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Pd di Elly Schlein sale ancora nei sondaggi. La prima mossa Pd è l’alleanza col Pd.
Continua a salire nei sondaggi il Pd della neo segretaria Elly Schlein. Con il 88,4% degli elettori Pd che si dichiara soddisfatto per l’elezione del primo segretario donna dem.
Pd del dopo Letta che con Schlein ha già messo a segno la prima alleanza.
Alleanza con lo stesso Pd. Quello di Bonaccini.
Oggi 14 marzo 2023, Porta a Porta pubblica il sondaggio, realizzato da Euromedia Research, relativo al consueto rilevamento sulle intenzioni di voto a livello nazionale e alla soddisfazione per l’elezione di Elly Schlein segretaria Pd.
Per quanto riguarda le intenzioni di voto, Fratelli d’Italia con il 29.2% (-0.4% dall’ultimo sondaggio del 21 febbraio scorso) si riconferma primo partito italiano.
Il Pd sale al 20.3% con un balzo di +2.8%. Seguito dal M5S, che scende quasi di due punti percentuali, – 1,9%, fermandosi al 15%. La Lega raggiunge il 9.4%, +0.4%, seguita da Azione-Italia Viva con 8.4%, +0.3%. Forza Italia scende al 6.5%, -1.2%.
Elettori Pd favorevoli al 75,3% su spostamento del partito più a sinistra.
La prima mossa di Elly Schlein nell’assemblea nazionale Pd è stata di ricompattare il Pd stesso eleggendo presidente Bonaccini da lei sconfitto alle primarie con poco più del 53% a livello nazionale. E con oltre il 66% in Toscana.
Con un’assemblea di mille delegati più o meno fifty-fifty, chiaro che la prima alleanza di Schlein doveva essere interna, col Pd che ha votato Bonaccini. Ma anche con quello spaccato per la gestione Letta poi confluito nei due schieramenti in sfida alle primarie.
Con Bonaccini presidente, al vertice Pd si ricompone la coppia Bonaccini-Schlein che insieme ha governato l’Emilia Romagna fino alle politiche 2022 che hanno eletto Schlein deputata.
Vicepresidenti Chiara Gribaudo, deputata, e Loredana Capone, entrambe vicine a Schlein.
E tanta Toscana, dove Schlein ha trionfato, in direzione. A partire dal deputato pistoiese Furfaro, braccio destro di Schlein, suo portavoce nazionale in campagna congressuale.
Con l’ingresso di Sardine e il ritorno di Articolo 1.
E il pisano Letta all’improvviso arrembante nei consigli – non richiesti – a Schlein: “Il popolo e la comunità del Pd ti hanno chiesto, Elly, di fare le scelte che devi fare senza negoziare con correnti e che nessuno ti venga a dire cosa devi fare. La forza dell’investitura che hai usala fino in fondo per il bene del nostro partito, della nostra comunità, del Paese, dell’Europa”.
Adesso c’è il nodo segreteria. Bonaccini ha già messo le mani avanti: “Credo che a breve, quando Elly sarà nelle condizioni, ci rivedremo per discutere della segreteria, se possa essere o meno unitaria. Io spero di sì”.
E il nodo capigruppo.
Che alla Camera e al Senato sono Debora Serracchiani e Simona Malpezzi.
In quanto donne.
Questa è la motivazione politica che aveva dato Letta nell’avvicendamento che nel marzo 2021, non senza polemiche interne, aveva scalzato Delrio alla Camera per Serracchiani e il toscano Marcucci al Senato per Malpezzi.
Questa è la modalità della parità di genere intesa da Letta nel suo Pd che poco dopo, settembre 2022, ha eletto in Parlamento appena poco più del 30% di rappresentanza femminile. Minimo storico.
Per chiudere le partite segreteria e capigruppo, i tempi sarebbero entro la prossima settimana.
Francesco Boccia, fedelissimo Schlein, è in pole al Senato, Peppe Provenzano e Chiara Braga alla Camera.
Poi, chiuse le questioni interne, il tema alleanze si sposterà all’esterno. Con l’ex premier Conte, leader M5S, che con Schlein le prove tecniche di alleanza le ha fatte alla manifestazione del 4 marzo a Firenze.