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Strage Moby Prince: avanti verso la verità storica

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Il 10 aprile 1991 la tragedia del Moby Prince. 140 vittime davanti al porto di Livorno nell’incendio a bordo del traghetto diretto a Olbia che non ha lasciato scampo a passeggeri ed equipaggio. Un solo sopravvissuto, Alessio Bertrand, componente dell’equipaggio.

Una strage. Senza verità. Senza giustizia. Senza colpevoli. Senza responsabili.

Una ferita immane per Livorno, che da 34 anni chiede verità per i familiari e per le vittime del più grande disastro navale civile italiano.

Livorno non dimentica.

E va avanti il Parlamento nella ricostruzione di una verità storica. Al lavoro la terza commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Pietro Pittalis, che prosegue il lavoro della seconda commissione presieduta da Andrea Romano, di cui Pittalis è stato vicepresidente con Manfredi Potenti. Un lavoro verso la verità storica, quello che è stato definito dalla commissione stessa ultimo miglio. Una seconda commissione che ha chiuso individuando una possibile terza nave per evitare la quale Moby Prince sarebbe finito contro Agip Abruzzo.

Una terza commissione parlamentare d’inchiesta reduce dalle audizioni dei procuratori di Firenze e Livorno e del consiglio comunale di Livorno con il sindaco Luca Salvetti.

Pittalis a Livorno il 10 aprile 2025, nel dolore della giornata di commemorazione guidata dal sindaco Luca Salvetti. A Livorno Luchino Chessa, che a bordo del traghetto ha perso il padre, comandante del Moby Prince, e la madre, Maria Giulia Ghezzani. Pochi anni fa la scomparsa del fratello Angelo. “34 anni fa la strage della Moby Prince, una ferita ancora aperta che fa sempre più male. Sono passati 34 anni di lotta, di ricerca della verità, di umiliazioni e di sacrifici per tutti i parenti. Avanti, tutti insieme per arrivare finalmente alla verità, a quella giustizia che da troppi anni i parenti delle vittime e tutta Italia chiedono”.

Pietro Pittalis a Livorno il 10 aprile 2025 è stato molto chiaro: “Sono qui per testimoniare la vicinanza dell’intera assemblea. Ma non solo per un atto formale, che è importante. Ma per dare un’assicurazione ai familiari e alle associazioni dei familiari delle vittime. Il Parlamento continuerà senza sosta nel lavoro intrapreso e definire una volta per tutte le cause che hanno realizzato questa immane tragedia. Una verità giudiziaria che non ha mai accertato responsabilità precise: assoluzioni, archiviazioni. Dunque il Parlamento si è fatto carico di assumere il compito, grazie anche al lavoro instancabile dei familiari delle vittime e delle associazioni, di non lasciare nulla di intentato. Stiamo perseguendo questo obiettivo dando per assodati punti su cui non intendiamo tornare indietro. Abbiamo la certezza che non è stata la nebbia causa del disastro. Non ci sono state negligenza e incertezza da parte del comando e dell’equipaggio. Abbiamo certezza che Agip Abruzzo era in zona vietata alla sosta. Abbiamo certezza delle gravi, gravissime omissioni e carenze nel coordinamento soccorsi. Il problema che ci siamo posti e ci porremo è dare conto delle responsabilità che non sono ancora emerse e delle vite che potevano essere salvate con soccorsi ben coordinati. Siamo a buon punto sulle ragioni delle conclusioni della seconda commissione della deviazione della rotta del Moby Prince. Abbiamo elementi per confermare questo importantissimo dato che smentisce le ricostruzioni anche ultime delle indagini in sede giudiziaria. Sono aspetti molto importanti che stiamo verificando. Mi auguro signor sindaco il prossimo anno di tornare a Livorno per dare conto perché almeno la verità storica possa essere consegnata alla memoria dolorosa e incancellabile delle vittime. E’ un atto dovuto. Sono convinto che anche grazie alla collaborazione delle istituzioni a partire dalla città di Livorno metteremo la parola fine.

Una cosa è certa: non copriremo le responsabilità. Non ci fermeremo di fronte a comportamenti omertosi. Andremo fino in fondo utilizzando tutti i poteri che la legge affida alla commissione parlamentare d’inchiesta che sono i poteri dell’autorità giudiziaria”

© Riproduzione riservata

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