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Trovato in fin di vita a Livorno. Arrestato aggressore

L'uomo, 40 anni, pregiudicato. Pestaggio in Scali Novi Lena. In gravissime condizioni Massimo Galleni, 49 anni, imprenditore lucchese

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LIVORNO – Trovato in fin di vita a Livorno. Arrestato aggressore.

Con l’accusa di lesioni personali gravi, i carabinieri del comando provinciale di Livorno hanno fermato un uomo di 40 anni, pregiudicato, “gravemente indiziato”, sottolineano i carabinieri, di essere l’autore dell’aggressione avvenuta alle prime ore di lunedì scorso agli scali Novi Lena a Livorno.

Vittima, è in condizioni gravissime, l’imprenditore Massimo Galleni, 49 anni, titolare di un bar a Lido di Camaiore, provincia di Lucca, e in vacanza a Livorno.

Il pestaggio di Galleni, che si trova ricoverato in ospedale a Livorno in prognosi riservata, sarebbe avvenuto per futili motivi al termine di una lite.

Poco prima delle 4 del mattino dell’8 maggio due telefonate al 118 avevano segnalato la presenza di una persona gravemente ferita, distesa a terra in una pozza di sangue.

Gli accertamenti affidati ai militari dell’Arma, sono gli stessi Carabinieri a ricostruire, sono apparsi da subito complessi perché la stessa vittima non era conosciuta, non aveva con sé documenti e portafogli ma aveva del denaro ed un cellulare, ormai scarico e spento e riconducibile ad una ditta e non ad una persona fisica. Inoltre in zona non erano presenti impianti di videosorveglianza.

I carabinieri della Sezione Operativa di Livorno e i colleghi del Nucleo Investigativo hanno condotto le indagini per ricostruire quanto avvenuto prima della chiamata al 118. Molte le ipotesi in campo in prima battuta: poteva trattarsi di una caduta accidentale o indotta dalla spinta di qualcuno, l’assenza di documenti e portafogli avvalorava invece l’ipotesi di una rapina ma non si poteva escludere una lite per altri motivi.

In poche ore è stata identificata la vittima, ricostruiti i suoi spostamenti in città e le sue frequentazioni.

In un albergo cittadino sono stati trovati tutti gli effetti personali dell’uomo, evidentemente lasciati volontariamente nella camera e l’ipotesi rapina è stata scartata ma ha preso sempre più forma quella della lite per futili motivi finita male.

La vittima, in vacanza a Livorno, avrebbe avuto un diverbio con un uomo il quale, al culmine della lite, lo avrebbe colpito alla testa, facendolo cadere al suolo, per poi allontanarsi senza prestare soccorso.

I carabinieri hanno raccolto concordanti elementi nei confronti di un noto pregiudicato di 40 anni. Conosciuto agli inquirenti anche perché nel 2006, sempre a Livorno, si era intromesso in una lite tra condomini per futili motivi e, spintonando un uomo, lo aveva fatto cadere; le gravi lesioni riportate nella caduta ne cagionarono la morte.

L’uomo, sebbene titolare di una residenza anagrafica su Livorno, è di fatto senza fissa dimora ed è risultato assente dal posto di lavoro.

I carabinieri hanno verificato che l’uomo si era regolarmente presentato al lavoro la mattina ma dopo circa mezz’ora si era allontanato facendo perdere le sue tracce.

La circostanza che ha avvalorato la tesi della volontà di non essere rintracciato è la posizione del luogo di lavoro del 40enne, proprio nei pressi degli scali Novi Lena.

I carabinieri sono risaliti ad un motoveicolo, non intestato a lui, rintracciato nei pressi di un esercizio commerciale cittadino, chiuso quel giorno. All’interno del locale, i carabinieri hanno sorpreso l’uomo e lo hanno condotto in caserma.

In considerazione dei gravi indizi raccolti e ritenuto fondato il pericolo che l’indiziato potesse darsi alla fuga, i militari hanno proceduto al fermo dell’uomo e, dopo aver dato informato la Procura della Repubblica di Livorno ed espletato le formalità di rito, è stato tradotto nel carcere ‘Le Sughere’.

In sede di convalida richiesta dalla Procura della Repubblica di Livorno, il Gip del Tribunale ha disposto la convalida del fermo e la misura cautelare del carcere.

© Riproduzione riservata

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