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Da Dugina a Tatarski, quando l’Ucraina uccide combattenti e propagandisti

(Adnkronos) – La filosofa propagandista Darya Dugina, il blogger militare Vladlen Tatarski (nome vero Maksim Fomin) e lo scrittore diventato combattente e propagandista Zakhar Prilepin, sono tre degli obiettivi colpiti, e nel caso dei primi due uccisi in territorio russo dall’inizio della guerra, prima dell’omicidio del generale Igor Kirillov di questa mattina sul Ryazansky Prospekt di Mosca, di cui Kiev, contrariamente alle altre occasioni, si è immediatamente assunta la responsabilità.  E questo elenco di precedenti, russi accomunati da un impegno nello sforzo di propaganda di Mosca legato alla guerra, a indicare l’aspetto della carriera di Kirillov su cui l’Ucraina ha forse voluto porre l’accento: come ha commentato Londra “era un portavoce significativo della disinformazione del Cremlino”, con i suoi briefing pubblici in cui accusava regolarmente Kiev di pianificare l’uso di armi chimiche e voler sviluppare una bomba ‘sporca’ (un ordigno radiologico, in cui a un esplosivo convenzionale viene associato materiale radioattivo che viene disperso nell’ambiente) .  Lo scorso anno aveva denunciato un presunto sforzo di Kiev per un attacco con “zanzare infette” per diffondere la malaria fra le forze russe. Viene citato anche il suo sforzo di propaganda per nascondere l’impiego delle armi chimiche da parte dell’alleato del Cremlino Bashar Assad durante la guerra civile, a conferma di come i due teatri, quello siriano e quello ucraino, siano in questo momento, legate a doppio filo.  Kirillov, comandante dell’unità delle forze speciali RKhBZ che combatte in condizioni di contaminazione nucleare, biologica o chimica, è però una figura di grado, non forse di funzione, completamente diverso dalle vittime che lo hanno preceduto. Ai vertici dell’apparato militare, non nella galassia del mondo Z. Proprio ieri l’Sbu aveva reso noto che i magistrati avevano formalizzato una accusa contro il generale, indicandolo come responsabile dell’uso di armi chimiche contro le forze ucraine. In piena pandemia, Kirillov, in un altro sforzo di disinformazione, aveva lasciato intendere che l’unità di ricerca medica della marina Usa basata a Sigonella fosse coinvolta con la diffusione del coronavirus in Italia.  Dugina è morta all’età di 29 anni nell’esplosione della sua auto il 20 agosto del 2022, nel quartiere di Bolshiye Vyazemy, alla periferia di Mosca. La giovane donna è morta forse in un attentato organizzato contro il padre, Aleksandr Dugin, ideologo ultranazionalista di cui Darya seguiva le orme, a cui apparteneva l’auto. Dugina avrebbe dovuto tornare a condurre la trasmissione “Prima i russi” su Tsargrad, l’emittente ultraconservatrice dell’oligarca fondamentalista Konstantin Malofeev che il padre dirigeva sin dalla sua apertura nel 2015, proprio quando, sulla scia dell’annessione della Crimea e sullo scontro aperto nel Donbass pochi mesi prima, l’ideologia del ‘Russkiy Mir’ promossa dal filosofo e dalla figlia acquisivano spazio nella narrativa ufficiale.  Tatarski viene ucciso quando aveva poco più di 40 anni il due aprile del 2023 in un locale di San Pietroburgo, nell’esplosione di una statuetta che gli era appena stata regalata. Fomin era noto per le sue posizioni filo-Putin e per l’appoggio totale all’invasione dell’Ucraina. Nell’ultimo anno aveva partecipato anche ad eventi al Cremlino. In una circostanza, aveva pubblicato un video affermando che “uccideremo e deprederemo tutti quelli che dobbiamo”, riferendosi all’operazione militare. Il presidente Putin aveva conferito postuma l’onorificenza ‘Ordine del Coraggio’ a Tatarski, come aveva fatto per Dugina.  Il 6 maggio del 2023 Prilepin, 47 anni, era rimasto gravemente ferito nell’esplosione della sua auto nella regione di Nizhni Novgorod dove era nato nel 1974 e dove abitava con la sua famiglia. Aveva combattuto nel Donbass fra le fila degli indipendentisti già prima dell’inizio dell’invasione. Nel gennaio del 2023 si era arruolato nella Guardia nazionale ed era tornato a combattere sul fronte ucraino. Aveva già combattuto in Cecenia durante la guerra come Omon, prima di iniziare a scrivere. Il suo nome non può essere associato a quelli di Dugina e Tatarski, avevano voluto ricordare le persone che lo avevano apprezzato come artista.   —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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