Ape sociale anche nel 2026. Viene rinnovato il meccanismo per l’anticipo pensionistico per i lavoratori con mansioni gravose e usuranti al raggiungimento di 63 anni e 5 mesi di età. Ma arriva una sforbiciata sulle risorse che per gli usuranti verranno tagliate di 40 milioni all’anno dal 2033 e per i precoci si ridurranno di 90 milioni nel 2032, di 140 mln nel 2033 e di 190 mln dal 2034 in poi.
La manovra allinea gradualmente nell’arco di un biennio i requisiti per la pensione di vecchiaia all’allungamento dell’aspettativa di vita. Invece di 67 anni e tre mesi in più tout court, il ddl impone solo 1 mese in più nel 2027 e tre mesi in tutto dal 2028.
Dal primo luglio, in assenza di esplicita opzione entro 60 giorni, il Tfr dei neoassunti del settore privato verrà destinato ai fondi di previdenza integrativa con la formula del silenzio-assenso.
La manovra cancella la norma prevista per lo scorso anno per i lavoratori del sistema contributivo di cumulare i contributi versati all’Inps con quelli destinati ai fondi pensione. Secondo fonti della maggioranza la misura non aveva riscosso grande successo.
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