Getting your Trinity Audio player ready...
|
Un nuovo studio internazionale lancia un allarme che riguarda più generazioni. Pubblicata sulla rivista Thorax, la ricerca – basata su oltre 890 famiglie seguite per cinquant’anni in Tasmania – ipotizza che i padri esposti al fumo passivo da bambini possano trasmettere ai propri figli una maggiore fragilità a livello polmonare.
Gli studiosi hanno ricostruito la storia di salute di padri che, prima della pubertà, vivevano in case dove i genitori fumavano. Confrontando i dati con quelli dei loro figli, controllati con test respiratori dai 7 ai 53 anni, è emerso che questi ultimi mostravano più spesso funzioni polmonari deboli e una tendenza a sviluppare disturbi respiratori in età adulta.
L’effetto appare ancora più forte quando anche i figli sono cresciuti in ambienti pieni di fumo passivo: in questi casi la probabilità di avere polmoni più “fragili” è risultata quasi doppia.
Gli autori sottolineano che non si tratta di una certezza assoluta ma di una relazione osservata, che richiede ulteriori conferme. Nonostante ciò, il messaggio è chiaro: le scelte di una generazione possono pesare sulla salute di quella successiva.
La BPCO, malattia respiratoria cronica che già oggi rappresenta la terza causa di morte al mondo secondo l’OMS, potrebbe trovare terreno fertile anche in queste esposizioni indirette e lontane nel tempo.
Ecco perché i ricercatori invitano a guardare al problema del fumo con una prospettiva più ampia: non solo come rischio immediato per chi fuma o per chi vive accanto a un fumatore, ma come un fattore che può incidere sul benessere di figli e nipoti.