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Omicidio di Giulia, i sensi di colpa mediatici dei genitori di un assassino

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Omicidio di Giulia, i sensi di colpa mediatici dei genitori di un assassino.

Martedì 28 novembre davanti al gip di Venezia Benedetta Vitolo e al pm Andrea Petroni,  Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, 22 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere, come ha reso noto il suo legale Giovanni Caruso. Ma, spiega Caruso, ha “ritenuto doveroso rendere dichiarazioni spontanee con le quali ha sostanzialmente confermato le ammissioni fatte alla polizia tedesca”.

“Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata”. Sono le parole che Turetta ha pronunciato nelle sue dichiarazioni spontanee davanti al gip di Venezia durante l’interrogatorio di garanzia.

Poi: “Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera”.

Turetta rientrato in Italia, con volo di Stato,  il 25 novembre. Un nuovo legale, Caruso, per Turetta. Il precedente avvocato, Emanuele Compagno, difensore d’ufficio, ha lasciato la difesa dell’assassino. Non senza polemica. Per suoi post social proprio relativi alla violenza contro le donne.

Ora, è ovvio che ci sono due famiglie distrutte. Con una differenza decisiva. In una famiglia c’è una figlia, una sorella che non tornerà mai più. Nell’altra famiglia c’è colui che ucciso la figlia, la sorella con tutta una vita di progetti davanti a sé e che non tornerà mai più.

Nella famiglia di Giulia  la dignità composta  ma anche la determinazione nell’ottenere giustizia di chi è stato travolto da una tragedia immane.

Nella famiglia di Filippo Turetta il ritrovarsi genitori di un assassino. Con tutte le dinamiche che questo può scatenare in una famiglia. Una famiglia anch’essa travolta da una tragedia, seppur altra rispetto alla famiglia di Giulia.

“Ci fa male essere additati come famiglia inadeguata. Da padre ho cercato di dargli tutto”.

Questo in sostanza quanto ripetuto dal padre di Filippo Turetta in una continua esposizione mediatica.

Per quale motivo i genitori di Filippo Turetta, soprattutto il padre, ritengono importante esternare in continuazione ai microfoni i propri sensi di colpa?

Forse, nel rispetto del dolore della famiglia di Giulia, sarebbe più opportuno il silenzio.

 

© Riproduzione riservata

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