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Donald Trump congela i dazi contro il Messico fino al 2 aprile. Il presidente degli Stati Uniti firma una parziale tregua nella guerra commerciale che, invece, prosegue con il Canada. “Dopo aver parlato con la presidente Claudia Sheinbaum, ho accettato che il Messico non dovrà pagare dazi su qualsiasi cosa che rientra nell’accordo di Libero Scambio Usmca”, scriveTrump su Truth Social, precisando che la sospensione “sarà fino al 2 aprile”, quando è prevista l’introduzione dei ‘dazi reciproci’ da parte degli Usa. Trump sottolinea di averlo fatto per accogliere una richiesta e “per rispetto per la presidente Sheinbaum: la nostra relazione è veramente buona – prosegue il tycoon – e noi stiamo lavorando sodo, insieme, sul confine sia per fermare gli stranieri illegali dall’entrante negli Usa che per fermare il fentanyl. Grazie alla presidente per il duro lavoro e per la cooperazione”. L’accordo di libero scambio Usmca, che ha sostituito il Nafta e che Trump al momento della firma definì un suo successo negoziale, permette che i beni possano viaggiare liberi da dazi tra Messico, Canada e Usa ad alcuni condizioni. Tra queste, il fatto che il bene in questione sia stato prodotto interamente in Nord America o sia stato trasformato in modo sostanziale, se i suoi componenti arrivano da altri Paesi. Per le auto, per esempio, viene considerato che almeno il 75% delle componenti provengano dal Nord America. Parlare quindi si sospensione per un mese solo per le esportazioni del Messico che rientrano nell’Usmca sembra riferirsi al fatto che, come denunciato da questa ma anche da passate amministrazioni Usa, vi sono prodotti cinesi che vengono inviati in Messico e da qui entrano negli Usa senza dazi.
Se i rapporti con il Messico migliorano, rimane alta la tensione tra Stati Uniti e Canada. “Non sospenderemo i dazi canadesi perché gli americani ieri hanno fatto un cambiamento”, dice il premier canadese Justin Trudeau, riferendosi al fatto che Washington ieri ha sospeso per un mese i dazi per le auto, sottolineando comunque che il suo governo “sta discutendo” la possibilità di ritardare l’entrata in vigore della seconda ondata di dazi decisi da Ottawa in risposta a quelli di Trump. “Come ho detto diverse volte, non faremo marcia indietro sui nostri dazi di risposta fino a quando saranno revocati di dazi ingiusti americani sui prodotti canadesi”, aggiunge il premier canadese riconoscendo che in questo momento “siamo in una guerra commerciale”. Lunedì Trudeau ha annunciato dazi del 25% sulle importazioni, pari a 107 miliardi di dollari, dagli Usa, con un primo gruppo di prodotti, per importazioni pari a 21miliardi di dollari, colpiti subiti ed un secondo per i quali i dazi entreranno in vigore dopo 3 settimane. “Il nostro confine è sicuro e meno dell’1% del fentanyl illegale che entra negli Usa arriva dal Canada – dice ancora Trudeau che si dimetterà alla fine di questa settimana, quando il Partito Liberale nominerà il nuovo leader – ho anche sottolineato che i dazi che l’amministrazione Usa ha deciso di imporre danneggeranno i lavoratori e le imprese americane”. E a chi gli chiede delle rivelazioni del Wall Street Journal, secondo il quale durante la telefonata di ieri con Trump “la temperatura è salita e vi sono state parolacce”, Trudeau risponde che è “stata una telefonata colorita”. Da Trump, nelle ultime ore, nessun segnale conciliante. “Che ci crediate o no, nonostante il pessimo lavoro che ha fatto per il Canada, credo che Justin Trudeau stia sfruttando il problema dei dazi, in larga parte causato da lui stesso, per ricandidarsi a Primo Ministro. Assistere a tutto ciò è uno spasso!”, dice il presidente americano su Truth. Nonostante le accuse di Trump, è in realtà improbabile che Trudeau si ricandidi alle elezioni, essendosi dimesso da leader dei Liberali di fronte ad un alto tasso di impopolarità e gravi tensioni all’interno del suo stesso governo e partito. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Dazi, Trump firma tregua con Messico fino a 2 aprile
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