(Adnkronos) – Il futuro di la Repubblica e La Stampa, quotidiani del gruppo Gedi, oggetto di un’offerta del gruppo greco Antenna, guidato da Thodoris (Theodoros o Theo) Kyriakou, riaprono il dibattito sulla proprietà, l’indipendenza e il controllo dei grandi media, in Italia e in Europa. Una delle principali obiezioni che si fanno rispetto all’operazione, anche andando oltre le rivendicazioni legate al patrimonio culturale, alla collocazione nell’area progressista, e alla difesa dell’attuale perimetro occupazionale, riguarda l’opportunità di cedere due tra i principali quotidiani italiani a un editore straniero.
Sarebbe un caso isolato in Europa? Analizzando le strutture proprietarie dei principali giornali di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, emerge un quadro in cui a controllare le testate sono nella maggior parte dei casi gruppi industriali, grandi famiglie o fondazioni espressioni di azionariato diffuso, nate per preservarne l’indipendenza.
Questi, invece, i casi in cui importanti testate sono controllate da azionisti stranieri: The Sun e The Times, controllati dalla News Corp di Rupert Murdoch insieme a The Economist (Exor), The Daily Telegraph, Sunday Telegraph (RedBird) nel Regno Unito; El Mundo, Marca ed Expansion, controllate da Rcs di Urbano Cairo (attraverso Unidad Editorial) in Spagna.
I principali giornali francesi sono per lo più di proprietà di un ristretto numero di miliardari e grandi gruppi industriali, ma ci sono realtà importanti che ‘difendono’ la loro indipendenza.
Le Figaro: è di proprietà del Gruppo Dassault (Socpresse), un colosso industriale e aerospaziale francese. La sua linea editoriale è notoriamente conservatrice e di centro-destra.
Le Parisien e Les Échos: sono parte dell’impero mediatico di Bernard Arnault, l’amministratore delegato del gruppo del lusso LVMH.
Le Monde: è attualmente controllato principalmente dal Fonds pour l’indépendance de la presse, che è diventato l’azionista di maggioranza dopo l’acquisizione di quote da parte di figure chiave come Xavier Niel (che ha ceduto quasi tutto il suo pacchetto), il miliardario ceco Daniel Kretinsky e Mathieu Pigasse.
Libération: Storicamente un quotidiano di sinistra, dopo essere stato a lungo legato a Patrick Drahi (Altice), è tornato a essere indipendente, gestito da una società senza scopo di lucro, pur mantenendo alcuni legami con i precedenti investitori. In passato, tra i suoi azionisti figuravano anche investitori italiani come Carlo Caracciolo (co-fondatore di La Repubblica) e Carlo Perrone.
I grandi quotidiani britannici sono controllati da grandi gruppi editoriali, come News Corp di Rupert Murdoch (The Sun, The Times) e DMG Media (Daily Mail, Metro), mentre altre testate storiche come The Guardian sono indipendenti e gestite da fondazioni o editori specifici.
The Sun, The Times: sono controllati da News Corp (Rupert Murdoch).
Daily Mail, Metro: sono pubblicati da DMG Media (parte di Daily Mail and General Trust – DMGT).
The Guardian, The Observer: sono indipendenti, gestiti dalla Scott Trust, una fondazione senza scopo di lucro, che garantisce l’indipendenza editoriale del gruppo e ne sostiene la salute finanziaria, in modo da prevenirne eventuali scalate da parte di altri gruppi.
Daily Mirror, Sunday Mirror: fanno parte del gruppo Reach PLC.
The Daily Telegraph, Sunday Telegraph: sono di proprietà di Telegraph Media Group, che è stato acquisito da RedBird Capital Partners (fondo americano) e altri investitori.
The Economist: la multinazionale Exor, ovvero il gruppo controllato dalla famiglia Agnelli-Elkann, detiene il 43% del capitale. Le restanti quote sono divise tra altri azionisti maggiori e decine di piccoli azionisti, tra cui molti dipendenti ed ex dipendenti. Il 21% è della famiglia Rothschild, che ha antiche relazioni con la testata ma che ha recentemente messo in vendita la sua partecipazione.
Il panorama editoriale tedesco è caratterizzato da un mix di grandi gruppi e proprietà familiari o legate a fondazioni, specialmente per i giornali di qualità e le riviste di approfondimento.
Bild, Die Welt: sono di proprietà di Axel Springer, un gruppo editoriale tedesco fondato nel 1946 da Axel Springer e con sede a Berlino. La società possiede anche il polacco Fakt e i siti americani di notizie Business Insider e Politico. Attualmente, l’erede Friede Springer e l’amministratore delegato Mathias Döpfner detengono la maggioranza delle quote.
Frankfurter Allgemeine Zeitung (F.A.Z.): è pubblicato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung GmbH, che ha una struttura proprietaria particolare, gestita da una fondazione (FAZIT-Stiftung) che ne garantisce l’indipendenza editoriale.
Der Spiegel: la principale rivista settimanale tedesca ha una struttura di proprietà che include la Fondazione Spiegel e la Verlagsgruppe Handelsblatt.
Süddeutsche Zeitung: è pubblicato dalla Süddeutscher Verlag, che è a maggioranza di proprietà del gruppo editoriale Suez-Verlag, a sua volta parte del gruppo Burda e della famiglia Dohrn.
Die Zeit: il settimanale liberale è pubblicato dal gruppo Zeit-Verlag Gerd Bucerius, che è in parte di proprietà del gruppo Holtzbrinck e in parte della famiglia Bucerius.
Il quadro editoriale spagnolo è dominato da pochi grandi gruppi con interessi diversificati nel settore dei media e la presenza ‘straniera’ di Rcs.
El País: è pubblicato da Prisa (Promotora de Informaciones), uno dei più grandi gruppi mediatici in lingua spagnola, che possiede anche altre testate e stazioni radio.
El Mundo, Marca ed Expansion: sono parte del gruppo editoriale italiano RCS MediaGroup, che ne detiene la quota di maggioranza attraverso la sua controllata Unidad Editorial.
ABC: è edito dal Grupo Vocento, un importante conglomerato mediatico spagnolo che controlla anche diversi giornali regionali e locali in tutto il Paese.
La Vanguardia: è la testata principale del Grupo Godó, un’azienda familiare di comunicazione con sede a Barcellona, che ha una forte presenza in Catalogna ma diffusione a livello nazionale.
La Razón: il quotidiano appartiene a Grupo Planeta, una delle maggiori potenze editoriali in Spagna e nell’America Latina, con interessi che spaziano dai libri alla televisione oltre ai giornali. (Di Fabio Insenga)
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