(Adnkronos) – Dalle monete ‘da collezione’ regalate per comunioni e cresime ai lingotti più o meno grandi, acquistati dalle famiglie italiane sulla scia del boom economico, ma anche come bene rifugio durante le crisi: pur in assenza di dati ufficiali, secondo alcune stime l’oro da investimento in mano agli italiani ammonterebbe a circa 1.200-1.500 tonnellate (per un valore di quasi 167 miliardi), pari al 25-30% dell’oro privato totale (che include gioielli, etc.), pari a circa 4.500/5.000 tonnellate, con un controvalore indicativo di 499-550 miliardi di euro, considerando il prezzo di mercato dell’oro attualmente di circa 111.000 euro al kg. E’ quanto emerge dalla relazione tecnica all’emendamento, proposto alla Manovra per la tassazione agevolata al 12,5%, che stima per le casse dello stato un gettito tra 1,67 e 2,08, ipotizzando che solo il 10% delle quantità evidenziate sopra fosse oggetto di affrancamento.
Con il termine l’oro da investimento si intendono le monete d’oro di purezza pari o superiore a 900 millesimi, coniate dopo il 1800, che hanno o hanno avuto corso legale nel Paese di origine e i lingotti o le placchette di peso superiore a un 1 grammo, di purezza pari o superiore a 995 millesimi. Beni con ampio margine di rivalutazione visto che l’oro da investimento nelle sue classiche funzioni di bene rifugio, dono o eredità spesso non è corredato da una completa documentazione che attesti il costo storico, pur in assenza di violazioni fiscali, trattandosi, nella maggior parte dei casi, di operazioni molto datate e di beni tramandati tra generazioni o ricevute in eredità in una procedura successoria senza inventario e quindi senza un valore analitico di riferimento.
L’ assenza di idonea documentazione di acquisto comporta, pertanto, in sede di cessione, l’applicazione dell’aliquota del 26% sull’intero valore dell’oro ceduto, anziché sulla sola plusvalenza effettivamente realizzata e ciò anche in assenza di qualunque intento speculativo. Da qui, per facilitare l’emersione e la circolazione di oro fisico da investimento, garantendo al tempo stesso un significativo incremento del gettito, si propone con l’emendamento l’applicazione di un’aliquota agevolata del 12,5% ai fini della procedura di rivalutazione attraverso una misura “temporanea e straordinaria”.
—
economia
webinfo@adnkronos.com (Web Info)



