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Le forze armate statunitensi hanno avviato l’operazione ‘Occhio di falco’ colpendo oltre 70 obiettivi dello Stato islamico in Siria, in quella che il presidente Donald Trump ha definito una “ritorsione molto seria” per l’attacco avvenuto la settimana scorsa a Palmira, nel quale erano stati uccisi tre cittadini americani. Secondo Washington, l’azione era stata compiuta da un singolo militante dell’Isis. Gli Stati Uniti hanno inoltre informato Israele in anticipo dei raid, ha riferito un funzionario dell’amministrazione Trump ad Axios.
Il Comando centrale Usa (Centcom) ha reso noto che l’operazione ha interessato più località della Siria centrale e ha impiegato caccia, elicotteri d’attacco e artiglieria, con oltre 100 munizioni di precisione contro infrastrutture e depositi di armi del gruppo jihadista. In un post su Truth Social, Trump ha affermato che gli Stati Uniti stanno “infliggendo una ritorsione molto seria, come promesso, ai terroristi assassini responsabili”, avvertendo che chi attacca gli americani “sarà colpito più duramente che mai”.
Damasco, senza commentare direttamente i raid, ha ribadito tramite il ministero degli Esteri l’impegno a combattere lo Stato islamico e a impedire che abbia “rifugi sicuri” sul territorio siriano. Le vittime dell’attacco di Palmira erano due sergenti della Guardia nazionale dell’Iowa, William Howard ed Edgar Torres Tovar, e un interprete civile del Michigan, Ayad Mansoor Sakat. Il raid segna il primo episodio di questo tipo dopo la caduta di Bashar al-Assad e si inserisce in un contesto in cui, pur ridimensionando la propria presenza militare in Siria, Washington continua a condurre operazioni contro l’Isis, ancora attivo soprattutto nelle aree desertiche del Paese.
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