Di orzo esistono diverse varietà, da quello integrale che, mantenendo intatto il chicco intero, è il più ricco di nutrienti, a quello decorticato a quello perlato che, subendo i maggiori processi di raffinazione, risulta essere il più facilmente digeribile e veloce da cuocere L’analisi nutrizionale di 100 grammi di chicchi d’orzo decorticati porta a considerare l’apporto complessivo di 350 Kcal. I carboidrati ammontano a circa 73 grammi, le proteine a circa 12 grammi, i grassi a 2,3 grammi, mentre le fibre, sempre in 100 grammi di prodotto decorticato, risultano pari a circa 17 grammi. A proposito di fibre, queste ultime sono rappresentate tanto da elementi insolubili quanto da elementi solubili tra i quali spiccano i beta-glucani. Ma l’orzo è anche dotato di un buon corredo di vitamine soprattutto del gruppo B e di sali minerali come potassio, ferro, fosforo, magnesio, calcio, zinco. Tutto questo rende l’orzo alimento altamente nutriente e benefico per la salute, per quanto il suo consumo non sia del tutto esente da controindicazioni. Ecco i principali aspetti da considerare: 1. L’orzo, soprattutto quello integrale, è fonte di fibre che aiutano a regolare il transito intestinale e favoriscono la digestione. 2. La stessa abbondanza di fibre fa si che l’orzo abbia un basso indice glicemico; ciò lo rende un’ottima scelta per chi ha bisogno di mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue, come nel caso di chi soffre di diabete. 3. Le fibre solubili dell’orzo, in particolare i beta-glucani, aiutano a ridurre il colesterolo “cattivo” LDL, proteggendo il cuore e riducendo il rischio di malattie cardiovascolari. 4. Essendo ricco di nutrienti essenziali, l’orzo contribuisce a fornire ferro, indispensabile per il trasporto dell’ossigeno nel sangue, ma anche magnesio e potassio utili nelle dinamiche di regolazione della pressione sanguigna e della salute muscolare. 5. L’orzo contiene antiossidanti come i lignani, che contribuiscono a ridurre lo stress ossidativo nel corpo, proteggendo le cellule dai danni dei radicali liberi. 6. Le fibre dell’orzo aumentano il senso di sazietà, aiutando a controllare l’appetito e a ridurre l’apporto calorico. 7. Grazie al suo contenuto in carboidrati complessi, l’orzo fornisce energia a lungo termine senza causare cali improvvisi, ideale per attività fisiche e giornate impegnative. 8. L’orzo contiene glutine, quindi non è adatto per i celiaci o per le persone con sensibilità al glutine non celiaca. In questi soggetti il consumo di orzo può causare disturbi gastrointestinali come gonfiore, dolori addominali, diarrea e, nei casi di celiachia, danni alla mucosa intestinale. 9. Le persone con sindrome del colon irritabile o con Sibo possono presentare disturbi digestivi dopo aver mangiato una portata a base di orzo, soprattutto nelle varietà integrali e meno raffinate. La presenza di fibre, sebbene benefica in generale, può infatti provocare gonfiore, flatulenza e disagio intestinale. 10. L’orzo contiene una moderata quantità di ossalati, composti che possono contribuire alla formazione di calcoli renali in persone predisposte. Sebbene non sia uno dei principali alimenti a rischio, chi soffre di calcoli renali frequenti dovrebbe consultare un nutrizionista o medico per verificare l’opportunità di inserire l’orzo nella propria dieta. “Oltre che per i benefici nutrizionali, l’orzo è apprezzato molto per la sua versatilità in cucina. Può essere usato per preparare zuppe, insalate fredde, risotti alternativi e persino bevande come il caffè d’orzo. Inoltre, è abitualmente utilizzato nell’industria della birra come ingrediente principale. Con le giuste precauzioni, dunque, questo antico cereale può essere una preziosa aggiunta a una dieta equilibrata”, conclude Minelli. —altrowebinfo@adnkronos.com (Web Info)